Prolasso rettale

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Il prolasso rettale è una condizione di natura patologica che interessa la zona dell’ano. Cosa accade esattamente? Una parte dell’intestino retto erompe nella zona anale. La medicina moderna è riuscita a determinare quale sono le ipotetiche cause che determinano in un soggetto una problematica del genere? A oggi no, si pensa senza avere in tal senso un’evidenza di natura scientifica che la causa potrebbe essere collegata a un indebolimento dei muscoli legati alla zona pelvica. Per quanto concerne la sintomatologia che il soggetto può manifestare, si parla di disturbi e sintomi che sono direttamente collegati al grado di severità della problematica manifestata. Gli approcci terapeutici che si possono mettere in campo sono di diversa natura.

La scelta del percorso più idoneo da seguire nel paziente è chiaramente determinata dall’entità del problema manifestato. Allo stesso modo il grado di risoluzione dell’approccio che verrà scelto del medico dipenderà da una serie di fattori che andiamo a elencare:

  • Il primo fattore del quale è necessario tenere conto è di quale sia l’entità del scivolamento di una porzione di intestino retto verso la zona anale
  • Un altro fattore che non va sottovalutato è l’attuale condizione fisica del paziente. Se si tratta di una persona in buona salute a parte questa problematica o se si tratta di una persona che ha un quadro più complesso collegato ad altre condizioni patologiche
  • Il fattore anagrafico è importante per capire quanto possa essere efficace una cura

Sintomatologia che varia

Per questo motivo se si deve parlare di quelli che possono essere i sintomi che interessano il paziente è bene dire che ci sono delle variabili che vanno prese in considerazione tra queste abbiamo:

  • Qual’è il livello effettivo di scivolamento della porzione di intestino retto che insiste sulla zona dell’ano
  • Qual’è il livello di avanzamento

La somma di questi due fattori può dare un quadro più chiaro di quale sia la condizione attuale del paziente. Se si tratta di una problematica che il soggetto ha da molto tempo, sicuramente presenterà un livello di gravità maggiore. Per questo motivo il medico si troverà in presenza di un paziente che ha sintomi che sono più accentuati e evidenti.

In ogni caso parlando appunto di sintomi che il paziente potrebbe avere, tra questi annoveriamo:

  1. Quello più marcato è uno scivolamento di intestino retto nella zona dell’ano
  2. Il soggetto avrà una sindrome dolorosa
  3. Il soggetto percepirà una sensazione fastidiosa a livello intestinale. Questa si traduce in un senso di non adeguata espulsione di materiale fecale dalla zona anale
  4. Il soggetto potrebbe perdere la capacità di controllare la fuoriuscita di materiale fecale
  5. Il soggetto potrebbe avere delle perdite di natura emorragica dalla zona anale o del muco
  6. Il soggetto nel corso del tempo potrebbe sviluppare delle ulcere rettali
  7. Il soggetto potrebbe perdere una parte dell’elasticità che contraddistingue la zona anale

 Ulcera rettale

Quando parliamo di ulcera rettale a quale patologia ci stiamo riferendo? Sostanzialmente si tratta di una malattia che non è molto diffusa, al contrario rara ed è strettamente collegata all’espulsione di materiale fecale. Il soggetto durante l’atto della defecazione percepisce una non corretta espulsione di materiale fecale in termini di quantità. In alcuni casi durante la defecazione può capitare che dalla zona rettale fuoriesca sangue o muco.

Si parla quindi di soggetti che durante la defecazione avvertono uno sforzo eccessivo. Quali sono gli approcci di natura diagnostica che consentono di inquadrare questa patologia?  Gli approcci che vengono utilizzati in tal senso comprendono un esame obiettivo al quale il paziente verrà sottoposto, una ricostruzione attenta e minuziosa del pregresso di natura clinica del paziente e infine una sigmoidoscopia con un endoscopio flessibile. Si tratta di un esame che aiuta a determinare quale sia il grado di salute della parte finale del tratto intestinale.

