pavor nocturnus : come si manifesta e di cosa si tratta

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Avete mai sentito parlare del pavor nocturnus? Si tratta di una malattia che colpisce il nostro organismo? Si tratta di uno stato di tensione mentale? Quali provvedimenti si possono prendere per evitare una manifestazione del genere? Dobbiamo rivolgerci a un medico per valutare una cura specifica? Queste sono alcune delle domande che potremmo porci se sentissimo parlare per la prima volta di questa condizione.

Parliamo di una patologia? No, in realtà la sua traduzione letterale, trattandosi di una espressione latina è terrore durante la fase del sonno detta anche terrore notturno. Rientra in una specifica casistica  che riguarda possibili perturazioni legate ala fase del sonno che per sua fortuna non hanno un’origine di natura patologica.

Copisce con maggiore frequenza in una specifica età o si tratta di una condizione alla quale possono essere potenzialmente interessati tutti? In termini statistici, si tratta di un fenomeno che può colpire con una certa frequenza i bambini, parliamo comunque di una percentuale molto bassa, circa il 3%. Si manifesta principalmente nei bambini di sesso maschile, mentre è piuttosto raro nelle bambine.

L’età nella quale può comparire va dai 2 anni fino ai 12, e solitamente tende a scomparire in maniera del tutto naturale durante la fase adolescenziale. Ci troviamo in presenza di una manifestazione psicologica e fisica che ha una componente di natura patologica che va indagata a fondo? Si tratta di problemi che coinvolgono la sfera emotiva, neurologica, psicologica o relazionale del bambino e richiedono quindi un intervento specifico?

In realtà questa manifestazione legata alla fase del sonno non presenta alcun tipo di risvolto di natura patologica. Non comporta delle possibili conseguenze che si potrebbero manifestare in seguito, o in un periodo successivo nella vita del bambino. Si tratta invece di una particolare condizione che può verificarsi solo nella fase di sonno profondo, il soggetto che manifesta questo stato di forte turbamento emotivo, solitamente non ricorda nulla, o solo brevi frammenti. Infatti lascia una sorta di amnesia che può essere parziale o totale.

Pavor nocturnus e sue manifestazioni

Sorge spontanea una domanda a questo punto. Una possibile crisi legata a una condizione di pavor nocturnus ha un livello molto intenso, oppure si può manifestare in maniera più moderata? Quando si manifesta la crisi, i sintomi che possiamo riscontrare nel nostro bambino sono piuttosto forti. Il bambino grida in maniera molto intensa, oppure si possono sentire urla nel sonno, gli occhi spesso si presentano sbarrati.

Altre manifestazioni legate a questa crisi notturna, sono legati al respiro che si presenta piuttosto irregolare e intenso, la sudorazione è abbondante, la frequenza cardiaca è accellerata. Il volto si può presentare un pallore diffuso o al contrario essere di colore paonazzo, il tutto accompagnato da perdite urinarie.

Possiamo notare che i movimenti del bimbo durante il sonno si fanno disordinati e scomposti. Il tutto può essere accompagnato da grida,   pianti, urli, insomma in una condizione molto simile al terrore. In questa condizione non riusciamo a calmarlo con dei gesti o delle parole, anzi al contrario qualsiasi parola, gesto fisico che si può tradurre in un abbraccio per cercare di placare il suo stato di agitazione, contribuiscono ad aumentare l’intensità di questo fenomeno di terrore notturno.

Ha una durata specifica?

Si parla di crisi che per fortuna hanno una durata limitata nel tempo, di solito si possono risolvere in pochi minuti, tuttavia in alcuni casi possono anche durare in un periodo che oscilla tra i 10 minuti e i 30 minuti. Una volta passata, il sonno del bambino torna ad essere profondo e calmo, come se la manifestazione di terrore improvvisa, alla quale abbiamo assistito non fosse mai capitata.

Il sonno del bambino si è bruscamente interrotto come si sarebbe portati a pensare quando si è manifestato questo particolare fenomeno di terrore notturno? In realtà il terrore notturno si manifesta in una fase di sonno molto profondo, e le sue manifestazioni di natura fisica, non incidono sulla fase del sonno. Così come si è manifestato in maniera improvvisa, così cessa, senza lasciare alcun tipo di traccia nella mente del bambino.

Infatti la mattina dopo se facciamo delle domande legate alla notte prima, il bambino non ricorda assolutamente nulla, come se non fosse mai accaduto. Se per caso lo svegliate subito dopo aver avuto questa crisi violenta, i suoi ricordi sono legati alla fase di risveglio e non sono in alcun modo collegati alla crisi appena avuta.

Si manifesta a intervalli ben specifici?

Si tratta di crisi improvvise, non hanno una cadenza ciclica specifica, non sono per questo motivo in alcun modo prevedibibili, anche perchè sono strettamente legate a una fase di sonno molto profondo. Non si tratta quindi di una crisi riconducibile a una fase nella quale il bambino sta per caso sognando. Possiamo quindi affermare con certezza che non stiamo parlando di incubi che si verificano durante il sonno.

Per fortuna vi possiamo tranquillizzare dicendovi come già affermato in precedenza che non si tratta di disturbi che hanno in qualche modo una causa di natura neurologica, non ci troviamo in presenza di crisi che si manifestano per problemi o carenze di natura affettiva, non è neanche un attacco di panico.

La definizione più corretta che possiamo dare è quella di un’attivazione del sistema limbico che è quello che controlla il livello di emozioni, ma non si manifesta come conseguenza magari di un vissuto del bambino fatto di emozioni molto intense provate in specifiche occasioni.

Come comportarsi se capita al nostro bambino

Se come genitori ci dovesse capitare di assistere a una crisi di pavos nocturnus, bisogna comportarsi come se ci trovassimo in presenza di un fenomeno di sonnambulismo. Conviene quindi mantenere la calma, non fare nulla di particolare, evitare di avere un contatto fisico con il bambino, preoccupandosi solo del suo livello di sicurezza, dovesse essere quindi molto agitato, con il rischio di farsi del male. Quello che non dovete assolutamente fare è svegliarlo.

Infatti potrebbe essere per il bambino un evento traumatico,  si ritroverebbe attorniato di visi dei adulti angosciati e preoccupati per le reazioni avute nel sonno . Quello che si può fare è parlargli mantenendo un tono di voce molto calmo e rassicurante. Se invece presi dall’ansia per il nostro bambino lo svegliamo, chiedendogli magari cosa è successo e se ha avuto un incubo, il bambino potrebbe costruire una storia che rappresenta il trauma del risveglio forzato.

Caratteristiche del terrore notturno

Vediamo ora in sintesi un quadro riepilogativo delle manifestazioni legate al terrore notturno:

  • L’età in cui si può manifestare varia dai 2 ai 12 anni
  • Può durare pochi minuti fino a una mezzora circa
  • avviene in una fase di sonno molto profonda
  • i sintomi sono molto intensi e possono costituire motivo di ansia per i genitori che assistono al suo manifestarsi
  • non causa conseguenze
  • non bisogna intervenire ma occorre lasciare che passi
  • non è collegata a traumi o problemi
  • si risolve naturalmente durante la fase adolescenziale