Se si ha la piaghetta infiammata quali sintomi la donna tende a manifestare? Per prima cosa è bene dire che non è matematico che si verifichino dei sintomi specifici. Il decorso di questa particolarità potrebbe essere del tutto asintomatica. Nel caso in cui dovesse innescare nell’organismo di una donna una precisa sintomatologia, parliamo di:
- La donna potrebbe avere delle perdite di natura emorragica successive a un rapporto di natura sessuale. Il rapporto potrebbe causare alla donna anche una sindrome dolorosa
- La donna potrebbe avere un fenomeno chiamato spotting, si tratta sostanzialmente di perdite di natura ematica che si producono negli intervalli di tempo fisiologici previsti tra un flusso mestruale e l’altro
- La donna potrebbe avere delle perdite che hanno un colorito tendente al bianco. Questa condizione viene definita leucorrea
- La donna potrebbe avere una sindrome dolorosa che interessa la zona pelvica
- La donna potrebbe andare incontro a problematiche di arrossamento
- La donna potrebbe andare incontro a una sindrome dolorosa
- La donna potrebbe avere problematiche come il prurito
Tuttavia potrebbe innescarsi una sintomatologia ancora più delicata in alcuni casi. Trattandosi di zone della donna molto sensibili e delicate, non si può escludere a priori la zona interessata possa andare incontro a processi di natura infiammatoria. In tal caso è importante intervenire il prima possibile. Trascurare una sintomatologia del genere, potrebbe innescare nel corso del tempo processi di natura infettiva come ad esempio il Papilloma Virus. Questa infezione potrebbe a sua volta provocare delle lesioni.
Definiamo meglio il termine piaghetta
Potremmo anche dire che il termine piaghetta da un punto di vista medico è improprio, tecnicamente si parla di “ectropion cervicale”. Da un punto di vista dell’organismo femminile, cosa indica questa condizione? Si tratta una modificazione di natura del tutto benigna di quella che è la struttura della zona chiamata cervice uterina. Di quale segmento specifico del corpo della donna stiamo parlando? Si tratta di una parte dell’utero che si trova posizionato però in una zona inferiore. Il termine piaghetta indica di fatto una sorta di estroflessione che riguarda cellule che sono presenti nella zona del canale cervicale. Quello che accade è che tendono a collocarsi al di fuori dell’orifizio dell’utero. Da un punto di vista della conformazione anatomica del corpo della donna, durante la visita ginecologica, il ginecoloco rileverà una sorta di estroflessione, una piega che si trova in quella zona dell’utero che tende a sporgere verso la zona della vagina.
Si tratta di una condizione che la donna può sviluppare in seguito a livello morfologico o si tratta di una condizione che è presente fin dalla nascita? Per prima cosa è bene dire che l’estroflessione si presenta in numerose donne, in generale risulta essere presente fin dalla nascita e nella maggioranza dei casi ha un decorso del tutto benigno, non comportando sintomi di alcuna sorta nella donna.
Il fatto che nella maggior parte dei casi non presenti alcun tipo di sintomo, risultando in tal senso del tutto asintomatica, non esclude a priori che in alcuni casi possa invece innescare dei sintomi, vediamo quali:
- La donna potrebbe avere perdite di natura emorragica successive a un rapporto sessuale
- La donna potrebbe andare incontro a una maggiore secrezione vaginale
Se la donna dovesse trovarsi in queste condizioni, sarà opportuno che consulti il proprio ginecologo. Insieme si valuterà se sia il caso di procedere a un intervento di natura chirurgica che possa determinare una risoluzione completa e radicale della problematica e dei sintomi connessi.
Parliamo dell’utero
Ora facciamo un piccolo approfondimento su un organo importante come l’utero nel corpo di una donna. Per prima cosa è bene dire che si tratta di un organo molto importante, infatti per quanto concerne la struttura femminile è quello deputato ad accogliere l’embrione qualora la donna dovesse rimanere incinta in seguito a un rapporto sessuale. L’embrione verrà dunque accolto nella zona dell’utero e consentirà di farlo sviluppare durante le sue fasi successive di crescita. La stessa struttura uterina è destinata nel corso del tempo a cambiare in funzione della crescita dell’embrione. Come potremmo definire in tal senso la struttura dell’utero? Possiamo definirlo a tutti gli effetti come una sorta di imbuto capovolto.
