Se non avete mai sentito parlare di una forma tumorale che si chiama meningioma, sappiate che si tratta di una patologia che si sviluppa nella zona delle meningi. Le meningi sono una struttura formata da membrane che nella zona interna del cranio avvolgono il sistema nervoso centrale, proteggendo in maniera efficace la zona del midollo spinale e dell’encefalo. Quali sono le cause specifiche che concorrono allo sviluppo di questa specifica patologia tumorale? Esistono delle linee guida di natura preventiva che possono aiutare le persone a ridurre i rischi di sviluppare una forma tumorale del genere? Quali sono gli approcci di natura terapeutica che consentono di curare questa neoplasia. Sono efficaci e risolutive o aiutano solo il paziente a vivere in maniera più sopportabile la patologia?
In termini puramente percentuali, quanto è diffuso questo specifico tumore? In linea generale, basandosi sui tumori che possono interessare la zona del cervello, possiamo dire che questa forma specifica rappresenta circa un trenta per cento. Sono tumori maggiormente diffusi nella popolazione maschile o femminile? Generalmente colpiscono maggiormente il sesso femminile in termini numerici sono maggiormente diffusi tra le donne in proporzione doppia rispetto a quella che colpisce gli uomini.
Per quello invece che riguarda il fattore età, si tratta di problematiche che riguardano una popolazione più adulta e matura. Possiamo anche dire che l’età specifica del soggetto costituisce a tutti gli effetti un fattore di rischio oggettivo. Esiste una familiarità specifica alla quale sono soggetti alcune persone che sono colpite da questa neoplasia tumorale?
Si, si tratta di una forma tumorale che può manifestarsi in maniera più mirata su soggetti che hanno una specifica sindrome genetica chiamata neurofibromatosi. Si tratta di tumori di natura benigna che coinvolgono la zona dei nervi e delle meningi.
Classificazione di questa forma tumorale
Dovendo classificare questa patologia tumorale possiamo dire che ci potremmo trovare in presenza di tre forme specifiche e ben distinte, andiamo a vedere quali:
- Potremmo trovarci in presenza di una forma di neoplasia tumorale di natura benigna di primo grado. In questo caso la struttura delle cellule tumorali è molto simile a quella delle cellule normali. In termini percentuali si tratta di una forma che costutuisce la maggior parte dei tumori di questo genere che vengono diagnosticati ai pazienti. Siamo intorno all’ottanta per cento circa. La loro caratteristica principale è quella di svilupparsi e espandersi in zone vicine come vasi sanguigni, nervi. In alcuni casi sono in grado di incorporare queste strutture.
- Potremmo trovarci in presenza di una patologia tumorale di secondo grado, nella quale le cellule hanno caratteristiche differenti rispetto a quelle normali. In termini percentuali questa seconda forma è pari circa al 15 per cento
- Potremmo trovarci in presenza di un meningioma di terzo grado. La caratteristica principale di questa forma è quella di di avere delle cellule differenti da quelle normali. Crescono in maniera molto rapida occupando porzioni del cervello
Probabili cause
Ad oggi non si conosce la causa esatta in base alla quale si forma questa specifica patologia tumorale. Possiamo citare però degli studi recenti che hanno messo in evidenza come ci siano delle possibili correlazioni tra squilibri di natura ormonale nella donna e lo sviluppo di questa neoplasia. Un altro fattore interessante che è possibile mettere in evidenza è un collegamento tra i tumori che coinvolgono la zona del seno e questa neoplasia.
