Trichiasi

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Quando parliamo di Trichiasi a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una deviazione che interessa le ciclia, in conseguenza della quale tendono a sfregare contro il bulbo oculare. Stiamo parlando di un paziente che non soffre di un’altra problematica definita entropion. Ci sono casistiche specifiche nelle quali una problematica del genere tende a svilupparsi in maniera più comune? Si, questo problema si presenta con maggiore frequenza in pazienti che hanno avuto una blefarite di tipo cronico ( si tratta di un processo di natura infiammatoria che interessa i margini palpebrali).

Può svilupparsi più comunemente anche in persone che hanno subito un trauma, un danno nella zona delle palpebre, un danno nella zona della congiuntiva. Potrebbe anche essere legato al caso in cui ci sono persone che come tali, tendono a nascere con una plica palpebrale in più (condizione definita epiblefaron).

Quali conseguenze provoca questa condizione particolare? In pratica le ciclia tendono a crescere direttamente all’interno dell’occhio. Qual’è la differenza tra questa forma e l’entropion? Nel caso dell’entropion assistiamo ad un’anomalia che come tale tende e coinvolgere anche la palpebra che rispetto a quella che dovrebbe essere la sua posizione naturale, tende ad essere rivolta nella zona interna. Nel caso invece di questa problematica, la palpebra non presenta alcun tipo di anomalia ma risulta essere nella sua posizione normale.

Sintomi

Quando una persona soffre di una condizione del genere, quali sintomi tende a sviluppare? Vediamoli insieme:

  • Per prima cosa l’occhio tende a diventare rosso;
  • Un secondo elemento che interessa l’occhio è il fatto che risulta essere irritato;
  • Il paziente potrebbe percepire una sensazione come di corpo estraneo;
  • Tende a svilupparsi lacrimazione;
  • Tende a svilupparsi sensibilità;
  • Il paziente potrebbe avere una sindrome dolorosa nel momento in cui l’occhio risulta essere esposto alla luce.

Quali possono essere le conseguenze nel paziente se la patologia dovesse perdurare nel corso del tempo? Se persiste, potrebbe indurre come conseguenza una cicatrizzazione a livello corneale e questo potrebbe avere delle ripercussioni sulla vista.

Blefarite cronica

Quando parliamo di blefarite a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di un processo infiammatorio che risulta essere acuto o cronico che interessa le palpebre. In termini di sintomi il paziente potrebbe avere prurito, bruciore relativo al margine delle palpebre collegati a:

  • Iperemia;
  • Edema.

Forma acuta

La forma acuta è generalmente causata da un processo infettivo che interessa le palpebre, i follicoli della ciglia, oltre alle ghiandole di Meimobio. Se si tratta di un processo infettivo di natura batterica, tende a formare croste, al contrario se si tratta di un processo infettivo di natura virale, si parla di una secrezione sierosa di colore chiaro.

La forma acuta in line generale è la conseguenza di una blefarocongiuntivite di natura allergica e stagionale. I sintomi di cui soffre il paziente che ha questa forma allergica sono:

  • Un prurito molto intenso;
  • Un processo infiammatorio intenso;
  • Lo sfregamento;
  • Il paziente sviluppa una sensibilità da contatto.

 Forma cronica

La forma cronica invece è un processo infiammatorio che come tale non risulta essere di natura infettiva. Se si tratta di pazienti affetti da blefarite seborroica, sono affetti a loro volta anche da dermatite seborroica che interessa la zona del volto e del cuoio capelluto, potrebbero anche essere affetti da acne rosacea.

Sintomi

Volendo invece parlare di sintomi che potremmo definire comuni a queste problematiche appena descritte, il paziente potrebbe avere bruciore, un’irritazione a livello di congiuntiva con relativa lacrimazione, potrebbe avere la fotofobia e anche la sensazione come di avere un corpo estraneo.

La sintomatologia appena descritta ha una fase decisamente peggiorativa che durante la mattinata sul presto, rispetto alla cheratogongiuntivite secca nella quale i sintomi tendono ad avere una fase peggiorativa durante il termine della giornata.

Se parliamo invece dei sintomi della forma acuta e ulcerativa, potrebbero formarsi delle piccole pustole che interessano la zona dei follicoli delle ciglia. In seguito potrebbero andare incontro ad una rottura, causando in tal senso delle ulcere superficiali che interessano il margine delle palpebre.

Nella forma cronica, la disfunzione che interessa le ghiandole definite di Meibomio, fa sì che nel momento in cui un medico effettua un esame obiettivo, si potrà notare un ispessimento degli orifizi ghiandolari. Se questi vengono schiacciati, si produrrà la fuoriuscita di una secrezione densa e giallastra.

Diagnosi

Quale risulta essere il corretto iter diagnostico? La risposta corretta è che verrà fatto un esame obiettivo avvalendosi di una lampada a fessura. Se si tratta di un caso cronico che però risulta essere resistente ai trattamenti messi in campo, potrebbe rendersi necessario venga richiesta una biopsia che consentirà di escludere:

  • Si parla di tumori della palpebra.

In termini di prognosi è bene dire che la blefarite in forma acuta risponde bene alla terapia, tuttavia questo non esclude possano presentarsi delle recidive o magari potrebbe evolvere in una forma definita cronica. Se il paziente dovesse invece avere la forma cronica è bene dire che è resistente alla terapia. Motivo per il quale le fasi in cui si riacutizza, potrebbero essere fastidiose e sgradevoli, tuttavia non producono cicatrici nella zona della cornea.

Approcci curativi

Se si tratta di una blefarite in forma acuta ulcerativa, verrà trattata con un unguento antibotico ( bacitracina, polimixina B, eritromicina, gentamicina). La posologia di applicazione dell’unguento prevede venga applicato circa quattro volte al giorno per un arco temporale compreso tra i sette giorni e i dieci giorni.

Se si tratta di una forma acuta, virale, verrà in tal senso trattata con farmaci antivirali per via definita sistemica. Per esempio se si tratta di Herpes Simplex, il trattamento prevede Aciclovir da 400 mg che verrà assunto per via orale tre volte al giorno per un totale di sette giorni.

Se si tratta invece di una blefarite cronica, si procederà con lacrime artificiali durante l’arco della giornata, con unguenti di natura oftalmica durante la notte, se dovesse rendersi necessario si procederà ad occludere in maniera del tutto temporanea i puntini lacrimali.

Considerazioni finali

Il processo di diagnosi della Trichiasi, prevede un’attenta valutazione dei sintomi e una visita medica oltre ai riscontri che potranno essere forniti dagli esami ai quali il paziente verrà sottoposto. Il trattamento invece prevede vengano rimosse le ciclia, procedura che sarà bene esegua un oftalmologo avvalendosi di apposite pinze. Nel caso di ricrescita delle ciglia, potranno essere utilizzati altri metodi al fine di rimuoverle come l’elettrolisi che sfrutta il calore e la corrente elettrica con l’obiettivo di distruggere il follicolo pilifero.

In alternativa si potrà utilizzare la criochirurgia che sfrutta il meccanismo del freddo estremo.

Entropion palpebrale

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.