Il tenesmo rettale quali sintomi scatena in un soggetto? Prima di approfondire questa problematica è bene spiegare un minimo a quale percezione viene sottoposta la persona che soffre di questa problematica. Per prima cosa è bene dire che con il termine tenesmo si ci riferisce essenzialmente a una sensazione nella quale il soggetto avverte lo stimolo impellente di defecare o urinare. Infatti il tenesmo può riguardare la vescica o la zona del retto. La sensazione di non completo svuotamento avviene sia a livello vescicale, quindi legato alla fase di minzione dell’urina sia a livello fecale, quando si parla di problematiche che riguardano la zona anale-rettale con sensazione di non completo svuotamento e necessità di defecare ancora. Questa problematica si presenta anche se il soggetto ha correttamente svuotato in precedenza sia l’ano che la vescica.
Proprio per questo motivo è bene specificare che potremmo trovarci in presenza di due forme differenti relative al tenesmo, vediamo quali sono:
- Il soggetto potrebbe avere una sensazione di urinare e quindi parleremo della forma vescicale
- Il soggetto potrebbe avere una sensazione di dover defecare e quindi parleremo della forma rettale
Sintomatologia
Occupiamoci ora della sintomatologia specifica che avverte il soggetto. Se soffre di una problematica che riguarda la zona del retto, il soggetto avvertirà quella sensazione piuttosto fastidiosa che riguarda la necessità di dover espellere del materiale fecale. Questa sensazione sarà di fatto presente senza che il soggetto riesca effettivamente a soddisfarla tramite una concreta espulsione di feci. Potremmo definire anche questo un problema di non completo processo di evacuazione. Ci sono altre sintomatologie che possono essere legate a una problematica del genere? Si andiamo a vedere quali:
- Il soggetto potrebbe avvertire un senso di tensione legato alla zona retto-anale
- Il soggetto potrebbe avvertire una sindrome dolorosa collegata alla zona del retto-ano
- Il soggetto potrebbe soffrire di crampi
Se si soffre di tenesmo, per quanto il soggetto si sforzi in maniera fisica di evacuare, non sarà in grado di procedere all’espulsione di feci perchè a differenza di disturbi come la stipsi, la zona definita ampolla rettale è di fatto vuota. Questa sensazione può anche essere collegata a una problematica come la stipsi, tuttavia questa casistica è differente. Infatti prima o poi il soggetto sarà in grado di risolvere il problema con il corretto svuotamento fisico dell’ampolla rettale.
Parliamo di cause
Quali possono essere le cause che innescano una problematica del genere? Potrebbe verificarsi a causa di processi di natura infiammatoria a carico dell’intestino quali:
- Il soggetto potrebbe avere una patologia chiamata colite infettiva
- Il soggetto potrebbe avere una patologia chiamata proctite. Si tratta di un processo di natura infiammatoria che riguarda la zona terminale del tratto intestinale
- Il soggetto potrebbe avere una sintomatologia del genere collegata a un ascesso che coinvolge la zona dell’ano e del retto. Di cosa si tratta esattamente? Stiamo parlando di un intestizio nel quale è presente del pus, nella zona vicina al retto e all’ano
- Il soggetto potrebbe avere una sintomatologia del genere a causa di una problematica come la celiachia
- Il soggetto potrebbe manifestare dei sintomi del genere a causa di un processo infiammatorio a carico dell’intestino chiamato morbo di Chron
- Il soggetto potrebbe manifestare dei sintomi del genere a causa di un processo infiammatorio a carico dell’intestino chiamato colite ulcerosa
- Questa condizione potrebbe anche essere causata da un processo di natura infiammatoria che coinvolge la zona del colon o del retto in seguito all’esposizione del paziente a radiazioni. Questo avviene in pazienti che hanno avuto una diagnosi di tumore alla zona del retto o dell’ano. Tra le patologie tumorali nelle quali si richiede l’esposizione del soggetto a chemioterapia e radioterapia abbiamo anche patologie tumorali che possono riguardare la zona della prostata e dell’utero nel caso di donne
Tuttavia non è detto che il soggetto manifesti un disturbo del genere a causa di patologie così serie, potrebbe anche essere la conseguenza di problematiche che riguardano il grado di motilità dell’intestino che il soggetto presenta. Si tratta di problematiche sono in grado di produrre delle alterazioni a quelli che sono i movimenti a livello fisiologico che riguardano il tratto muscolare della zona intestinale.
Potrebbero anche essere la conseguenza di problematiche di natura psicosomatica quali ad esempio la sindrome del colon irritabile. La sintomatologia potrebbe anche essere collegata a patologie di natura tumorale come il cancro al colon e il cancro alla zona del retto.
