Cercando in rete, spesso abbiamo sentito parlare di lavaggio epatico, si tratta di una pratica semplice e sicura che può portare numerosi vantaggi alla nostra salute. Secondo quello riportato dagli ideatori di questa metodologia, Moritz e Clark, individuano nel non corretto funzionamento del fegato, una serie di disturbi che si possono invece prevenire.
Quindi potrebbe essere la soluzione a molti problemi che sono causati da un fegato che non funziona come dovrebbe. Vediamo ora nel dettaglio, quali sono i disturbi che potremmo prevenire con questa pratica.
Se soffrite di vertigini, se avete un ciclo mestruale molto abbondante che vi crea numerosi fastidi, se avete problemi di natura cutanea, intorpidimento delle gambe, oppure da un pò di tempo a questa parte state soffrendo d’insonnia, potreste valutare di sottoporvi a questa metodologia.
Ora che abbiamo approfondito un attimo gli aspetti per cui si potrebbe valutare una pratica del genere sul nostro organismo, cerchiamo di capire in maniera dettagliata in cosa consiste e in che modo chi ha deciso di sottoporsi a questa pratica si deve comportare.
Si tratta di un regime di natura alimentare che dura qualche giorno e consiste nel cercare di arrivare a un’azione depurante del proprio fegato, in modo che il nostro organo possa essere in grado di smaltire tutte le scorie che sono presenti al suo interno e riprendere un regolare funzionamento in maniera più efficace.
Potremmo anche domandarci se questa pratica ha evidenze di natura scientifica che possano confermare la sua utilità nella prevenzione e nell’insorgenza di una malattia che possa coinvogere il nostro organismo.
Il lavaggio epatico ha evidenze di natura scientifica?
La prima domanda che ci dobbiamo porre è se questa pratica, pur essendo molto conosciuta e nota, presenta delle evidenze di natura scientifica, studi che abbiano provato la sua efficacia tramite sperimentazioni cliniche su pazienti.
Ad oggi non ci sono prove mediche, evidenze cliniche supportate da studi scientifici che come sappiamo richiedono dei protocolli di sperimentazioni piuttosto lunghi. Invece secondo alcuni studi, al contrario di quello che si può pensare, il metodo in questione si baserebbe su un principio completamente sbagliato.
In cosa consiste questa tecnica
Iniziamo con il dire che quando si parla di lavaggio epatico, ci riferiamo a una prassi nata dalle teorie di Hulda Clark naturopata, una persona che esprime delle opinioni molto forti per quanto riguarda la potenziale origine del cancro. In tal senso possiamo citare anche dei saggi da lei scritti che si basano sul concetto di prevenzione da ogni possibile forma di cancro.
Parliamo di una procedura che ha una durata temporale di un paio di giorni, prima di sottoporsi ad essa, bisogna effettuare una fase preparatoria di circa una settimana, durante la quale si assumerà del succo di mela e si osserveranno alcune regole di natura alimentare.
Il lavaggio invece, consiste nell’assunzione di sale epsom meglio noto come sale inglese o sale amaro, di olio d’oliva spremuto a freddo, insieme a pompelmo e arancia. Quali sono gli effetti benefici di una dieta del genere?
La dieta associata a riposo, avrebbe degli effetti molto positivi sul nostro fegato, infatti causerebbe l’espulsione di grandi quantità di calcoli biliari, attraverso il regolare meccanismo della defecazione.
Sottoponendosi a questo trattamento in maniera prolungata, per un periodo di circa 2 o tre settimane, si arriverebbe a una pulizia totale del fegato con grandi benefici per chi ha deciso sottoporvisi. Alcune pagine presenti sul web che pubblicizzano questo metodo dandogli grande rilevanza, si afferma che se il nostro fegato presenta una riduzione della sua naturale funzionalità, non è rilevabile da esami come gli esami del sangue.
Il calo di funzionalità sarebbe la diretta conseguenza di problemi legati alla propria salute in generale, di bellezza e legati anche a uno stato di invecchiamento precoce del soggetto. Proprio in questo senso è bene sentire la parola di un esperto.
Maurizio Koch primario all’ospedale San Filippo Neri a Roma chiarisce il tutto.
