Quanto tempo stare sui social

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Quanto tempo è consigliabile stare sui social? Una domanda che è giusto porsi per riuscire a stare meglio, da un punto di vista psicologico, secondo uno studio recente, non è consigliabile stare su un social più di trenta minuti al giorno. Quante persone sono state coinvolte nello studio in oggetto? La risposta corretta è un campione di circa 200 studenti, per un arco temporale compreso tra le due settimane.

Si è visto che riducendo in maniera marcata e significativa i tempi di esposizione ai social, per un periodo di tempo che non sia oltre i trenta minuti, tende a ridurre quelli che possono essere disturbi quali:

  • Sintomi relativi all’ansia vengono ridotti;
  • Sintomi relativi alla depressione vengono ridotti;
  • Un percepito come quello della solitudine viene ridotto;
  • Un altro percepito che è quello dell’avere paura di sentirsi soli viene ridotto.

Tuttavia non è stato questo l’unico effetto positivo, infatti gli studendi coinvolti si sono accorti che quella che viene definita “affettività positiva”, i ricercatori in tal senso la identificano come la “capacità di percepire emozioni positive quali il sentirsi contento e orgoglioso”, tendevano ad aumentare nel corso del tempo.

Permanenza sui social

Tuttavia per avere una percezione che migliora della propria persona, della propria identità, del proprio modo di essere, basta solamente ridurre il tempo di esposizione ai social? In realtà la risposta risulta essere maggiormente complessa e articolata, infatti non basta ridurre il tempo di permanenza su un social, oltre a questo è molto importante fare una modifica sostanziale alle proprie abitudini sul come si utilizzano i social.

Quindi lo studio mette anche in evidenza come sia importante avere un rappporto equilibrato con il mondo virtuale, sia in termini di tempo di permanenza, sia per quanto riguarda il modo in cui ci si approccia a questo strumento. Gli studenti che hanno partecipato a questo studio, hanno affermato di avere avuto delle grandi difficoltà durante i primi giorni, tuttavia si sono poi resi conto di avere un livello di produttività che risulta essere aumentato, si sono sentiti in maggiore sintonia con la vita di tutti i giorni, hanno affermato di essere riusciti a dormire meglio oltre che a socializzare in maniera più adeguata dal vivo.

Come approcciarsi

Quindi come regolarsi a questo mondo? Come approcciarsi nella maniera più adeguata? Secondo lo studio condotto, gli specialisti consigliano sicuramente di porsi dei limiti in tal senso, non affidando il buon rapporto con il mondo dei social ad un controllo esercitato da elementi esterni quali app o di specifiche che consentano di bloccare i social.

Paura di sentirsi esclusi

Quando parliamo della paura di sentirsi esclusi a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una forma di ansia definita come tale di origine sociale che si caratterizza dalla necessità e dal bisogno di avere un contatto costante con le persone. La paura che il soggetto manifesta è quella di sentirsi esclusi da eventi, esperienze o opportunità che riguardino l’ambito di natura sociale.

Questa forma di ansia è legata come tale al mondo dei social? La risposta è si, non si può in alcun modo escludere che questa forma di ansia sia collegata al mondo dei social, dobbiamo infatti pensare che utilizzando con molta frequenza lo smartphone, si ha la possibilità di rimanere in costante contatto con le notizie e gli aggiornamenti.

Quello che può accadere è il fatto che qualsiasi tipo di esperienza postata su un determinato social, diventa a tutti gli effetti imperdibile e si ha una percezione di estrema gratificazione. Purtroppo è da rilevare come questa ansia e paura di essere esclusi, non sia più un’esperienza negativa che potremmo dire isolata, genera in realtà e sta generando, forme di ansia sempre più marcate con effetti evidenti da questo punto di vista sullo stile di vita, vediamo nel dettaglio quali sono:

  1. Per prima cosa di potrebbe andare incontro ad un rendimento del tutto ridotto nello svolgimento del proprio lavoro e nelle attività di natura quotidiana;
  2. Il soggetto potrebbe percepire un senso di stanchezza maggiormente prolungato;
  3. Il soggetto potrebbe andare incontro ad alterazioni che riguardano la qualità del sonno;
  4. Il soggetto potrebbe andare incontro ad una forma di stress;
  5. Il soggetto potrebbe andare incontro ad una forma di ansia di natura sociale;
  6. Il soggetto potrebbe andare incontro al rischio oggettivo che possa cadere in uno stato di natura depressiva.

Comportamenti da adottare

Per questa motivazione, negli ultimi anni gli psicologi hanno sviluppato dei protocolli e degli interventi che sono mirati in tal senso e traggono le loro ispirazioni dalla terapia cognitivo-comportamentale. Quali sono gli obiettivi che si sono dati in tal senso? Vediamoli insieme:

  • Per prima cosa cercare di ridurre i tempi che una persona passa online, cercando di sostituire il tutto con attività di natura ricreativa che si possono fare all’aperto e che siano in grado di impegnare il soggetto sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista mentale;
  • Avere una maggiore consapevolezza di cosa sono i social e fare in maniera tale che le aspettative che ci si crea in tal senso, siano il più possibile realistiche;
  • Avere una maggiore consapevolezza del fatto che molte delle cose che si vedono online, non corrispondono necessariamente ad una realtà specifica;
  • Avere la consapevolezza che si rende necessario dare una sorta di “stacco” a livello mentale per quanto riguarda l’utilizzo dei social, in tal senso sarà utile spegnerli e lasciarli in un’altra stanza.

Considerazioni finali

Stabilire con certezza quanto tempo stare sui social è molto difficile, tuttavia è importante per prima cosa cercare di recuperare un rapporto più sano ed equilibrato con lo strumento. Infatti privarsene con app che ne inibiscono il funzionamento, potrebbe anche essere non positivo, secondo Douglas Gentile, uno studioso e autore dello studio che ha coinvolto i circa 200 studenti, se ci priviamo o veniamo privati di uno strumento che noi consideriamo darci libertà, adotteremo in tal senso un atteggiamento basato sull’opporre una resistenza. Quindi più che concentrarsi sul tempo effettivo di permanenza sullo strumento è bene rendersi conto di come lo utilizziamo, se viene sfruttato in senso positivo e per cercare delle informazioni che aiutano a darci degli strumenti utili, oppure se al contrario utilizziamo i social in maniera superficiale e poco utile, magari solo per scrollare post di gattini su Instagram.

Nodo alla gola e ansia