Quando parliamo di versamento endoarticolare a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di un’inizione che viene praticata in termini di sostanze di natura terapeutica che contengono principamente:
- Tra le sostanze contenute potremmo avere i cortisonici;
- Tra le sostanze contenute potremmo avere l’acido ialurinico;
- Tra le sostanze contenute potremmo avere il plasma;
- Tra le sostanze contenute potremmo avere le cellule staminali;
- Tra le sostanze contenute potremmo avere farmaci di natura biologica;
- Tra le sostanze contenute potremmo avere estratti di placenta.
L’inizione dove viene praticata? La risposta corretta è in forma diretta all’interno dell’articolazione. Per quale motivazione viene fatta? Si interviene in tal senso con l’intento di trattare in maniera più efficace possibile una serie di patologie che interessano l’apparato definito locomotore.
Patologie
Facciamo ora un approfondimento mirato, per capire quali siano le principali patologie di natura articolare che possono richiedere questa tipologia di intervento. Vediamole insieme:
- Potrebbe trattarsi di artrosi;
- Potrebbe trattarsi di artriti;
- Potrebbe trattarsi di condropatie.
L’iniezione potrebbe essere finalizzata a trattare patologie che riguardano le strutture peri-articolari, si parla in tal senso di borsiti, capsuliti, fasciti, entesopatie, tendiniti. Quali sono le zone anatomiche maggiormente trattate per queste problematiche? Vediamolo insieme:
- Si tratta principalmente la zona del ginocchio;
- Si tratta principalmente la zona della spalla;
- Si potrebbe trattare anche la zona dell’anca;
- Si potrebbe trattare la zona del gomito;
- Si potrebbero trattare le mani;
- Si potrebbero trattare i piedi.
Possiamo parlare di un approccio risolutivo? La risposta è no, tuttavia possono dare al paziente una serie di benefici tra i quali:
- Possono ridurre il processo di natura infiammatoria;
- Potrebbero ridurra la sindrome dolorosa;
- Potrebbero lubrificare a in tal senso migliorare la funzionalità dell’articolazione;
- Potrebbero nel corso del tempo rallentare la degenerazione dei capi definiti ossei;
Vediamo ora nel dettaglio come si svolge il tutto. Tramite un medico, si parla in tal senso di un ortopedico o un fisiatra, si praticherà l’iniezione. Il medico specialista, in seguito ad un’attenta valutazione di controindicazioni e eseguendo in maniera corretta la procedura, eseguirà in maniera corretta la procedura.
La prima cosa si disinfetterà con una certa attenzione la cute oggetto dell’infiltrazione, si sceglierà in tal senso l’ago che risulta essere maggiormente idoneo, valutando con molta attenzione il punto specifico nel quale si deciderà di introdurre l’ago. L’iniezione verrà fatta in maniera lenta nell’articolazione e poi verrà applicato del ghiaccio per alcuni minuti.
Entesopatia del tendine di Achille
Quando parliamo di Entesopatia del tendine di Achille, ci stiamo riferendo a una sindrome dolorosa che in quanto tale, tende a manifestarsi nel punto in cui il tendine di Achille si fissa con la parte posteriore dell’osso relativo al tallone. Quali sono le cause legate a questa problematica? Vediamole insieme:
- Potrebbe essere legata a una trazione di carattere cronico relativa alla zona del tendine di Achille. La muscolatura che è legata al polpaccio risulta essere contratta o ritratta, questo è causato dalla sedentarietà e dal sovrappeso o magari dell’eseguzione di uno sport in maniera eccessiva.
Approccio diagnostico
Qual’è il corretto iter diagnostico in tal senso? Il paziente dovrà essere sottoposto a una visita medica che verrà confermata tramite le parole del paziente. Infatti potrebbe lamentare una marcata sensibilità al tendine nel punto specifico nel quale il tendide tende a collegarsi al calcagno.
Durante l’esame medico, il dolore tende ad aumentare di intensità nel momento in cui il paziente flette in maniera manuale la caviglia verso l’alto.
Approcci terapeutici
Quali possono essere in tal senso gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo? Per prima cosa dovranno essere svolti degli esercizi che come tali tendono a distendere i muscoli relativi alla zona del polpaccio. Questo dovrà essere fatto per almeno una decina di minuti, per almeno due volte al giorno. Come si possono allungare i muscoli del polpaccio? Ci si posizionerà davanti ad un muro, tendendosi a una distanza che è pari a quella del braccio.
Per cercare di ridurre ai livelli minimi quella che risulta essere la sollecitazione della zona del tendine di Achille, nel momento in cui ci si muove, la zona del piede e quella della caviglia dovranno essere mossi in tal senso in maniera attiva. Si possono in tal senso anche utilizzare quelle che vengono definite stecche notturne che consentono un allungamento del tendine durante la fase del sonno.
Potrebbero anche essere utilizzati in maniera del tutto temporanea dei rialzi sotto alla zona del tallone, questo potrà essere fatto per entrambi i piedi e consentirà in tal modo di alleviare il dolore. In tal modo si potrà sicuramente diminuire la tensione che caratterizza il tendine, correggendo in tal modo quello che risulta essere il movimento dell’anca o della zona della schiena quando si cammina.
Se tutte queste soluzioni adottate non dovessero bastare per fare in maniera tale che l’entesopatia possa guarire, si potrebbe prendere in considerazione una terapia definita di attivazione ad impulsi extracorporei. La terapia in questione viene fatta tramite l’utilizzo di un dispositivo che trasmette onde ad impulsi sonori nella zona del tallone.
Quale risulta essere l’effetto di queste onde di pressione? Tendono a stimolare la circolazione sanguigna, questo può decisamente favorire il processo di guarigione.
Ulteriori considerazioni
Se il paziente dovesse soffrire di un versamento endoarticolare e si sottopone quindi alle iniezioni, potrebbe avvertire dolore? La risposta corretta è che si percepisce una sindrome dolorosa molto lieve, solitamente passa in pochi minuti nel momento in cui ci si sottopone ad un’iniezione.
Generalmente la sostanza che viene iniettata dentro all’articolazione verrà data in concomitanza all’utilizzo di un anestetico locale. Bisogna anche dire che durante la fase del trattamento, parlando in tal senso dei primi giorni nei quali ci si sottopone alle infiltrazioni, risulta essere comune un aumento relativo alla sindrome dolorosa percepita dal paziente.
Questo accade in virtù del fatto che la sostanza iniettata, tende a stimolare processi di natura infiammatoria. Possono esserci degli effetti collaterali all’utilizzo di farmaci a base cortisonica? La risposta corretta è si se l’uso viene prolungato nel tempo, in tal senso si potrebbero avere dei danni legati al tessuto osseo, alle zona delle cartilagini, ai tendini e ai tessuti molli.
Per questo motivo è bene sapere che tra un ciclo di di iniezioni e l’altro, sarà bene osservare un adeguato intervallo di tempo. Ci possono essere in tal senso altri effetti collaterali? La risposta è si, vediamo quali sono:
- Processi infiammatori;
- Una sindrome dolorosa;
- Il gonfiore;
- L’arrossamento.
Generalmente questi sintomi citati, tendono a scomparire nell’arco di un tempo piuttosto breve. Queste iniezioni non dovranno essere praticate al paziente se dovesse soffrire di:
- Una forma di ipersensibilità al farmaco;
- Se sono presenti lesioni sulla pelle;
- Nel caso di fratture articolari;
- Nei caso di processi infettivi di natura sistemica;
- Nel caso di terapia immunosoppressiva.