Se parliamo di melanoma a quale forma tumorale specifica ci stiamo riferendo? Si tratta di una neoplasia che deriva dalla evoluzione di cellule che formano la pelle chiamate melanociti. Nel corso del tempo mutano la loro struttura diventano cellule maligne. Quando parliamo di pelle dobbiamo per prima cosa dire che a tutti gli effetti è l’organo in assoluto più esteso che possiamo ritrovare nel corpo umano. A sua volta la pelle è formata da tre segmenti specifici che sono l’epidermide, il derma e uno strato definito grasso. Quando si parla di melanociti ci si riferisce a cellule che fanno parte dello strato dell’epidermide. Queste cellule hanno una funzione specifica? Si quella di produrre melanina che costutuisce un efficace barriera protettiva della pelle contro l’azione dei raggi del sole.
Questa patologia tumorale quanto è diffusa e soprattutto a che età si manifesta? In tal senso possiamo dire che si tratta di un tumore che tende a manifestarsi in maniera molto rara nei bambini. La fascia di popolazione che viene maggiormente colpita da questo tipo di tumore è quella che ha un’età intorno ai 50 anni.
Questo non toglie che negli ultimi anni la diagnosi al melanoma è andata incontro a un progressivo abbassamento dell’età media in cui si manifesta. Volendo citare alcuni dati che sono aggiornati al 2017, ogni anno in Italia si registrano circa 7000 casi nuovi relativi a questo tumore negli uomini e circa 6500 nelle donne.
Purtroppo si tratta di una forma tumorale che mostra un trand in crescita e che negli ultimi dieci anni ha visto raddoppiare il numero medio di casi che ogni anno vengono diagnosticati.
Fattori di rischio
Quali sono i fattori di rischio che possiamo evidenziare nello sviluppo di una patologia tumorale del genere? Sicuramente quello più importante è legato all’esposizione della pelle durante la stagione estiva ai raggi dal sole. Chiaramente ci stiamo riferendo sia alla luce del sole sia alla luce delle lampade solari abbronzanti.
Proprio per questo motivo è bene sapere che esporsi per troppe ore di fila al sole o a questi raggi artificiali non è mai una cosa positiva per la nostra pelle. Quale può essere il fattore di rischio che possiamo innescare sulla nostra pelle senza saperlo? Quello che può avvenire è un danneggiamento del Dna relativo alle cellule della pelle e di conseguenza ci può essere il rischio di innescare una reazione in tal senso con la trasformazione delle cellule in tumorali.
Ci sono altri ipotetici fattori di rischio dei quali occorre tenere conto nello sviluppo di una patologia tumorale del genere? Si vediamo quali sono:
- Un fattore di rischio che in quanto tale può alimentare l’insorgenza di un tumore del genere è un sistema immunitario debole, compromesso che non funziona come dovrebbe
- Un altro fattore di rischio è quello collegato a persone che hanno molti nevi sulla pelle
- Se hanno occhi, capelli e pelle chiara
- Se hanno avuto in famiglia parenti colpiti da una patologia tumorale del genere
Origine della patologia tumorale
Una cosa che è importante sapere su questo tumore è che non si origina solo su soggetti che hanno fin da nascita nevi diffusi su tutto il corpo e presentano quindi un rischio maggiore di svilupparlo, si tratta di un tumore che può anche manifestarsi in soggetti che hanno una pelle del tutto priva di nevi.
Per quanto riguarda le forme tumorali che possiamo avere quello superficiale è in assoluto la forma più diffusa ed è presente in almeno il settanta per cento dei casi di nuovi tumori che vengono diagnosticati.
Sintomatologia
Questa forma tumorale specifica è associata a una sintomatologia legata all’aspetto del nevo presente sulla pelle del soggetto. Il mutamento nel suo aspetto o la comparsa di un nuovo nevo possono essere i segnali di una comparsa della patologia tumorale. Vediamo quindi quali sono le caratteristiche di un nevo che come tale vanno prese in seria considerazione:
- Se parliamo di nevi benigni di solito hanno una forma regolare mentre un nevo maligno presenta una certa irregolarità
- I bordi del neo sono irregolari
- Il colore del neo presenta dei mutamenti all’interno del neo stesso
- Le dimensioni del neo tendono a espandersi
- Il neo subisce un processo evolutivo piuttosto rapido e cambia le sue caratteristiche
Non vanno mai sottovalutati segnali molto specifici come ad esempio un neo che inizia ad avere un sanguinamento o che magari presenta attorno un’area che si è arrossata.
Approcci preventivi
Ci sono dei comportamenti che in quanti tali possono decisamente ridurre il rischio di sviluppare una patologia tumorale del genere? Si, una precauzione molto utile che ogni persona a prescindere dal tipo di pelle che ha dovrebbe avere è quella di esporsi in maniera moderata e graduale ai raggi del sole.
Evitare scottature, evitare di esporsi in orari nei quali il sole è molto intenso e i cui raggi sono più dannosi. Se decidete di esporvi al sole sarà bene utilizzare cappelli per proteggere il capo, occhiali da sole e creme con un elevato fattore di protezione. Se siete persone che hanno una pelle chiara con molto nei, sarà bene fare frequenti visite dermatologiche di controllo per far valutare lo stato dei vostri nei.
Processo diagnostico
Effettuare una diagnosi in tempi brevi che consenta di prevenire o magari di rilevare questo tumore nella forma iniziale non dipende solo dal medico specialista. Il paziente stesso che ha la pelle chiara e con molti nei è importante che controlli lo stato dei suoi nevi con attenzione per rilevare magari eventuali modifiche in alcuni nei che necessitano poi di una visita dermatologica di controllo.
La visita del dermatologo è piuttosto accurata e comprende alcune domande al paziente volte a ricostruire la storia familiare. L’esame della pelle potrà essere più accurato attraverso l’epiluminescenza che consente di ingrandire e illuminare in maniera specifica la pelle. Tuttavia la certezza che si possa trattare di un melanoma sarà possibile solo attraverso una biopsia.
In cosa consiste questa tecnica specifica? Il dermatologo preleva un campione di tessuto che viene inviato a un laboratorio che provvederà ad analizzarlo attraverso un microscopio. Se la biopsia conferma la presenza di un tumore questo sarà poi classificato in base a quattro stadi specifici. Il sistema di classificazione del tumore tiene conto di:
- Quali sono le caratteristiche stesse del tumore
- Quanto siano veloci le cellule a replicarsi
- Se ha coinvolto anche i linfonodi
- Se sono presenti metastasi
Opzioni di cura
Una volta diagnosticata questa forma tumorale come si interviene? Quali sono le cure a disposizione? Uno dei trattamenti che si tende a privilegiare è quello chirurgico che in molti casi soprattutto se il tumore è in fase iniziale, riescono a estirparlo con la rimozione chirurgica. L’intervento prevede di prassi anche l’asportazione di una parte di tessuto sano attorno al tumore per cercare di ridurre il rischio che ci possano essere cellule tumorali.
Dopo l’intervento si farà una biopsia per determinare se ci sono cellule tumorali ed è necessario intervenire con la rimozione chirurgia di altro tessuto. In alcuni casi si renderà necessario rimuovere anche i linfonodi sentinella. Per fortuna la ricerca negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e sono emersi nuovi approcci di cura come l’immunoterapia e e i farmaci a bersaglio molecolare.
In ogni caso è chiaro che per capire quale sia il trattamento più idoneo sarà molto importante a quale stadio è il tumore, se sono presenti patologie correlate al tumore stesso. Per esempio la radioterapia viene utilizzata quando sono presenti metastasi che coinvolgono le ossa o il cervello.