Per quanto riguarda la sua struttura possiamo dividerlo in due sezioni specifiche, vediamo quali:
- Si parla di una struttura chiamata corpo dell’utero che si trova nella zona superiore
- Si parla di una struttura chiamata cervice che è posta nella zona inferiore
Parliamo di cervice uterina
Delle due zone che abbiamo analizzato quella che è più a stretto contatto con la vagina è la cervice dell’utero, a sua volta questa porzione può essere a sua volta suddivisa in:
- Parleremo di una zona chiamata endocervice
- Parlaremo di una zona chiamata esocervice. Questa seconda zona è di fatto quella situata in maggiore prossimità della vagina
Parliamo di cause
Come abbiamo detto in precedenza, in tanti casi questa estroflessione chiamata anche piaghetta, può essere presente nella struttura anatomica della donna già fin dalla nascita. In altri casi invece, potrebbe essere la conseguenza di una serie di condizioni che andiamo ad analizzare nel dettaglio quali:
- La piaghetta potrebbe anche essere il risultato di mutamenti di natura ormonale presenti all’interno della donna. Si parla infatti di donne che sono nella fase fertile, durante la quale tendono ad avere una produzione di ormoni di natura estrogena maggiormente elevata rispetto a donne che sono magari in menopausa
- La presenza di questa estroflessione potrebbe anche essere il risultato del parto avuto dalla donna. Dobbiamo sempre pensare che c’è il transito di un feto lungo la zona del canale vaginale
- La comparsa di questa estroflessione potrebbe anche essere il risultato di una serie di piccoli traumi che si sono originati durante un rapporto sessuale
- Questa condizione non si può escludere del tutto ma è un evento molto raro quando la donna si trova in menopausa. Infatti il livello di estrogeni è molto basso
Processo diagnostico
Qual’ è il corretto iter diagnostico che consente di rilevare la presenza di questa pieghetta? Solitamente la scoperta di questa estroflessione avviene durante la visita ginecologica di routine. Tuttavia il ginecologo potrebbe ipotizzarne la sua presenza anche dietro descrizione dei sintomi che la paziente lamenta quali:
- La donna lamenta la presenza di perdite di natura emorragica
- La donna lamenta la presenza di secrezioni vaginali molto abbondanti, più del dovuto
Una volta ipotizzato che nell’organismo della donna potrebbe esserci questa estroflessione, il ginecologo potrà decidere di eseguire un’esplorazione all’interno della vagina utilizzando uno strumento chiamato speculum. In questo modo sarà possibile esaminare in maniera dettagliata il canale cervicale.
Se il ginecologo dovesse sospettare la presenta di una patologia più seria, come ad esempio una forma neoplastica al collo dell’utero, molto probabilmente sottoporrà la paziente a un altro esame che si chiama colposcopia. Con questo esame la cervice uterina viene analizzata ed esaminata in maniera molto più dettagliata e approfondita.
Perchè sottoporre la paziente a questo tipo di esame? Per il semplice fatto che non è sempre così semplice riuscire a capire a occhio nudo tramite la visita ginecologica se si tratta di una estroflessione o si tratta di un tumore al collo dell’utero.
Approcci terapeutici
Quali sono dunque gli approcci terapeutici che si potranno mettere in campo per curare l’ectropion cervicale? Per prima cosa è bene dire che se si tratta di una estroflessione che non dà alcun tipo di sintomo alla paziente, in generale non si interviene in alcun modo. Se si tratta di una estroflessione che si è prodotta in seguito a un parto, dovrebbe rientrare in maniera del tutto naturale nel corso dei tre/sei mesi successivi alla nascita del bambino.
Il medico ginecologo, per cercare di ridurre i possibili rischi che l’ectoprion possa dare origine a processi di natura infiammatoria, potrebbe decidere di prescrivere alla paziente l’utilizzo di:
- Alla paziente potrebbe decidere di prescrivere l’utilizzo di ovuli vaginali
- Alla paziente potrebbe decidere di prescrivere l’utilizzo di lavande
- Alla paziente potrebbe decidere di prescrivere l’utilizzo di disinfettanti
Se invece la sintomatologia lamentata dalla paziente fosse molto accentuata, al punto tale da creare nella sua vita molte forme di disagio sia psicologico che fisico, oltre a creare dei problemi legati al quotidiano svolgimento di tutte le attività che la donna svolge, si potrà decidere di fare un intervento di natura chirurgica che potrebbe essere fatto in due modi differenti, vediamo quali:
- Si potrebbe utilizzare una tecnica chirurgica chiamata diatermocoagulazione. Di cosa si tratta esattamente? Sostanzialmente si tratta di in intervento chirurgico che prevede l’utilizzo di un bisturi elettrico che consente di bruciare l’estroflessione. Si può eseguire anche senza somministrare alla paziente un’anestesia. In linea generale si tratta di un intervento che non causa alcun tipo di sindrome dolorosa alla paziente
- Si potrebbe utilizzare una tecnica chirurgica chiamata crioterapia. In questo caso si utilizza il freddo per bruciare l’estroflessione
Comportamenti da attuare successivi agli interventi
Una volta che la paziente è stata sottoposta a queste due modalità di interventi, dovrà adottare uno specifico comportamento che sarà necessario porti avanti per un periodo di almeno 20/30 giorni. Dovrà astenersi in maniera radicale da qualsiasi tipo di rapporto sessuale, per fare in maniera tale che avvenga la corretta cicatrizzazione della ferita.
Approcci preventivi
La piaghetta infiammata e i sintomi richiedono che il soggetto possa attuare dei comportamenti utili a ridurre il rischio che si possano produrre infezioni? La risposta è si, ci sono alcuni accorgimenti che si possono seguire, vediamo quali:
- Per prima cosa è molto importante che la donna sia molto attenta alla propria igiene intima. Questo prevede l’utilizzo di prodotti detergenti ad azione delicata
- Se la donna ha una sessualità molto attiva, sarà molto importante che utilizzi le opportune precauzioni durante l’atto sessuale come ad esempio il preservativo. Questo la pone anche al riparo dal rischio di contrarre malattia a trasmissione sessuale
- Un’altro comportamento molto importante non meno degli altri indicati è quello di sottoporsi con una certa regolarità a visite di natura medica/ginecologica con l’esecuzione del pap test
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