parassiti intestinali : cosa sono e come si prendono

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Se parliamo di parassiti intestinali a cosa ci riferiamo? Esistono delle modalità specifiche di trasmissione in base alle quali rischiamo di trovarci nel nostro corpo un organismo estraneo poco gradito? Quale  esame di approfondimento dobbiamo fare se sospettiamo di avere nel nostro corpo un parassita intestinale? A quale specialista ci dobbiamo rivolgere?

Esiste un approccio terapeutivo con l’utilizzo di farmaci ad ampio spettro in grado di debellare la loro presenza o si utilizzano farmaci differenti a seconda del tipo di ospite che abbiamo nel nostro corpo?

Queste sono alcune delle domande che giustamente ci potremmo porre se sentissimo parlare di parassiti intestinali e ci accorgessimo per nostra sfortuna di averne alcuni dentro al nostro intestino. Cerchiamo ora di andare per ordine, approfondendo i vari aspetti legati a questi ospiti indesiderati.

Parassiti intestinali si dividono in protozoi e metazoi

I parassiti si dividono in due specifiche categorie in base alla loro struttura e alla loro complessità. Abbiamo i protozoi che hanno una struttura unicellulare e i metazoi che invece sono pluricellulari. Ovviamente in base al loro livello di complessità hanno strutture completamente diverse.

Solitamente in ambito medico quelli che sono oggetto di ricerche e approfondimenti sono i metazoi che si distingono a loro volta in vermi di forma cilindrica ed in vermi piatti.

Come vengono assorbiti dal nostro organismo

Qual’è la modalità attraverso la quale entrano nel nostro organismo? Dipende molto dal regime alimentare che seguiamo, infatti il consumo di cibi senza il giusto grado di cottura o addirittura crudi, diventano il veicolo ideale per assorbire nel nostro organismo questi parassiti.

I cibi possono essere differenti tra di loro, infatti di parla di carne cruda, o di verdure che non sono state opportunamente lavate, contaminate quindi dalla presenza di acque nere. L’unico veicolo di trasmissione è legato al cibo che consumiamo ogni giorno? No, si possono contrarre anche attraverso l’acqua vediamo come.

I bambini senza aver lavato accuramente la mani, le portano alla bocca, in alternativa può anche essere il risultato dell’avere nuotato in acque contaminate da queste specie. Può anche capitare che i parassiti riescano a entrare nel nostro corpo attraverso la pelle, magari mani e piedi che calpestano e toccano uno specifico terreno.

Quali soggetti colpiscono maggiormente?

In generale i parassiti intestinali tendono a cercare organismi ospiti più fragili, nei quali il sistema immunitario nono funziona come dovrebbe o semplicemente è indebolito per la presenza di altre patologie. Parliamo ad esempio di pazienti con l’Aids, che a causa di questa malattia hanno un sistema immunitario già fortemente compromesso e sono quindi più facilmente attaccabili.

Sintomatologia riscontrata

Ci sono dei sintomi specifici in base ai quali si manifesta la presenza di un parassita all’interno del nostro organismo? Purtroppo non è possibile dare una risposta precisa a questa domanda, ci sono infatti una serie di variabili che vanno prese in considerazione. Prima cosa che occorre tenere presente è il tipo di parassita che abbiamo contratto, un secondo fattore importante è legato al livello di difese immunitarie che si attivano nel momento in cui viene rilevato un corpo estraneo.

Altri fattori da prendere in considerazione riguardano il livello di sviluppo del parassita stesso, dove si trova esattamente. Un altro fattore problematico riguarda i sintomi che il soggetto manifesta. Sono talmente vaghi e generici che non è semplice arrivare a una diagnosi corretta di questa problematica.

Si parla di nausea, dolori di tipo addominale, diarrea, coliti. Unitamente a questi sintomi ne possono comparire altri come febbre, sudorazione notturna, mal di testa e senso di debolezza diffuso.

Danni recati da questi parassiti

L’azione di questi parassiti ha una logica specifica, votata alla loro sopravvivenza. Proprio per questo motivo non è nel loro interesse provocare sintomi talmente evidenti, da condurre al decesso. Ne andrebbe della loro stessa sopravvivenza, oltre a questo è bene specificare che i sintomi che abbiamo riportato, hanno un carattere piuttosto generico.

Possono essere tranquillamente associati a patologie tra di loro molto diverse, proprio per questo motivo, possiamo identificare alcuni eventi importanti collegati alla loro comparsa? Si, per esempio il rischio di contrarre un parassita, può essere direttamente collegato a un viaggio magari fatto in paesi tropicali poveri, magari in via di sviluppo. Contesti dove le condizioni igieniche sono precarie. Un altro fattore che può influenzare la loro comparsa, è l’essere stato a stretto contatto con soggetti che avevano queste forme parassitarie all’interno del loro organismo.

