Stress e memoria

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Stress e memoria, quale rapporto hanno? Una risposta corretta che si può dare in tal senso è che se in un soggetto si possono riscontrare livelli elevati di stress, in modo particolare se si parla di condizioni che non hanno la caratteristica di essere temporanee, queste invece tendono a protrarsi nel tempo, potrebbero produrre dei danni nella riserva di natura cognitiva legata al cervello. Questa dinamica produce delle condizioni per cui si rischia di mettere e repentaglio la naturale capacità che abbiamo di ricordare gli eventi.

Al contrario invece, se una persona svolge delle attività che possiamo definire stimolanti, si parla di sport, hobby, passioni che hanno la caratteristica di essere creative, tendono a migliorare in maniera marcata la funzione definita cognitiva. Sono stati fatti degli studi su queste dinamiche appena citate? Si, parliamo in tal senso di uno studio che è stato condotto da un istituto svedese, dove si è messa in evidenza la correlazione, il legame esistente tra i livelli di stress che una persona tende ad esprimere e la memoria.

Come è stato condotto questo studio? La risposta è che sono stati analizzati i dati relativi ad un numero di pazienti, si parla di circa un centinaio. Questi dati sono stati poi incrociati confrontandoli con i livelli di cortisolo espressi, parliamo di ormone definito dello stress, utilizzando dei campioni relativi alla saliva.

Analizzando i risultati prodotti, si è potuto vedere che livelli molto alti di cortisolo, si parla in tal senso di stress, tendono ad indebolire le funzioni di natura cognitiva relative al cervello.

Parliamo di riserva cognitiva

Qual’ è la funzione di quella che viene definita riserva cognitiva? La risposta corretta è che serve a far fronte ai mutamenti e alle evoluzioni che potrebbero portare una persona a sviluppare una patologia come la demenza o patologie in generale neurodegenerative.

Demenza

Quando parliamo di demenza a cosa ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che si tratta di un deterioramento di natura cognitiva globale, cronico e con la caratteristica di avere una struttura irreversibile. Come si arriva alla diagnosi? L’approccio corretto è quello clinico nel quale il paziente viene sottoposto a esami di laboratorio e immagini. Quali sono i sintomi che può manifestare un paziente che soffre di una problematica del genere? Per prima cosa è importante capire che l’esordio da questo punto di vista può essere del tutto graduale, tuttavia è anche bene sottolineare come tra i primi sintomi che si possono notare, abbiamo sicuramente la perdita di memoria a breve termine.

La sintomatologia legata alla demenza può essere suddivisa in:

  1. Si parla di una forma precoce.
  2. Si parla di una forma intermedia.
  3. Si parla di una forma tardiva.

Uno dei disturbi che si potrebbero notare è quello relativo a deficit di natura motoria. Ci possono essere altri sintomi? La risposta è si, il paziente potrebbe andare incontro a una forma di psicosi, potrebbe avere degli stati allucinatori, potrebbe soffrire di deliri, potrebbe soffrire di paranoia. Queste dinamiche si potrebbero produrre in circa il dieci per cento delle persone che hanno una problematica come la demenza.

Il paziente potrebbe andare incontro ad altri disturbi? La risposta è si, vediamo quali sono:

  1. Il paziente potrebbe soffrire di diabete.
  2. Il paziente potrebbe soffrire di una forma di bronchite cronica.
  3. Il paziente potrebbe soffrire di una forma di enfisema.
  4. Il paziente potrebbe andare incontro a dei processi di natura infettiva.
  5. Il paziente potrebbe soffrire di una patologia ai reni con la caratteristica di essere cronica.
  6. Il paziente potrebbe avere dei disturbi epatici.
  7. Il paziente potrebbe andare incontro ad una forma di insufficienza cardiaca.

Parliamo di sintomatologie precoci

Tra le sintomatologie precoci abbiamo sicuramente un’alterazione che riguarda la memoria a breve termine, la capacità di apprendere, oltre a quella di acquisire nuove informazioni, ne risultano danneggiate. Il paziente potrebbe sviluppare delle problematiche legate alla sfera del linguaggio, potrebbe andare incontro ad una forma di instabilità di natura umorale, oltre ad avere dei mutamenti legati alla personalità.

I pazienti che soffrono di questa patologia potrebbero andare incontro a delle difficoltà nel riuscire a fare attività quotidiane quali:

  1. Fanno fatica a ricordare degli appuntamenti presi durante l’arco della giornata.
  2. Fanno fatica a ricordare quale sia la strada per tornare al proprio domicilio.
  3. Hanno delle difficoltà a ricordare dove hanno messo le cose.
  4. Chiaramente un paziente che sta vivendo una condizione del genere, possono essere irritabili e nervosi, consapevoli del fatto che stanno perdendo alcune delle loro autonomie.

Quali potrebbero essere le problematiche che tendono a limitare l’autonomia definita funzionale? Vediamole insieme:

  1. Il paziente potrebbe soffrire di una condizione definita agnosia, si tratta di una problematica che non consente più al paziente di identificare certi oggetti.
  2. Il paziente potrebbe soffrire di una problematica definita aprassia, si tratta di una ridotta capacità nell’eseguire certi movimenti a livello motorio.
  3. Il paziente potrebbe diventare afasico, con una ridotta capacità in termini di comprensione del linguaggio o di utilizzo del linguaggio stesso.

Approcci terapeutici

Quali possono essere gli approcci di natura terapeutica che si mettono un campo per una patologia del genere? Per prima cosa si dovranno adottare delle misure adatte a garantire il livello di sicurezza, sospendere eventuali farmaci che che hanno effetti di natura sedativa o anticolinergici. Parlano di specialisti come i terapisti occupazionali e i fisioterapisti è bene dire che potranno fare una valutazione relativa alla sicurezza del domicilio. La motivazione è legata a :

  1. Avere un approccio di natura preventiva nei riguardi di cadute o incidenti in generale all’interno dell’abitazione del paziente.
  2. Riuscire a gestire in maniera efficace ed idonea eventuali disturbi legati al comportamento.
  3. Sicuramente ci sarà una fase successiva nella quale si dovranno pianificare dei cambiamenti legati alla progressione della malattia.

Per quanto invece concerne le misure di natura ambientale è bene dire che si potranno prevedere delle attività quali:

  1. Stimolazioni con una certa frequenza legate al senso di orientamento.
  2. Si dovrà predisporre un ambiente luminoso che sia il più accogliente possibile.
  3. Si dovrà pensare a far svolgere al paziente delle attività che siano il più regolari possibili e caratterizzate da un livello di fatica minimo.

Considerazioni finali

Una riserva cognitiva, se deve essere incrementata per una persona che soffre di stress e problematiche di memoria, sarà bene puntare su attività che siano stimolanti, cercando di coltivare magari hobby, oltre a svolgere attività fisica regolare.