Sintomatologie specifiche
In realtà la struttura di questi tumori che sono spesso di dimensioni molto ridotte, fa sì che non necessariamente diano dei sintomi, spesso infatti possono essere del tutto asintomatici. Nel caso invece di sintomatologie che il soggetto può avere parliamo di:
- Il soggetto che ha questa neoplasia può avere delle crisi di natura epilettica
- Il soggetto può avere delle problematiche a livello neuronale focalizzate
- Il soggetto potrebbe avere delle alterazioni a livello comportamentale
Fase diagnostica
Come può essere diagnosticato in maniera corretta una patologia tumorale del genere? Gli esami utilizzati con maggiore frequenza sono la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica. Questi esami hanno una doppia valenza, da una parte aiutano il medico specialista nella corretta diagnosi della patologia tumorale, dall’altra servono a far capire come sta rispondendo il tumore allo specifico trattamento al quale viene sottoposto.
La tomografia computerizzata nella zona dell’encefalo è una specifica tipologia di scansione che si avvale dei raggi x e fornisce una panoramica dettagliata in termini di immagini di tutta la zona del cranio, dei vasi sanguigni. Serve anche per analizzare con attenzione gli effetti che il tumore può dare. Per esempio un’espansione delle dimensioni dell’osso.
La risonanza magnetica con soluzione di contrasto è l’approccio più corretto per poter effettuare una diagnosi in tal senso. Per fortuna solo una piccola parte di questi tumori rappresentata all’incirca da un quindici per cento, possono avere una struttura non lineare e può quindi essere diagnosticata una fase di metastatizzazione e siamo in presenza di forme maligne.
Una fase successiva e ulteriore che può riguardare l’analisi dei vasi sanguigni a livello celebrale. In questo caso si utilizza un esame chiamato angiografia a risonanza magnetica che consente di avere una panoramica dettagliata dei vasi sanguigni. In alcuni casi questa ulteriore fase di anlisi e approfondimento della struttura dei vasi sanguigni che riguardano la zona celebrale viene fatta con uno scopo preciso.
Si procederà in alcuni casi a una procedura di embolizzazione che consente di occludere (chiudere) alcuni vasi sanguigni scelti in maniera selettiva. Si tratta ovviamente di vasi sangugni o arterie che si trovano in prossimità della massa tumorale. La procedura consente di preparare il terreno a un successivo intervento chirurgico.
Approcci terapeutici
Per parlare di trattamenti in questo ambito, per prima cosa bisogna conoscere le dimensioni effettive del tumore. Se si tratta di neoplasie di piccole dimensioni che tendono ad avere una fase di crescita molto lenta o che magari per anni rimangono stabili non crescendo per nulla si può anche decidere di non intervenire.
L’approccio quindi si basa su una fase di monitoraggio e osservazione del tumore molto attenta, avvalendosi di risonanza magnetica che consente di capire come il tumore evolve. Quindi se rimane stabile o nel corso del tempo ha magari una fase di crescita. Se invece si tratta di tumori che tendono ad espandersi o con sintomi specifici come eventuali crisi di natura epilettica, problematiche di natura neurologica, modificazioni di natura comportamentale nel paziente, devono essere trattati tenendo in considerazione alcuni parametri.
Si dovranno conoscere alcune caratteristiche del paziente quali le condizioni generali del paziente, il suo livello di salute neurologica, e anche quelle del tumore. Quindi si dovrà analizzare quali caratteristiche specifiche ha, se per caso ha incorporato vasi sanguigni. Si può quindi intervenire in maniera chirurgica là dove le condizioni generali di salute del paziente e la conformazione del tumore lo consentono.
L’approccio chirurgico può essere una prassi risolutiva nel caso di tumori al primo stadio. In alcuni casi non è possibile utilizzare solo l’approccio chirurgico, soprattutto se il tumore ha incorporato vasi sanguigni o nervi.
Il meningioma al secondo stadio può essere rimosso chirurgicamente ma ha la tendenza a riformarsi. In quello di terzo grado le possibilità che il tumore si riformi anche in maniera veloce sono molto alte oltre a poter dare origine e metastasi.
In alcuni situazioni specifiche nelle quali il paziente ha subito l’intervento chirurgico con rimozione parziale o totale della massa tumorale, nel quale gli esami mettono in evidenza una ricrescita, si può utilizzare la radiochirugia.