Sintomi calcoli biliari

188

Quali sono i sintomi dei calcoli biliari? La sintomatologia tende a verificarsi nel momento in cui si produce una condizione nella quale si produce l’ostruzione dei dotti biliari. In tal senso aumenta la pressione nella zona della cistifellea, in tal modo si verifica un processo infiammatorio che interessa la zona della cistifellea. Si tratta di una condizione che potrebbe prodursi in maniera del tutto improvvisa? Si, i sintomi in tal senso includono:

  • Una sindrome dolorosa del tutto improvvisa e acuta che si produce nella parte destra della zona addominale, questa tende a manifestarsi attraverso fitte che possono durare alcuni minuti e potrebbero arrivare fino ad alcune ore;
  • Il paziente potrebbe avere la nausea;
  • Il paziente potrebbe avere il vomito;
  • Il paziente potrebbe avere la febbre;
  • Il paziente potrebbe avere i brividi;
  • Il paziente potrebbe lamentare una sindrome dolorosa che interessa la zona della schiena;
  • Il paziente potrebbe avere la diarrea con un materiale fecale morbido e di colore chiaro;
  • Il paziente potrebbe avere la pelle e gli occhi di un colore giallo ( si parla in tal senso di ittero e subittero).

Approfondiamo la problematica

Quando parliamo di calcoli biliari a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di sassolini non molto grandi che tendono a formarsi nella zona della cistifellea ( chiamata in tal senso anche colecisti). Di cosa si tratta? La risposta corretta è che stiamo parlando di un organo che come tale si trova sotto alla zona del fegato, posto sul lato destro dell’addome, potrebbero in tal senso produrre un processo infiammatorio che risulta essere doloroso.

Da questo punto di vista è bene dire che i calcoli, sono a tutti gli effetti molto simili a dei sassi piccoli di dimensione che tendono a svilupparsi come conseguenza legata alla cristallizzazione della bile. Che cos’è la bile? La risposta corretta è che si tratta di un liquido che consente al nostro organismo di far digerire i grassi, viene prodotto da un organo come il fegato e tende a raccogliersi nella zona della cistifellea.

Viene immesso nell’intestino quando serve per agevolare il processo di digestione. Da cosa è formata la bile? La risposta corretta è che risulta essere formata da colesterolo, grassi, sali biliari, bilirubina. Cosa accade esattamente? Potrebbe capitare che alcune di queste componenti, si parla in tal senso di colesterolo e sali biliari, possano essere in eccesso, motivo per il quale si potrebbe produrre una condizione di solidificazione.

I calcoli sono di differenti dimensioni oltre ad essere in numero differente, tendono a occupare la zona della cistifellea e potrebbero nel corso del tempo creare un processo di ostruzione che interessa i dotti biliari che tendono a drenare la bile che il fegato produce nella zona intestinale.

Quali sono le conseguenze? Un processo infiammatorio che interessa la zona della cistifellea, un processo infiammatorio che interessa i dotti biliari e in alcuni casi il fegato, con una sintomatologia che risulta essere in maniera frequente molto dolorosa. Le conseguenze potrebbero anche essere gravi, al punto tale da rendersi necessario un intervento di natura chirurgica che prevede la rimozione della cistifellea ( viene anche chiamato colecistitectomia).

Sedimentazione della bile

I calcoli biliari tendono a svilupparsi in seguito a sedimentazione della bile. In seguito alla cristallizzazione, potrebbero formarsi dei piccoli sassolini, simili a granelli di sabbia che possono essere grandi quanto palline da golf. Quanti possono essere in termini di quantità? La risposta è che possono variare, da un calcolo singolo a numerose decine.

Le conseguenze per un paziente che sviluppa questi calcoli sono legate ad un ostacolo che potrebbe interessare il passaggio della bile, oltre a un processo di natura infiammatoria legato alla cistifellea, ai dotti biliari, al fegato, con sintomi che possono essere dolorosi.

Parliamo di cause

Ad oggi la motivazione specifica in base alla quale tendono a formarsi i calcoli biliari non è nota. In linea generale si ritiene che la causa principale, sia legata ad un eccesso di colesterolo che la bile non è in grado di sciogliere. Quali sono le conseguenze in tal senso? La risposta corretta è che tendono a formarsi dei cristalli che possono solidificarsi fino a formare sassolini.

I calcoli legati al colesterolo hanno una colorazione giallastra e tendono a formarsi per la sedimentazione della bilirubina, un liquido di scarto che viene rilasciato dal fegato. Ci sono invece dei fattori che potrebbero aumentare il rischio che si possano formare dei calcoli biliari? La risposta è si, vediamo quali sono:

  • Uno dei fattori di rischio che potrebbe incrementare la possibilità che si formino dei calcoli biliari è il sesso del paziente, rischiano di più le donne;
  • Un regime alimentare del tutto squilibrato, con una dieta che risulta avere troppi grassi e povera di fibre;
  • Una condizione di sovrappeso oppure il caso contrario, un paziente che tende a dimagrire in maniera troppo rapida;
  • Un fattore di rischio è la gravidanza;
  • Un altro fattore di rischio è il diabete;
  • Un fattore di rischio potrebbe essere la familiarità;
  • Un altro fattore di rischio è legato all’assunzione da parte del paziente di farmaci anti-colesterolo o terapie di natura ormonale basate su estrogeni.

Approcci preventivi

Quali possono essere gli approcci di natura preventiva che riguardano la formazione dei calcoli biliari? In tal senso è bene porre l’attenzione su alcuni comportamenti utili da adottare, vediamo quali sono:

  • Un fattore importante è quello di cercare di evitare un aumento di peso e seguire in tal senso un’alimentazione che sia povera di grassi e ricca di fibre;
  • Un altro fattore importante è fare attività fisica;
  • Un fattore da non sottovalutare, se si sta facendo una dieta per perdere peso è quella di non dimagrire in maniera troppo rapida. Infatti un dimagrimento eccessivamente rapido potrebbe aumentare il rischio di sviluppare di calcoli nella zona della bile;
  • Non fare digiuni e non saltare i pasti.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico? Vediamolo insieme:

  • Verrà fatta al paziente un’ecografia nella zona dell’addome;
  • Verà fatta una tomografia computerizzata;
  • Verrà fatta una risonanza magnetica;
  • Verrà fatto un esame chiamato acido epatobiliare iminodiacetico.

Nel caso in cui al paziente fosse fatta una colangiopancreatografia retrogada endoscopica, si potrà procedere alla rimozione dei calcoli mentre si effettua l’esame diagnostico.

Approcci terapeutici

Quali sono invece i possibili approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo? La risposta corretta è che molto dipende se i calcoli sono asintomatici oppure causano nel paziente dei sintomi. Gli approcci potrebbero prevedere:

  • Un intervento di natura chirurgica che consente di rimuovere la colecisti ( detto anche colecistectomia);
  • I sintomi dei calcoli biliari potranno essere trattati con farmaci che tendono a sciogliere i calcoli stessi. Si tratta tuttavia di una terapia che come tale risulta avere tempistiche molto lunghe. I risultati potrebbero essere in molti casi parziali o risultare del tutto insoddisfacenti.

Sintomi binge drinking

Articolo precedenteCalazio terapia
Articolo successivoCalcoli renali cause
Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.