Quando utilizziamo in termine sonniloquio a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di una forma di parasonnia nella quale una persona parla mentre dorme. Si tratta di una problematica maggiormente diffusa tra le persone adulte o nei bambini? La risposta corretta è che si manifesta in maniera prevalente nei bambini, tuttavia questo non esclude non possa presentarsi anche nelle persone adulte. La caratteristica specifica di questa problematica è che il soggetto al risveglio, non ha alcuna memoria di questo evento. Si tratta di un disturbo maggiormente presente nella fase definita rem o nella fase non rem? In realtà potrebbe manifestarsi sia nella fase rem che nella fase non rem.
Cosa cambia tra questi due stadi del dormire? Il tipo di linguaggio che il soggetto utilizza, infatti nella fase definita rem le frasi e le parole pronunciate hanno un senso compiuto. Al contrario nella fase definita non rem, è molto più frequente che la persona tenda ad esprimersi con grugniti o suoni che sono di difficile comprensione.
Si tratta di una problematica che tende a manifestarsi in maniera singola o potrebbe presentarsi con altre forme di parasonnie? In realà potrebbe presentarsi con altre problematiche quali:
- Si parla di sonnambulismo;
- Potrebbe presentarsi in concomitanza con il bruxismo;
- Potrebbe presentarsi con una problematica come il pavor nocturnus.
Fase del sonno e parole
Sono innumerevoli le persone che tendono a parlare durante la fase del sonno. Si tratta effettivamente di un problema che si può manifestare con una certa frequenza in soggetti che sono piccoli d’età. Secondo stime recenti, in bambini compresi in un range temporale tra i tre anni e i 10 anni, questa problematica potrebbe manifestarsi all’incirca nel cinquanta per cento dei casi.
In tal senso possiamo citare un’indagine che è stata fatta nel 2004, in base alla quale un bambino ogni dieci tende a parlare nel sonno con una frequenza pari a circa due volte alla settimana. Tende a manifestarsi con maggiore frequenza nelle persone che sono di sesso maschile o in persone di sesso femminile? In realtà non ci sono differenze sostanziali.
Parliamo di cause
Per quale motivo un soggetto tende a parlare durante il sonno? Si parla perchè il cervello formula in ogni caso dei pensieri anche a livello inconscio. Questo accade anche durante la fase del sonno a prescindere dal fatto che il soggetto stia sognando oppure no. Si tratta di una problematica che in quanto tale potrebbe manifestarsi in qualsiasi fase del sonno. Da questo punto di vista potrebbe trattarsi della fase definita Rem o della fase definita non Rem. Ci sono cause specifiche? La risposta è si, vediamo quali:
- Una delle cause che si possono riguardare una problematica di comportamento nella fase del sonno Rem;
- Un’altra delle cause alle quali può essere collegata è il pavor nocturnus.
Cosa accade alla persona nello specifico? Vediamolo insieme:
- Il soggetto potrebbe iniziare a parlare avendo veri e propri dialoghi;
- Il soggetto potrebbe avere una manifestazione come delle risate;
- Il soggetto potrebbe emettere delle grida;
- Il soggetto potrebbe emettere imprecazioni;
- Il soggetto durante la fase di sonno potrebbe iniziare a gesticolare.
La persona che sta vivendo questa condizione potrebbe anche avere delle manifestazioni violente? Si, in tal senso si parla di:
- Tra i gesti violenti abbiamo i pugni;
- Tra i gesti violenti abbiamo i calci;
- Durante la fase di sonno potrebbe andare incontro a corse.
Ci sono ulteriori fattori che potrebbero incidere in tal senso? Si, vediamo quali sono:
- Potrebbe essere la conseguenza dell’assunzione di determinati farmaci;
- Potrebbe essere la conseguenza di una forma di stanchezza di natura fisica;
- Potrebbe essere la conseguenza di una sindrome depressiva;
- Potrebbe essere la conseguenza di uno stato febbrile;
- Potrebbe essere legato a disturbi di natura mentale;
- Potrebbe essere collegato all’utilizzo di droghe.
Approcci terapeutici
Quali sono gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo? Se questa problematica dovesse presentarsi durante la fase del sonno quando il soggetto è diventato adulto, sarà bene rivolgersi a uno specialista in queste problematiche. In maniera particolare se il tutto fosse accompagnato da:
- Se si dovesse manifestare con urla;
- Se dovesse presentarsi con una paura piuttosto pronunciata;
- Se dovesse essere legata a comportamenti di natura violenta;
- Se si tratta di bambini che dovessero manifestare problematiche del genere è bene in tal senso sentire un pediatra.
Ci sono in tal senso possibili test ai quali può essere sottoposto un soggetto? In realtà no, nonostante questo non si può escludere che il paziente venga sottoposto ad esami che serviranno a determinare quale sia la qualità effettiva del sonno come la polisonnografia. Questo esame è molto utile nel caso in cui si debba stabilire se sono presenti disturbi del sonno di altro genere.
Approcci terapeutici
Quali sono in tal senso gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo per curare una problematica del genere? Vediamoli insieme:
- Per prima cosa si potranno utilizzare dei trattamenti farmacologici mirati;
- Un secondo intervento che si può fare in tal senso riguarderà la modifica di alcune abitudini di vita.
Parlando di abitudini di vita che andranno modificate abbiamo:
- Cercare di lavorare in maniera positiva sul proprio livello di stress cercando di ridurne il livello;
- Cercare di lavorare in maniera positiva sul proprio livello di ansia cercando di ridurre il livello di ansia;
- Mettere in pratica tecniche basate sul livello di rilassamento;
- Non prendere l’abitudine di bere bevande che siano eccitanti prima di andare a dormire;
- Evitare di assumere alcool;
- Evitare di assumere droghe;
- Cercare di stabilire un corretto equilibrio tra il sonno e la veglia;
- Cercare di avere un buon sonno dormendo almeno otto ore a notte.
Organizzare un diario
In tal senso gli specialisti affermano sia una buona abitudine tenere una sorta di “diario”, nel quale si tenga traccia per un periodo compreso tra le 2 e le 3 settimane delle abitudini specifiche del soggetto. In tal modo sarà possibile capire se ci sono problemi che hanno una struttura ciclica o problematiche di natura comportamentale.
Sonniloquio
Ci sono delle correlazioni tra questa problematica e il morbo di Parkinson? In realtà è difficile stabilire un nesso del genere, si tratta di una correlazione che può risultare estremamente complessa. In alcuni studi è comunque emerso che se la problematica tende a manifestarsi quando il soggetto è piuttosto anziano, potrebbero esserci anche i sintomi del morbo di Parkinson.
Da questo punto di vista è molto importante quindi porre una certa attenzione ai sintomi, infatti riuscire a formulare una diagnosi in tempi brevi è importante per iniziare a trattare la patologia quando si trova in uno stadio precoce.