Novità nella sclerosi multipla, cosa è stato recentemente scoperto da alcuni ricercatori e portando avanti determinati studi? Parlare di sclerosi multipla ancora oggi, vuol dire nonostante i progressi fatti e i farmaci che vengono somministrati ai pazienti, riferirsi a un tipo di malattia che ha la caratteristica di diventare cronica nel corso del tempo e irreversibile.
Per questo motivo qualsiasi le novità sulla sclerosi multipla, consentono non solo ai ricercatori ma agli stessi pazienti, di poter sperare in un futuro migliore, nel quale la malattia sia curabile con approcci terapeutici differenti contraddistinti da un maggior grado di efficacia.
Lo studio che parla di novità nella sclerosi multipla, ha evidenziato come le cellule che hanno il compito di ricostruire la mielina danneggiata, e che in realtà non svolgono questo compito, portando di fatto un paziente a uno stadio cronico della malattia, non presentano una struttura diversa da quella delle persone sane.
La scoperta è molto importante, infatti secondo questo studio, non sono le cellule ad avere subito una mutazione tale che ne compromette il corretto funzionamento, ma è l’ambiente infiammatorio nel quale si trovano che ne modifica profondamente il comportamento.
Studio condotto dai ricercatori del San Raffaele di Milano
Chiaramente si è potuto arrivare a dei risultati del genere tramite due studi di natura internazionale condotti dai ricercatori del San Raffaele di Milano, in collaborazione con l’Hospital di Munster. Per quale motivo sono stati condotti e qual’ è il fine di queste ricerche?
Lo studio nasce con un intento preciso, quello di riuscire a sviluppare nuovi approcci di natura terapeutica per la cura della sclerosi multipla, proprio per raggiungere questo obiettivo, attualmente sono 8 i centri di ricerca coinvolti in tutto il mondo che stanno portando avanti questo programma. Lo scopo è quello di riuscire ad accelerare la fase di sviluppo di nuove terapie più mirate nella cura della sclerosi multipla, puntando sulla sinergia di strutture in collaborazione tra di loro.
Novità sclerosi multipla: quanto è importante questa scoperta
Si tratta sicuramente di una scoperta importante che rende più chiari quali sono i meccanismi di sviluppo di questa malattia cronica, per poter arrivare a questo, sono state messe a confronto cellule staminali pluripotenti indotte di tre persone affette da Sclerosi Multipla, con quelle di staminali di persone sane.
Proprio da questo confronto è emerso che le cellule delle persone affette da Sclerosi Multipla, sono di fatto non distinguibili dalle cellule delle persone sane. La capacità di produrre mielina nelle persone che hanno la Sclerosi Multipla, non è compromessa per un’alterazione presente nelle loro cellule ma è inibita dall’ambiente infiammatorio nel quale si trovano. Quindi l’incapacità di rimielinizzare nelle persone affette da Sm è dovuto solo ed esclusivamente all’ambiente infiammatorio nel quale si trovano.
Sclerosi multipla: malattia della mielina
Parlando di novità nella sclerosi multipla, la prima cosa che possiamo dire è che è sempre stata una malattia della mielina, nella quale c’è un peggioramento progressivo delle condizioni del paziente perché le cellule che producono mielina, non riescono più ad assolvere a questa funzione. Da sempre la causa di questa disfunzione, veniva attribuita alle cellule stesse chiamate anche oligodendrociti.
Grazie invece alle recenti scoperte emerse da questi studi, oggi i ricercatori sanno che le cellule delle persone affette da Sm, non sono malate o presentano alterazioni nella produzione di mielina. Anzi al contrario di quello che fino a questo momento si è sempre sostenuto, le cellule delle persone affette da Sclerosi Multipla sono sane e perfettamente in grado di produrre mielina. Il problema vero è l’ambiente infiammatorio nel quale si trovano a operare, che inibisce di fatto il loro regolare funzionamento.
Quindi il problema nei malati di sclerosi multipla è legato al processo infiammatorio in atto, un’infiammazione che si presenta da subito, nei primi stadi della malattia e che intacca il corretto funzionamento di tutte le cellule nervose con le quali viene in contatto.
Quindi come utilizzare questi dati importanti acquisiti?
Sicuramente, rispetto al passato, serve un approccio terapeutico completamente nuovo, che sia in grado di sviluppare e puntare su terapie che abbiano come caratteristica, quelle di essere neuroprotettive, in grado quindi di bloccare il processo infiammatorio sul nascere, riuscendo a contrastare efficacemente la progressiva degenerazione dei tessuti che avviene come conseguenza dell’insorgenza della malattia.
In questo modo è possibile creare un meccanismo positivo e virtuoso nelle cellule del sistema nervoso di persone affette da Sm, bloccando i processi infiammatori che inibiscono la produzione di mielina, le cellule dei malati di Sla, dovrebbero tornare alla loro condizione originaria, funzionando regolarmente e producendo la mielina necessaria per combattere in maniera efficace la Sla.
Progetto BRAVEinMS, una speranza per tutti i malati di Sla
Il progetto BraveinMs punta proprio a questo ambizioso obiettivo, creare una sorta di grande network di natura collaborativa con l’intento di studiare, valutare e selezionare in maniera attenta, una serie di molecole neuroprotettive che saranno poi utilizzate nel trattamento di alcun forme di Sclerosi Multipla.
Proprio per questo motivo sono state selezionate e messe e lavorare insieme le menti più brillanti coinvolte in questo studio relativo alla Sclerosi Multipla. Un grande sforzo che vede ricercatori, operatori, aziende, industrie farmaceutiche per riuscire a ottenere nel più breve tempo possibile risposte positive nella cura di tutte le persone affette da Sclerosi Multipla.