Quando parliamo di priapismo femminile a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una particolare condizione nella quale una donna, pur in assenza di una condizione di eccitazione sessuale, presentano uno stimolo genitale a livello genitale. Si tratta quindi donne che vivono la condizione di avere più orgasmi durante il corso della giornata in presenza di stimoli di natura differente da quelli classici sessuali. Vediamo quali:
- L’orgasmo potrebbe essere conseguente a una vibrazione
- Per esempio il movimento di un’automobile
- Potrebbe essere collegato a un elettrodomestico
Si tratta di una condizione piacevole per la donna? La risposta corretta è no, spesso si tratta di orgasmi che possono provocare una sindrome dolorosa. Non parliamo poi dell’aspetto sociale e della vita quotidiana di una donna che ha numerosi impegni. Questo potrebbe creare chiaramente dell’imbarazzo. Potrebbe incidere in maniera negativa anche durante il sonno notturno, impedendo di fatto a una donna di avere un riposo regolare.
Punto di vista dei sessuologi
Qual’ è il punto di vista dei sessuologi su questa problematica che può presentare la donna? Si tratta a tutti gli effetti di una disfunzione di natura sessuale che è stata come tale catalogata già da tempo. Il nome associato a questa disfunzione è sindrome dell’eccitazione genitale costante. Quali sono le conseguenze specifiche che una donna ha quando vive una condizione del genere? Per prima cosa è bene dire che questa forma di sensibilità accentuata nella zona delle vulva non smette di essere tale nel momento in cui:
- Si tratta di una condizione di ipersensibilità che in quanto tale non cessa nel momento in cui avviene un orgasmo
- Si tratta di una condizione di ipersensibilità che in quanto tale non cessa nel momento in cui la donna pratica la masturbazione
- Produce nella donna una condizione oggettiva di sofferenza
- Produce nella donna una condizione oggettiva di stress
Quanto può durare in termini temporali? La risposta corretta è dipende, potrebbe prolungarsi per:
- Potrebbe trattarsi di una forma di eccitazione genitale che dura per alcune ore
- Potrebbe trattarsi di una forma di eccitazione genitale che dura per alcuni giorni
- Potrebbe trattarsi di una forma di eccitazione genitale che dura per alcuni mesi
Si conoscono le cause? Ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita a determinare quali siano le cause e in tal senso è anche bene dire che non esistono delle terapie specifiche.
Scarsa informazione su questa condizione
Un altro elemento non propriamente positivo è rappresentato dal fatto che nonostante sia un problema presente, se ne parla poco. Sembra a tutti gli effetti essere una sorta di paradosso perché questa forma di priapismo che interessa non gli uomini ma le donne, pur rappresentando una condizione del tutto rara, si conosce ormai da tempo.
Da un punto di vista medico la potremmo definire come:
- Si tratta di una forma di congestione dei vasi sanguigni che interessano la zona della vulva
- Non è una condizione che si può collegare a un livello di eccitazione sessuale presente nella donna
- Si tratta di una forma di erezione della zona clitoridea che a differenza della norma risulta avere tempi più lunghi
Quali sono le specifiche conseguenze che si innescano nell’organismo femminile nel momento in cui soffre di questa forma di priapismo? Il flusso sanguigno che interessa la zona della vulva e del clitoride a livello di corpi cavernosi presenta un tracciato del tutto alterato. Dovendo parlare di possibili cause, si potrebbe anche affermare che potrebbero essere riconducibili a quelle legate al priapismo maschile.
Tuttavia volendo parlare di cause, potremmo anche dire che la conseguenza di questa condizione potrebbe essere legata a :
- Una donna che è in cura magari con antidepressivi per problemi di natura psicologica, potrebbe avere delle disfunzioni nella sfera sessuale.
- Una donna che è in cura magari con farmaci antipsicotici, potrebbe avere delle disfunzioni nella sfera sessuale.
- Un’altra ipotesi plausibile è quella che è collegata a un’alterazione nella funzionalità di nervi come quello pudendo o quello dorsale nella zona della clitoride.
- Potrebbe essere una forma associabile ad un’altra problematica chiamata sindrome delle gambe stanche
- Potrebbe essere una forma associabile ad un’altra problematica chiamata vescica iperattiva
Parliamo di quello maschile
A differenza di quello femminile, quello maschile è stato studiato a fondo, sia nella forma definita ischemica, sia nella forma definita non ischemica. In tal senso è bene dire che avere un’erezione in termini temporali troppo prolungata nel tempo deve a tutti gli effetti essere considerata come un’emergenza di natura medica da non sottovalutare. Nel la forma maschile tuttavia, si sono individuate alcune cause che andiamo a dettagliare:
- Nella forma maschile potrebbe essere la conseguenza di un trauma
- Nella forma maschile potrebbe essere la conseguenza di una patologia chiamata anemia falciforme
- Nella forma maschile potrebbe essere la conseguenza di una patologia tumorale come la leucemia
- Nella forma maschile potrebbe essere la conseguenza di una lesione che interessa la zona del midollo spinale
- Nella forma maschile potrebbe essere la conseguenza dell’assunzione di farmaci utilizzati per curare problemi di disfunzione erettile
Nella forma maschile esistono infatti delle terapie che possono essere utilizzate per curare questa problematica, tra queste abbiamo:
- Una possibile strada prevede di aspirare il sangue in eccesso presente nella zona del pene
- Un’altra possibile strada prevede di iniettare nella zona del pene degli specifici farmaci ad azione di vasocostrizione
- In alcuni casi è possibile procedere applicando del ghiaccio nell’area dei genitali
- Se la problematica dovesse essere molto accentuata, si interverrà con procedure di natura chirurgica
L’approccio chirurgico cosa prevede? Nel caso dell’uomo la tecnica utilizza uno shunt che permette di creare una sorta di passaggio. In questo modo sarà possibile deviare il flusso sanguigno presente in eccesso nella zona del pene maschile e ripristinare un corretto apporto di sangue.
Esami prescritti al paziente uomo
Quali sono gli esami che vengono in tal senso prescritti a un paziente uomo che soffre di un’erezione fastidiosa a dolorosa che tende a protrarsi nel corso del tempo? Per prima cosa il medico potrebbe decidere di fare un prelievo sanguigno nella zona del pene per determinare quali siano i livelli di ossigeno presenti.
Non si può escludere a priori che venga fatto un esame come l’ecodoppler del pene. Se la diagnosi fosse difficoltosa e permanessero dubbi, si potranno fare degli esami di approfondimento quali:
- Potrebbe essere prescritto un emocromo con formula
- Potrebbe essere fatto un esame delle urine
- Si potrebbe sottoporre il paziente a una tomografia computerizzata
- Si potrebbe sottoporre il paziente a una risonanza magnetica per immagini
Approcci sulla donna
In un caso di priapismo femminile è stata effettuata una terapia identica a quella legata allo stesso problema presente nell’uomo. Cosa ha previsto questo approccio? Si è intervenuti con:
- Iniezione di eparina nei corpi cavernosi della zona del clitoride
- Iniezione di epinefrina nei corpi cavernosi della zona del clitoride
Gli step successivi hanno comportato due fasi:
- Aspirazione
- Decompressione
La paziente ha avuto un miglioramento.
Stress e condizionamenti neuroassociativi