Quando è consigliabile rivolgersi al medico
Quando si parla di tenesmo di fatto ci stiamo riferendo a una sintomatologia che in quanto tale deve essere indagata in maniera approfondita rivolgendosi a un medico. Ancora di più se la sintomatologia lamentata è associata a :
- Il soggetto lamenta una sindrome dolorosa che coinvolge la zona dell’addome
- Il soggetto si accorge di avere delle perdite emorragiche nel materiale fecale
- Il soggetto diventa piretico
- Il soggetto potrebbe avere brividi
- Il soggetto potrebbe avere nausea
- Il soggetto potrebbe avere vomito
Se il paziente dovesse lamentare una sintomatologia del genere, si dovrà rivolgere a un medico specialista che in questo caso è il proctologo. Questo medico si occupa tendenzialmente di tutte le patologie che possono riguardare la porzione finale dell’intestino retto e ano.
Processo diagnostico
Qual’è l’iter corretto a livello diagnostico? Il paziente si dovrà recare da un proctologo che eseguirà un esame piuttosto approfondito. Durante la visita medica il medico porrà al paziente una serie di domande per riuscire a comprendere quali potrebbero essere le cause che hanno innescato i disturbi che il paziente lamenta. Le domande serviranno anche a ridurre il numero di cause che hanno causato nel paziente la comparsa dei sintomi.
In tal senso sarà molto utile sapere dal paziente quando:
- Il medico porrà delle domande per capire quando il disturbo ha iniziato a manifestarsi
- Il medico porrà delle domande per capire le caratteristiche specifiche del disturbo
- Il medico porrà delle domande per cercare di capire se la dieta del paziente ha subito delle variazioni nell’ultimo periodo con l’inserimento di alimenti differenti rispetto al regime alimentare abituale del soggetto
- Il medico porrà delle domande per capire se all’interno del nucleo familiare è presente della familiarità per quanto concerne delle patologie di natura intestinale
Qualora il proctologo decidesse di fare degli approfondimenti in tal senso, potrà sottoporre il paziente a una serie di esami aggiuntivi quali:
- Il paziente verrà sottoposto a un emocromo completo
- Il paziente verrà sottoposto all’esame del materiale fecale
- Il paziente potrebbe essere sottoposto a un clisma opaco
- Potrebbe rendersi necessario sottoporre il paziente a una colonscopia
- Il paziente potrebbe essere sottoposto a una tac
Parliamo di colite infettiva
Cosa si intende per colite infettiva? Si tratta di un processo infiammatorio a carico del colon piuttosto accentuato causato da un virus. I sintomi che il paziente lamenta sono essenzialmente una diarrea che si presenterà in forma acuta. Qual’è il virus che innesca la colite infettiva? La forma batterica che potrebbe innescare una patologia del genere è legata alla presenza di:
- Potrebbe essere collegata alla presenza del batterio della Salmonella
- Potrebbe essere collegata alla presenza del batterio chiamato Escherichia coli
- Potrebbe essere collegato alla presenza del batterio chiamato Clostridium
La sua comparsa potrebbe essere collegata alla presenza di un parassita come l’Entamobea. I processi infettivi causati dalla presenza del batterio chiamato Clostridium, potrebbero anche innescare processi infiammatori e lesioni nella mucosa intestinale.
Parliamo dei sintomi
Qual’ è la sintomatologia che lamenta il soggetto affetto da colite infettiva? Essenzialmente il sintomo principale è la presenza di diarrea. Si manifesta in forma acuta, al punto tale che il soggetto può avere un’espulsione di materiale fecale che sono liquide. In alcuni casi potrebbero anche presentarsi delle perdite di natura emorragica. Quanto tempo dura la diarrea? Il soggetto potrebbe avere una diarrea che dura fino a 14 giorni. Ulteriori sintomi correlati alla diarrea sono:
- Il paziente potrebbe lamentare dolori nella zona dell’addome
- Il paziente potrebbe diventare piretico
Se il processo infettivo è legato al batterio Clostridium in forma acuta, il soggetto potrebbe avere una diarrea particolarmente abbondante, con la presenza di siero nel materiale fecale. Questo potrebbe causare nel paziente un livello di disidratazione piuttosto accentuato. Qaul’è il corretto iter diagnostico per una problematica del genere? Si renderà necessaria una visita medica da uno specilista e contestualmente l’esame delle feci.
Tenesmo rettale sintomi: parliamo della terapia
Quali sono gli approcci di natura terapeutica che potremo mettere in campo se il soggetto soffre di tenesmo nella zona del retto? Per prima cosa si dovrà stabilire con certezza quale sia la causa che ha innescato la problematica. Successivamente si potrà intervenire con un approccio terapeutico che potrebbe prevedere due opzioni specifiche:
- Al paziente potrebbe essere prescritta una terapia a base di farmaci
- Il paziente potrebbe essere sottoposto a un intervento chirurgico
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Tumore al retto