Quali sono i sintomi dell’uremia? La risposta corretta è che quando organi come i reni, presentano un danno di entità marcato, le tossine e gli scarti presenti nell’organismo che in condizioni normali dovrebbero finire nell’urina, non vengono più smaltite nella maniera più efficace, motivo per il quale tendono a rimanere in circolo.
Quali sono le conseguenze? In termini di sintomi abbiamo:
- Il paziente potrebbe percepire una sensazione in tal senso di grande affaticamento;
- Il paziente potrebbe avere la nausea;
- Il paziente potrebbe avere il vomito;
- Il paziente potrebbe avere uno scarso appetito (definita anche inappetenza);
- Il paziente potrebbe avere un alito nel quale si potrebbe avvertire un odore di urina;
- Il paziente potrebbe avere sudorazione;
- Il paziente potrebbe avere un colorito pallido (definito anche pallore);
- Il paziente potrebbe avere una problematica definita dispnea, in pratica si tratta di una respirazione che in quanto tale risulta essere difficoltosa;
- Il paziente potrebbe avere una forma di ipertensione di natura arteriosa ( in pratica la pressione alta, questo causato dall’accumulo di liquidi);
- Il paziente potrebbe avere in gonfiore localizzato nella zona delle gambe;
- Il paziente potrebbe avere una sensazione di formicolio che riguarda gli arti;
- Il paziente potrebbe avere prurito;
- Il paziente potrebbe avere dei crampi alle gambe.
Potrebbero esserci in tal senso casi si gravità maggiore? Si, in alcuni casi il paziente potrebbe andare incontro a complicazioni che potrebbero risultare in senso fatali, vediamo quali sono:
- Potrebbero svilupparsi delle patologie di natura cardiovascolare quali l’ictus cerebrale o un infarto cardiaco;
- Il paziente potrebbe andare incontro a delle crisi convulsive;
- Il paziente potrebbe avere una perdita di coscienza che arriva fino al coma.
Approfondiamo la problematica
Quando si parla di uremia, ci si riferisce a una condizione che come tale un paziente potrebbe manifestare nel momento in cui risulta essere presente un accumulo di sostanze che come tali sono di rifiuto e l’organismo del soggetto non è in grado di smaltire in maniera effiace ed adeguata.
Possiamo definirla come una condizione di natura patologica? Si, in tal senso è bene parlare della presenza di un’insufficienza renale che come tale impedisce il corretto smaltimento di prodotti definiti tossici e di scarto quali:
- Si parla di urea;
- Si parla di creatinina;
- Si parla di fosfati;
- Si parla di sostanze acide.
Quali possono essere le cause maggiormente frequenti se il paziente dovesse avere una forma di insufficienza che interessa organi come i reni? Vediamole insieme:
- Potrebbero essere legate e patologie renali quali la glomerulonefrite o le tubulopatie;
- Potrebbero essere legate a patologie reumatologiche;
- Potrebbero essere legate a forme tumorali maligne;
- Potrebbero essere legate a patologie di natura reumatologica;
Quali sono gli esami in base ai quali viene diagnosticata l’insufficienza renale? Vediamolo insieme:
- In base a Vfg;
- In base alla creatinina;
- In base all’urea.
Malattie collegate
Quali possono essere le malattie collegate? Parlando di patologie di natura renale potremmo avere:
- Potrebbe trattarsi di glomerulonefriti di carattere cronico;
- Potrebbe trattarsi di diabete mellito;
- Potrebbe trattarsi di nefrosclerosi vascolare;
- Potrebbe trattarsi di ischemia o infarto ai reni;
Parlando invece di patologie di natura reumatologica potremmo avere:
- Il lupus;
- L’artrite reumatoide.
Parlando di altre tipologie di patologie potremmo avere l’insufficienza cardiaca (definito anche scompenso cardiaco), potrebbe essere legata alla presenza di tumori maligni, potrebbe essere legato all’infezione da Hiv.
Parlando invece di patologie di natura urologica è bene sapere che potrebbe trattarsi di:
- Una calcolosi legata ai reni;
- Un processo infettivo legato alle vie urinarie.
Potrebbe essere legata anche ad altre tipologie di patologie? La risposta è si, vediamo quali sono:
- Potrebbe essere legata alla presenza di un mieloma multiplo;
- Potrebbe essere legata all’amiloidosi;
- Potrebbe essere legata alla presenza di vasculiti di genere differente;
- Potrebbe essere legata all’intossicazione da metalli pesanti;
Approccio diagnostico
Qual’è il corretto iter diagnostico? La risposta corretta è che come funzionano i reni, viene determinato attraverso alcuni parametri, da questo punto di vista i più importanti sono:
- Un parametro molto importante viene chiamato Vgf e serve a determinare quale sia la velocità in base alla quale il rene è in grado di espellere quelle che sono le sostanze tossiche;
- Un altro valore molto importante da questo punto di vista è la creatinina. Da questo punto di vista è importante sapere che il processo di degradazione di questa sostanza a livello di reni avviene in base a valori che in condizioni normali tendono ad attestarsi intorno a valori compresi tra i 0.5 e l’1.2 mg/dl. Se la funzione dei reni risulta da questo punto di vista alterata, questi valori di riferimento verranno decisamente superati.
- Un altro valore molto importante è rappresentato dall’urea, si tratta di una sostanza tramite la quale verranno eliminate le sostanze azotate in tal senso tossiche per l’organismo. Se i reni dovessero avere una problematica di insufficienza è bene sapere che i valori legati all’uremia superano una soglia che è pari a 45 mg/dl.
Parliamo di cura
Se si parla di una forma di uremia definita come terminale, tende a manifestarsi in un paziente nel momento in cui quella che risulta essere la funzionalità dei reni è compromessa. Per questa motivazione specifica, l’unica opzione in termini di terapia che è disponibile per il paziente risulta essere la dialisi.
Qual’è il medico specialista che si occupa di questo approccio terapeutico? La risposta corretta è il nefrologo, avvalendosi di terapie di natura medica e approcci dietetici è in grado in molti casi di riuscire a ritardare la dialisi nella sua fase iniziale. Parliamo di una procedura che consente di rimuovere gli scarti con un approccio di natura artificiale che si utilizzerà in alternativa alla funzionalità dei reni.
Quante tipologie di dialisi si possono essere? La risposta corretta è due, vediamo quali sono:
- Si parla di emodialisi quando si può depurare con un approccio extracorporeo il sangue, avvalendosi di un macchinario esterno che si chiama rene artificiale esterno;
- Se si tratta invece di un approccio definito come dialisi peritoneale, si tratta in tal senso di una variante che come tale consente al paziente di effettuare delle sedute direttamente al proprio domicilio. Si posizionerà un catetere in silicone nella cavità dell’addome, utilizzando circa due litri di un liquido apposito che sfruttando il peritoneo, tende a caricarsi di sostanze tossiche e prodotti di scarto.
In alternativa, per quelle persone che presentano i sintomi dell’uremia, si potrà intervenire tramite un trapianto di reni. In questa casistica il paziente dovrà assumere dei medicinali anti rigetto a lungo termine.