Vi è mai capitato di sentire nominato il termine tocofobia? Di cosa si tratta esattamente? Partiamo dal presupposto specifico che avere un minimo di ansia per il parto è una condizione normale che vivono la quasi totalità delle donne che decidono di avere un figlio. Se è presente un minimo di ansia ma si riesce a vivere il periodo della gestazione in maniera abbastanza tranquilla, sapendo affrontare in maniera equilibrata il momento che la donna sta attraversando direi che possiamo considerarci in una condizione del tutto normale. Se invece al contrario il pensiero del parto induce nella donna emozioni negative piuttosto forti che possono anche essere non solo di angoscia ma di vero e proprio terrore, paura, allora stiamo decisamente parlando di qualcosa di completamente differente. Per essere ancora più chiari possiamo dire che se l’unico pensiero che predomina nell’animo della donna è l’ansia per il parto, il terrore che magari durante questo si potrebbe morire possiamo dire che c’è un approccio di natura patologica.
La paura potrebbe essere talmente intensa da portare una donna a un approccio basato sull’evitamento. Quindi cercare di adottare dei comportamenti tali che possano evitare in qualsiasi modo di avere un bambino, di non rimanere incinta con la prospettiva così di non dover vivere questo stato ansiogeno così accentuato che in molti casi da fobia diventa vero e proprio terrore anche se di fatto questa cosa rappresenta una netta contraddizione del desiderio che queste donne hanno. Infatti pur sperimentando quella che è proprio a tutti gli effetti una vera e propria sindrome psicologica, si tratta di donne che hanno un forte desiderio di maternità.
Timore del parto
Ora se dovessimo citare delle statistiche per avere un riferimento, dovremmo dire che provare ansia per il parto e la futura nascita di un bimbo è una condizione comune a molte donne. Citando un sondaggio condotto in Gran Bretagna su un campione di circa 900 donne, in termini puramente percentuali almeno il 30 per cento di queste avrebbe fatto emergere che avere ansia per un ipotetico parto era per loro un’emozione e una sensazione molto forte, difficile da gestire e da razionalizzare.
In questo senso è importante fare una distinzione in tal senso. Partiamo dal presupposto che avere un minimo di paura e timore relativo a un ipotetico parto che una donna andrà ad affrontare è a tutti gli effetti una condizione naturale e del tutto normale. Un discorso diverso invece va fatto quando questa ansia si trasforma e si amplifica al punto tale da diventare una vera e propria ossessione.
Una paura molto grande e irrazionale, potremmo definire uno stato di terrore che la donna vive al punto tale da evitare un ipotetico parto. Se la condizione che sta vivendo la donna è questa, siamo davanti a una vera e propria problematica di natura psicologica.
Patologia primaria e secondaria
Possiamo identificare in questa condizione psicologica un qualcosa di univoco oppure è si tratta di un qualcosa che va indagato meglio? In realtà questa condizione psicologica di paura, terrore va distinta in una forma primaria e in una forma secondaria. Nella primaria la donna vive effettivamente una condizione di disagio psicologico derivata dal pensiero del parto piuttosto intensa, ansia e paura sono i sentimenti che prova.
Nella forma secondaria questa paura potremmo dire che è giustificata in parte da una precedente esperienza che magari potrebbe essersi rivelata traumatica. Immaginiamo per un attimo un parto difficile dove magari si sono dovute mettere in campo delle manovre di natura ostetrica particolari.
Pensiamo a una donna che magari ha avuto un travaglio lungo, doloroso e difficile, oppure a un taglio cesareo che si è dovuto praticare perchè il parto stava diventando particolarmente complesso. Sono tutte situazioni che su una donna lasciano un segno indelebile.
Violenza sul proprio corpo
Tuttavia fino a questo momento abbiamo parlato di effettive condizioni difficili, complesse durante le quali anche lo staff medico che assisteva la paziente ha dovuto fare delle scelte drastiche legate alla complessità del parto stesso. Esistono poi situazioni del tutto differenti, nelle quali invece il parto viene condotto in maniera del tutto naturale senza che insorgano problemi di alcuna sorta.
Eppure la donna non riesce a vivere con serenità questo momento anzi al contrario ha un percepito molto negativo dell’evento. Nella sua mente si radica la convinzione che sia stata una sorta di violenza esercitata sul suo corpo pur essendosi svolto in condizioni del tutto normali e senza complicazioni.
Depressione post parto
Questa ferma convinzione nella mente della donna che si sviluppa in seguito al parto la può portare ad avere due reazioni di natura psicologica differenti ma entrambe piuttosto serie, vediamo quali:
- Parliamo di una donna che potrebbe sviluppare una sindrome post traumatica da stress
- Potrebbe sviluppare una depressione dopo il parto
Altre paure radicate nella donna
Tuttavia nel corso degli anni si è anche arrivati a notare che le paure che una donna che vive una condizione del genere possono essere anche legate a una serie di pensieri che sono profondamente radicati in lei; vediamo quali sono:
- Per prima cosa si tratta di donne che magari non nutrono una grande fiducia nello staff medico che le seguirà durante il parto, percepito da loro come non sufficientemente competente
- Un’altra paura che domina questo tipo di donna è il dolore collegato al parto
- Temono che il bambino possa morire durante il parto
- Temono loro stesse di morire durante il parto
Studio condotto nel 2000
Uno studio che è stato condotto nel 2000 ha messo in evidenza alcune caratteristiche interessanti legate alla tocofobia. Per prima cosa si è visto che si tratta di un disturbo che si manifesta in donne che comunque hanno una forte desiderio di maternità. In alcuni casi si p visto che il disturbo è associato a donne che hanno vissuto nel corso della loro vita passata abusi.
Trattamento della patologia
Da un punto di vista prettamente fisico una donna che ha una forte paura del parto collegata a sentimenti di rifiuto nell’affrontare l’esperienza stessa può avere nel corso del tempo una progressiva rigidità della muscolatura. Infatti la paura del parto e la paura del dolore portano la donna ad avere una soglia nell’abbassamento e nella sopportazione del medesimo.
Per questo motivo è essenziale che si stabilista un forte legame con lo staff medico che seguirà la donna durante il parto, questo consentirà di aumentare la soglia di sopportazione al dolore perchè collegata a un certo grado di fiducia.
Durante la fase di preparazione al parto può essere molto utile la presenza di uno psicologo che vada a lavorare insieme alla futura madre non solo sulle tecniche per rilassarsi e la respirazione ma anche sulla ansie e le paure presenti nella donna.
Da parte del personale medico è molto importante rilevare quelle che possono essere durante le visite, le problematiche che possono emergere. Parliamo quindi dell’eventuale presenza di disturbi di natura psicologica precedenti a questa esperienza o eventuali storie di abusi subite dalla donna in passato.
Un altro fattore molto importante è cercare la comunicazione con la paziente, cercando di spiegare con molta pazienza quali potranno essere le procedure che verranno applicate durante la fase del parto. Questo per evitare che si crei una frattura tra il modo in cui la donna vede e percepisce il momento del parto e quelle che saranno le condizioni reali del parto stesso.
Un’altra fase prevede di parlare con il personale che ha seguito la donna durante il parto per confrontarsi su come realmente è andato. Cercare di mettere in luce tutti gli elementi positivi e cercare di minimizzare i problemi. Un approccio molto utile per cercare di prevenire stati di stress post traumatico.