Diagnosi parassiti intestinali

Per diagnosticare nella maniera più corretta l’eventuale presenza di un parassita, si esegue un esame al microscopio delle feci del soggetto. Per avere una diagnosi corretta, è bene ripetere l’esame almeno per tre volte di seguito, in un periodo compreso tra i sette e i dieci giorni.

Il verme solitario chiamato anche Tenia

Abbiamo deciso di fare un ulteriore approfondimento, parlando di uno dei parassiti forse più conosciuti: il Tenia. Si tratta di un parassita appartenente alla specie dei vermi intestinali, infatti si collocano direttamente nell’intestino dell’ospite che infettano. Attualmente ne esistono più di cento specie. Ne citiamo alcuni tra i più conosciuti. Il Tenia è anche definito il verme dei maiali, perchè prima di insediarsi nell’organismo umano, utilizza come ospite in fase intermedia il maiale. Poi abbiamo il Tenia saginata che utilizza i bovini come ospiti intermedi per insediarsi poi in un secondo momento nell’essere umano.

Come si insedia nell’organismo umano

Questo tipo di verme riesce a insediarsi nell’uomo attraverso la catena alimentare. Solitamente è la conseguenza di un consumo di uova, più raramente l’infestazione da tenia avviene attraverso il consumo di carne bovina. C’è una ragione in tal senso molto precisa, nei paesi industrializzati le norme igienico sanitarie che riguardano la conservazione della carne sono molto più severe, questo esclude in partenza la possibile presenza di un parassita del genere.

Discorso diverso va fatto nei paesi poveri, se avviene un’importazione di carne da paesi poveri verso paesi a maggior grado di industrializzazione, i rischi aumentano. Infatti nei paesi definiti poveri, le norme igienico sanitarie spesso sono carenti se non del tutto assenti, stesso discorso va fatto per le tipologie di controlli che possono venire messi in campo.

Ciclo di vita del tenia solium

Prima di infestare il corpo dell’ospite, questi parassiti presentano uno stadio di larve, solo dopo essersi insediati stabilmente nell’intestino umano, in circa due mesi, grazie al nutrimento ottenuto dalle sostanze presenti nell’intestino umano, passano dallo stadio di larve a vermi adulti.

Anche in questo caso la sintomatologia che può caratterizzare nell’uomo “l’infestazione da tenia” è piuttosto varia e generica. La prima cosa da dire è che i sintomi della presenza del tenia, si manifestano alcuni mesi dopo che è diventato adulto nell’intestino dell’ospite.

Quali sono i sintomi della presenza del Tenia?

Tra i sintomi che possiamo descrivere, c’è quello di un aumento del senso di fame. In pratica pur alimentandosi in maniera normale, si avverte un appetito accresciuto, accompagnato da un senso di stanchezza causato dalla mancanza di calorie e di vitamine che sono assorbite dal parassita.

I sintomi che possiamo avvertire in presenza di questo parassita vanno dalla diarrea, alla stitichezza, al senso di nausea e al vomito. Nel caso di sintomi del genere è bene rivolgersi al medico che dopo un’opportuna visita, deciderà se è necessario un approfondimento con esami specifici.

Quali esami svolgere per la diagnosi da tenia

L’iter che porta alla diagnosi da tenia prevede sull’esame delle feci, la parte più importante spetta a un laboratorio che farà un esame colturale per confermare la presenza o meno del verme intestinale. La terapia che va messa in atto per debellare il parassita di basa su farmaci specifici ne citiamo alcuni:

  • Niclosamide che viene introdotta nel corpo per via orale, e agisce interrompendo il “rifornimento di energia” che consente al parassita di sopravvivere nell’intestino. Senza l’energia che gli serve, diventa attaccabile dagli enzimi presenti nell’intestino. Viene poi eliminato tramite le feci
  •  Praziquantel sempre preso per via orale, provoca spasmi muscolari al verme, consente sempre agli enzimi dell’intestino di attaccarlo e eliminarlo attraverso le feci
  • Albendazolo blocca l’assunzione di glucosio e zucchero presenti nell’intestino, una fonte molto importante di energia per il parassita. Privato del suo nutrimento, ” muore letteralmente di fame”.

Fattori di prevenzione nei parassiti intestinali

Per prevenire l’insorgenza del verme solitario è bene consumare carni molto ben cotte, evitando di mangiare quelle di importazione che provengono magari da paesi poveri. Va anche sottolineato come il processo di surgelazione della carne sia molto utile per prevenire possibili infezioni da verme solitario.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.