Mammella tuberosa

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Quando parliamo di mammella tuberosa a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una condizione che riguarda pazienti che possono avere una malformazione che interessa una delle mammelle o entrambe. In tal senso è molto interessante mettere in evidenza uno studio condotto dal professor Pietro Gentile, associato di chirurgia plastica all’università di Tor Vergata a Roma, pubblicato su Aesthetic Plastic Surgery. Lo studio si è principalmente focalizzato sul confronto dei risultati che si sono ottenuti su un gruppo di donne ( si parla di 35 pazienti), avvalendosi della tecnica del Lipofilling. Questa metodica specifica si basa sull’utilizzo e innesto del proprio grasso, a differenza di pazienti trattate con mastopessi o avvalendosi di protesi, nel caso in cui si abbia una problematica come quella della mammella tuberosa.

In termini di risultati, più del 75 per cento delle pazienti trattate con la tecnica del Lipofilling tramite due interventi condotti a distanza di circa sei mesi l’uno dall’altro, ha dato risultati ottimi e soddisfacenti. Infatti le pazienti trattate con questa tecnica, hanno ottenuto seni del tutto naturali, senza la presenza di cicatrici. Secondo Gentile quindi, la tecnica del Lipofilling dimostra di avere un elevato grado di efficacia in casistiche specifiche e selezionate.

Malformazioni e loro gravità

Quanto possono essere gravi queste malformazioni? La risposta corretta è che molto dipende da paziente a paziente, ci potrebbero essere casi nei quali il livello di alterazioni presenti è talmente lieve che sono difficilmente rilevabili anche dalla paziente. Per quale motivazione si producono queste malformazioni? La risposta corretta è che sono collegate ad anomalie che interessano lo sviluppo stesso del seno e della ghiandola mammaria.

In linea generale la paziente che presenta questa problematica non ha sintomi specifici, tuttavia da un punto di vista psicologico può avere dei notevoli impatti, abbassando il naturale livello di autostima della paziente. Ad oggi l’unico trattamento valido è legato ad un approccio di natura chirurgica.

Approfondiamo l’anomalia

Si tratta di alterazioni che interessano la ghiandola mammaria che a differenza di una condizione normale, tende ad avere uno sviluppo del tutto anomalo, assumendo in tal senso una forma che ha due caratteristiche specifiche, vediamo quali sono:

  • Si parla di una forma stretta;
  • Si parla di una forma lunga (definita in maniera frequente con la terminologia tuberosa.

C’è un’età specifica nella quale si possono presentare queste malformazioni? La risposta corretta è che potrebbero manifestarsi fin dalla fase adolescenziale, si tratta già di per sè di un periodo piuttosto complesso nello sviluppo di una donna, da questo punto di vista il livello di autostima della paziente donna potrebbe avere delle ripercussioni negative da un punto di vista psicologico.

Parliamo di cause

Quali potrebbero essere invece le cause che portano una donna a sviluppare una condizione del genere? Per prima cosa è bene dire che si tratta di uno sviluppo del tutto anomalo del tessuto mammario, in questo caso il suo accumulo avviene nella zona dietro l’aureola. Ad oggi, la medicina moderna non è ancora riuscita a stabilire le cause specifiche di questa forma anomala del seno, in tal senso si ipotizza che:

  • Potrebbero essere legati a fattori definiti ambientali;
  • Potrebbero essere legati a fattori dietetici.

Vediamo ora nel dettaglio quali sono i segni definiti come clinici:

  • Uno sviluppo non adeguato dei quadranti inferiori legati al seno;
  • Assenza di tessuto mammario al di sotto del seno;
  • Il diametro relativo all’areola risulta essere aumentato;
  • Uno spazio molto ampio presente tra le due mammelle;
  • Un seno cadente.

Questa tipologia di malformazioni si potrebbero manifestare:

    1. In forma monolaterale (interessa quindi sono un seno);
    2. In forma bilaterale ( può interessare entrambe le mammelle).

Ripercussioni sulla psiche della paziente

Il fatto che una paziente possa avere un aspetto alterato in termini di seno, può ovviamente avere delle ripercussioni di natura negativa a livello psicologico. Infatti la paziente che dovesse soffrire di questa condizione potrebbe avere:

  • Un livello di autostima personale piuttosto scarso;
  • Potrebbe percepirsi differente rispetto agli altri;
  • Potrebbe avere un senso di inadeguatezza;
  • Potrebbe avere delle difficoltà nella fase di relazione con un partner di sesso maschile.

Questa sensazione di insicurezza e di inadeguatezza potrebbe avere una fase di accrescimento soprattutto durante la fase adolescenziale, motivo per cui oltre all’intervento chirurgico sarà opportuno anche valutare un eventuale supporto di natura psicologica.

Quando ci riferiamo a una condizione come quella del seno tuberoso, possiamo parlare di una forma univoca oppure al contrario potremmo trovarci in presenza di differenti tipologie? La risposta corretta è che ci sono tipologie differenti legate a questa problematica, vediamo insieme quali:

  • Nel tipo definito 1, la scarsa presenza di tessuto mammario interessa i quadranti inferiori e interni della mammella;
  • Nel tipo definito 2, la mancanza di tessuti è legato ai quadranti inferiori del seno;
  • Nel tipo definito 3, la mancanza di tessuto mammario interessa tutti i quadranti del seno, motivo per cui la percezione è quella di un seno che tende a proiettarsi in avanti;
  • Nei tipo definito 4, si tratta della forma maggiormente marcata, risulta esserci una marcata assenza di tessuto mammario legata a tutti i quadranti del seno.

Approccio diagnostico

Quali sono i corretti step per effettuare una diagnosi corretta di questa malformazione? Per prima cosa è bene dire che la diagnosi dovrà essere effettuata da un medico che sia esperto in questo ambito specifico. Da questo punto di vista la prima cosa che il medico dovrà fare è quella di escludere l’eventuale presenza di cause differenti che hanno prodotto la malformazione delle ghiandole mammarie.

Approcci terapeutici

Ad oggi l’unico trattamento valido per una problematica del genere è un approccio chirurgico, in tal senso è bene dire che le tecniche che si possono utilizzare sono molteplici variano a seconda di quella che risulta essere la gravità relativa alla malformazione che il paziente stesso presenta.

Tra le tecniche utilizzabili abbiamo la:

  • La mastopessi è un intervento di chirurgia estetica che ha come finalità quello di risollevare un seno che risulta essere cadente;
  • L’intervento potrebbe prevedere un approccio definito mastoplastica additiva che mira ad aumentare il volume del seno e può essere utile nel caso di seni tuberosi di tipo 3-4.

Quanto può durare un intervento del genere? Generalmente un intervento di questa tipologia richiede una tempistica che varia da un’ora fino a tre ore. Possiamo parlare di possibili complicazioni legate alla tipologia di intervento o effetti collaterali? La risposta è si, tra gli effetti che si possono maggiormente presentare abbiamo:

  • Gonfiore;
  • Una percezione relativa a una sensazione di seno teso;
  • Una sensibilità nell’area dei capezzoli ridotta o assente;
  • Dolore;
  • Lividi.

Quando si interviene in maniera chirurgica su una mammella tuberosa è bene dire che potrebbe esserci il rischio che si possa produrre una recidiva. In pratica il seno potrebbe manifestare una tendenza che è quella di ritornare alla condizione precedente. In questo caso si renderà necessario sottoporre la paziente a un secondo intervento.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.