Attraverso l’ano viene inserita una sonda. La sonda si chiama endoscopio ed è dotata nella parte finale di una telecamera che consente di avere una buona visione della zona del colon e del retto. Durante l’esame si provvederà anche a effettuare un prelievo di una porzione della mucosa intestinale che verrà poi esaminata in un laboratorio ( esame istologico).

Esiste uno spettro di sintomi specifici che possono indurre un medico a prescrivere al paziente un esame del genere? Si vediamo quali sono:

  • Si tratta di un esame che potrebbe essere prescritto in caso di una perdita emorragica che interessa la zona dell’ano e del retto
  • Il paziente nel corso del tempo lamenta una perdita di peso senza spiegazione apparente
  • Il paziente potrebbe avere una sindrome dolorosa che interessa la zona dell’addome
  • Il paziente potrebbe avere problemi in fase di espulsione del materiale fecale in termini di ritmo
  • Il paziente potrebbe avere problemi di stitichezza alternate a fasi successive nelle quali ha incontro invece a problemi di diarrea

Fase di preparazione del paziente

Per effettuare l’esame il paziente si deve sottoporre a una preparazione specifica? Si per prima cosa è molto importante avere un tratto intestinale il più possibile svuotato da materiale fecale. Per questo motivo si dovrà effettuare un clistere prima di effettuare l’esame. Il giorno precedente all’esame il paziente dovrà modificare il proprio regime alimentare con alimenti il più possibile leggeri. In tal senso si dovranno evitare cibi quali:

  1.  Il paziente dovrà evitare di introdurre alimenti come i legumi
  2. Il paziente dovrà evitare di mangiare frutta
  3. Il paziente dovrà evitare di mangiare verdura
  4. Si dovranno assolutamente evitare cereali che siano a base integrale
  5. Prima dell’esame sarà molto importante che il paziente si idrati a sufficienza consumando una buona quantità di liquidi. Si parla in tal senso di un paio di litri di acqua. Questo consente di pulire in maniera adeguata la zona del colon.

Retto e ano

In ogni caso se dovessimo identificare il sintomo più importante nel caso per una problematica come quella del prolasso, sicuramente dovremmo parlare dello scivolamento marcato di una porzione dell’intestino retto nella zona anale. Tuttavia è anche bene dire che questa problematica può avere fasi differenti, vediamo insieme quali:

  • La problematica di scivolamento in fase iniziale del retto nella zona anale si manifesta solo quando il paziente sta espellendo materiale fecale
  • La problematica in fase intermedia avviene quando il paziente ha la tosse
  • La problematica in fase finale assume i tratti di una condizione permanente e di fatto limita la qualità della vita del paziente.

La patologia può a sua volta scatenare problematiche di vario genere, dall’impossibilità del paziente di avere controllo sfinterico in fase di espulsione del materiale fecale, a perdite emorragiche o perdite di muco dalla zona anale.

Una conseguenza piuttosto seria di una condizione del genere può coinvolgere la porzione di intestino retto fuoriuscita nell’ano. Una mancata irrorazione di sangue potrebbe determinare la morte del tessuto e delle cellule (definita anche necrosi).

Processo diagnostico

Per questo motivo la diagnosi relativa a un prolasso rettale richiede che il medico sottoponga il paziente a vari esami, per escludere la presenza di altre patologie latenti. Quindi l’iter diagnostico potrebbe prevedere:

  1. Il paziente potrebbe essere sottoposto a una proctoscopia
  2. Il paziente potrebbe essere sottoposto a una sigmoidoscopia
  3. Il paziente potrebbe essere sottoposto a una colonscopia
  4. Il paziente potrebbe essere sottoposto a una defecografia
  5. Il paziente potrebbe essere sottoposto a una manometria ano-rettale
  6. Il materiale fecale del paziente potrebbe essere esaminato al microscopio