Occorre chiarire bene le caratteristiche di un organo come il fegato, quali sono le sue funzioni e quelle che sono le sue caratteristiche. Per prima cosa è bene sapere che la massa del fegato è pari a un peso di un chilogrammo e quattrocento.
Le innumerevoli e complesse funzioni che è in grado di svolgere, rimangono attive ed efficaci fino a un eventuale tracollo che può coinvolgere circa metà della sua massa. Il fegato è in grado di dare un valido supporto nell’assorbimento del cibo, stimola la produzione di proteine, ci consente di accumulare un buon livello di energia.
Gli unici test o esami che possono darci una panoramica attendibile del livello attuale di funzionamento del fegato, riguardano l’analisi delle transaminasi, il livello di bilirubina, la fosfatasi alcalina.
Esclusi questi test specifici sullo stato di salute del fegato, non esiste un parametro di riferimento nel quotidiano che possa in qualche modo esprimere un calo della funzionalità epatica. Parlare di calo della funzionalità epatica senza avere evidenze di eventuali anomalie in questi test è sbagliato.
Il trattamento è veramente efficace?
La domanda che può sorgere spontanea, dopo aver letto questi approfondimenti che abbiamo fatto è se questa tecnica sia veramente efficace. Accade in maniera molto frequente che alcune tecniche naturali, diventino la “panacea” per risolvere tutti i mali. Tuttavia ad oggi, non ci sono evidenze scientifiche a sopporto dell’effettiva utilità di questa tecnica. Addirittura nel 2005, pubblicato su una rivista americana piuttosto importante, The Lancet, ricercatori di origine neozelandese hanno studiato le espulsioni attraverso la defecazione successive al trattamento.
Non si trattava in alcun modo di calcoli di natura biliare, che oltretutto si formano nella cistifellea e non nel fegato, ma si trattava invece di scorie prodotte in seguito alla mescolanza dell’olio di oliva con il succo di pompelmo, assunti con l’aggiunta del sale epsom. Da questo punto di vista ci sarebbe la prova evidente che sottoporsi a questo tipo di trattamento non produce in alcun modo effetti benefici sulla nostra funzionalità epatica.
Per poter proporre un trattamento vero che possa avere degli effetti realmente benefici per il nostro fegato, occorre aver per prima cosa delle evidenti basi scientifiche. Partendo dal presupposto che il fegato un organo piuttosto complesso, ancora oggi i processi biologici che lo regolano, sono sconosciuti alle persone comuni, perché serve una buona preparazione di tipo medico per conoscerne a fondo dinamiche e caratteristiche.
Le eccessive semplificazioni di organi complessi come il fegato da parte di persone che propongono diete e terapie che non hanno evidenze di natura scientifica, è uno dei problemi avanzati dal professor Mario Rizzetto, dell’università degli studi di Torino, premiato per le sue competenze in ambito epatico.
Quindi siamo arrivati alla conclusione di questo nostro post di approfondimento, avendo bene chiaro che la procedura proposta per la purificazione del fegato che ha la pretesa di eliminare calcoli e ripristinare una funzionalità epatica compromessa, non ha ad oggi alcuna evidenza di natura scientifica.
I calcoli o le incrostazioni che si afferma sia in grado di far espellere questo metodo attraverso la defecazione, altro non sono che ammassi prodotti dal trattamento stesso, che derivano dall’ingestione di olio di oliva, mescolato con succo di limone come previsto dal protocollo.
Esistono effetti collaterali al metodo proposto?
Per prima cosa da un punto di vista medico, questo trattamento a base di lassativo, non deve essere assolutamente utilizzato se compaiono sintomatologie come il mal di stomaco, la nausea, il vomito, episodi di colite o una evidente alterazione delle abitudini intestinali prima del trattamento. Possibili effetti collaterali al trattamento riferiscono di vertigini, battito del cuore accelerato, episodi di sonnolenza, diarrea.
Conclusioni finali
Come sempre, al di là degli approfondimenti e delle informazioni fornite in questo post, è bene consultare uno specialista, nello specifico un epatologo che attraverso una serie di esami ad hoc, saprà fornirci una diagnosi efficace dello stato di salute del nostro fegato, supportando anche il tutto, con consigli alimentari adeguati dai quali trarre un effettivo giovamento.