Difficilmente avrete sentito parlare di sindrome post finasteride, infatti è una delle patologie ancora sconosciute e delle quali in campo medico si inizia oggi ad avere il percepito? Di cosa si tratta e come si manifesta? Parliamo di una patologia che si sviluppa in seguito alla somministrazione di un farmaco specifico o non se ne conoscono ancora le cause? Tutte domande lecite e corrette alle quali cercheremo di dare una risposta facendo un approfondimento in tal senso.
Per comprendere meglio di quale patologia stiamo parlando, bisogna necessariamente ripercorrerne la storia, iniziando dall’assunzione di uno specifico farmaco chiamato finasteride che in generale tratta problemi legati all’alopecia andogenetica, nella quale il soggetto ha una perdita di capelli per problemi di natura genetica legati al follicolo pilifero.
Viene anche utilizzata per curare l’iperplasia prostatica benigna, che è un aumento di volume della ghiandola prostatica al punto tale che la compressione dell’uretra come conseguenza di questo ingossamento, dà problemi ad urinare agli uomini. Questo medicinale cosa fa esattamente, qual’è la sua funzione e come agisce?
In pratica converte il testosterone presente all’interno del nostro organismo in diidrotestosterone. La sua funzione riguarda lo sviluppo dei genitali nell’uomo, e anche di una serie di caratteristiche di natura sessuale secondaria quali la crescita dei peli, il timbro della voce e lo stimolo di natura sessuale. In quale modo agisce la finasteride? In pratica funge da inibitore nella produzione di diidrotestosterone.
Il farmaco finasteride presenta effetti collaterali?
Si tratta di un farmaco commercializzato da una casa farmaceutica statunitense, successivamente, solo nel 1992 negli Stati Uniti è stato autorizzato il suo utilizzo per la cura dell’ipertrofia prostatica e dell’alopecia androgenetica. In Italia il farmaco ha seguito un iter più lungo, ed è stato autorizzato il suo utilizzo solo nel 1997. Tuttavia quello che ci interessa capire e comprendere è se si tratta di un farmaco che produce effetti collaterali o innocuo da questo punto di vista.
Purtroppo esiste un numero di studi piuttosto nutrito che evidenzia come la finasteride produca effetti collaterali piuttosto seri, che possono rimanere anche se si sospende il trattamento e diventare sul soggetto che ne soffre, irreversibili. I disturbi che lamenta un paziente, coinvolgono vari aspetti della sua persona. La parte emotiva, quella sessuale, e psicologica ne sono coinvolti, al punto tale che possiamo parlare di una vera e propria sindrome che prendere il nome di sindrome post finasteride.
Possiamo suddividere in categorie i disturbi che il paziente lamenta. Abbiamo quelli di natura sessuale che comprendono sintomi come la disfunzione erettile, una riduzione del desiderio sessuale, un possibile restringimento del pene e quelli di natura psicologica come forme depressive, ansiogene, possibile comparsa di insonnia.
Quando si può parlare di una sindrome del genere?
Per spiegare meglio la comparsa della patologia, è bene anche spiegare nel dettaglio quando viene diagnosticata. Solitamente si parla di una sindrome del genere, quando i pazienti che erano in cura con il farmaco finasteride, dopo mesi e mesi dalla sospensione del trattamento, lamentano sintomi di natura sessuale o psicologica del genere.
Non si può parlare di una sindrome del genere su pazienti che assumono regolarmente questo farmaco per trattare i problemi di calvizie genetiche che hanno. Il motivo che li porta a sospendere il trattamento è proprio la comparsa durante o dopo, di sintomi del genere anche se è bene specificare che nella maggior parte dei casi, questi sintomi hanno un carattere transitorio e tendono a scomparire naturalmente nell’arco dei 3/5 mesi successivi alla sospensione del trattamento.
In termini di natura percentuali, sul totale di soggetti trattati con questo farmaco, all’incirca un 3 per cento sviluppa sintomi talmente accentuati e cronici da risultare identificabili in questa patologia. Per questa minima percentuale di soggetti ormai sensibili agli effetti collaterali del farmaco, si possono individuare tre grandi macrocategorie nel quali poterli suddividere.
Ci sono quelli che presentano problematiche di natura sessuali con anche alterazioni psichiatriche, ci sono quelli che che invece hanno solo problematiche di natura psichiatrica e infine quelli che lamentano solo problemi di natura sessuale. Il danno di natura sessuale, riguarderebbe un problema celebrale. La finasteride è di fatto un inibitore di ormoni legati a processi metabolici, negli uomini che presentano questi sintomi è stata rilevata un’alterazione che riguarda specifici steroidi e i loro livelli.
Non è facile comprendere i meccanismi di questa sindrome
Le difficoltà legate alla comprensione dei meccanismi della sindrome post finasteride, riguardano la presenza di pazienti che hanno livelli disomogenei tra di loro piuttosto marcati. Per riuscire a comprendere meglio questa sindrome, servirebbe avere una quadro chiaro della situazione clinica del paziente prima che assumesse il farmaco, purtroppo non è possibile. L’altro fronte aperto riguarda le analisi che sono state effettuate su pazienti che hanno queste problematiche e non evidenziano alcun tipo di alterazione.
Un laborario diretto da un italiano che si chiama Melcanci si occupa proprio di studiare la finasteride e gli effetti collaterali che il farmaco stesso presenta. Secondo le sue parole, bisogna tenere conto di questa minima percentuale che ha contratto questa sindrome, perchè gli effetti che hanno sulla persona e sulla qualità della vita sono talmente marcati che la persona riesce difficilmente a condurre una vita che possiamo definire normale.
Dall’altra non vanno sottovalutati neanche gli effetti benefici di un farmaco che nel 97 per cento dei casi, utilizza la finasteride per avere degli effetti benefici sulla ricrescita dei capelli. Il tema è serio e delicato e riguarda persone che sono affette da alopecia androgenica e da un punto di vista psicologico, percepiscono questo stato di calvizie evidenti, come un problema serio, che altera il loro aspetto al punto tale da spingerli a valutare e sottoporsi a una terapia di natura farmacologica.
Secondo gli studi di questo laboratorio, nei soggetti in cui la sindrome si è manifestata, c’è anche una predisposizione di natura genetica che non va sottovalutata. In caso contrario, anche tutti i soggetti che hanno assunto il farmaco, senza manifestare questi sintomi di natura sessuale o psichiatrica in teoria dovrebbero avere gli stessi problemi.
Il tema è complesso, ampio, i laboratori che hanno avviato degli studi su questo farmaco sono pochi sia in Italia che nel resto del mondo. Le preoccupazioni di Melcanci sono piuttosto chiare. Dal suo punto di vista, l’approccio correto prima di consigliare l’assunzione di questo farmaco, riguarda il medico che dovrebbe tenere conto di quale sia la situazione clinica preesistente del paziente.