Che cos’è la sindrome dello specchio? Pensiamo un attimo all’effetto che si crea nella mente di una persona nel momento in cui magari ci guardiamo allo specchio, il modo in cui vediamo il nostro riflesso, di fatto può influenzare il modo in cui andremo poi a relazionarci con gli altri e anche con noi stessi. Al contrario di quello che potremmo pensare questa sindrome è molto più diffusa, l’abitudine di guardarsi allo specchio e di riuscire ad analizzarsi, potrebbe manifestarsi la necessità di riuscire a imparare a convivere nel modo giusto con il proprio corpo. Questo cercando di considerare quelli che sono i nostri difetti e i nostri pregi, evitando di cercarli nelle altre persone.
Si tratta di una problematica che come tale si va a creare tra le persone che hanno una determinata percezione della loro immagine e come la riescono a distorcere. Al punto tale che tendono a vedere dei difetti che magari nella realtà neanche esistono o magari hanno la tendenza ad ingigantirli. Cosa diventa quindi lo specchio? La risposta corretta è che possiamo parlare di una sorta di mediatore alle relazioni che abbiamo, al di là sia posto in camera, in bagno.
Nella maggioranza dei casi, il modo in cui una persona percepisce la propria immagine ha la caratteristica di essere asimmetrica. Tuttavia questa percezione potrebbe decisamente evolvere in un rapporto con la caratteristica di essere malato, con una serie di problematiche, portando il soggetto a vivere una sofferenza personale, magari avendo delle difficoltà, delle preoccupazioni.
Vivere con un’altra persona
Se volessimo utilizzare una metafora potremmo certamente dire che se conviviamo con un partner, dobbiamo certamente imparare a trovare delle strategie per creare una relazione adeguata, allo stesso modo serve che si impari a vivere in maniera quotidiana con il proprio corpo e in maniera particolare con quello che tendiamo a percepire nel momento in cui ci guardiamo allo specchio. Parlando di questo riflesso non è altro che la proiezione di quello che siamo e di quello che percepiamo della nostra persona.
Il nostro aspetto poi nel corso del tempo tende a cambiare, infatti il corpo è soggetto ad invecchiamento, non possiamo contare su una “fonte della giovinezza”, motivo per il quale lo sforzo che ci è richiesto è quello di riuscire a volerci bene per quello che siamo, un processo di accettazione che prescinde dall’aspetto effettivo che abbiamo, dall’età che esprimiamo, dalle rughe.
Quando una sindrome del genere è equiparabile ad una patologia vera e propria? La risposta è che nel momento in cui porta una persona ad avere problemi di bulimia o di anoressia, allora è una vera e propria malattia che dev’essere curata. Non importa in queste persone quanto il corpo nel corso del tempo muti, non importa se dimagriscono molto, a tutti gli effetti la loro percezione distorta le porta a percepire il proprio corpo sempre sovrappeso.
Perchè si produce una condizione del genere? La risposta è che il tutto è collegato ad una distorsione di natura cognitiva.
Gestire la sindrome
Come riuscire a gestire nel modo giusto una sindrome del genere? La prima cosa che il soggetto deve fare è sicuramente evitare di avere dei pregiudizi e di paragonarsi. Il punto nodale non è quello di essere migliori o peggiori di altri, il vero punto che dobbiamo tenere a mente è legato al fatto di essere semplicemente differenti.
Determinati parametri che sono legati al fatto di essere maggiormente alti, oppure più bassi, alla fine sono altro che dei giudizi che hanno la caratteristica di essere arbitrari. Partendo poi dal presupposto che gli standard legati alla percezione della bellezza tendono a variare nel corso del tempo.
Spirito di accettazione
Cosa bisogna effettivamente fare per avere una percezione corretta della propria immagine? La risposta più corretta che si possa dare in tal senso è per prima cosa imparare ad amarci per come siamo, ad accettarci, questo è un atteggiamento equilibrato e razionale, l’esatto opposto dell’avere un comportamento narcisistico nel quale si ama al di sopra di tutti, avendo un’immagine perfetta.
Al contrario avere ironia nei riguardi di sè stessi, imparare a ridere dei propri difetti. Un minimo di ironia e sano umorimo, sicuramente può aiutarci a rendere più leggera la nostra vita, migliorando allo stesso tempo il modo in cui ci relazioniamo al nostro corpo e il modo in cui ci relazioniamo con gli altri.
Amici di noi stessi
Un’altra evoluzione, un altro salto di qualità che nel coro del tempo bisogna fare è quello di diventare i “migliori” amici di noi stessi, essere anche un minimo complici, questo per evitare di dare dei giudizi troppo duri nei nostri confronti, in maniera particolare quando ci posizioniamo davanti ad uno specchio che ci restituisce una certa immagine.
Confronto con sè stessi
Un punto molto importante nell’analisi legata a questa sindrome è sicuramente il fatto che è necessario costruire un confronto equilibrato con la nostra persona, serve mettere in atto una lotta per riuscire e migliorarci, partendo dal presupposto che serve cercare di essere migliori per riuscire magari a sviluppare nuoti talenti e abilità. Quindi si renderà necessario effettuare un’analisi su come siamo stati, su come siamo ora, questo tuttavia serve non per avere degli atteggiamenti critici ma per cercare di capire quali siano i margini di miglioramento e come agire.
Il modo in cui percepiamo il nostro aspetto fisico, non è solo legato ad un fattore di natura estetica ma è anche profondamente collegato al nostro stato interiore. Un modo intelligente per affrontare i cambiamenti che il tempo porta inevitabilmente ad avere sul nostro aspetto è quello di capire quale sia l’impressione che abbiamo in base allo stato interiore che in quel momento stiamo vivendo. Infatti avremo sicuramente un’impressione del tutto differente se in quel momento magari abbiamo un’animo con un fondo di tristezza e come invece ci percepiremo nel momento in cui ci sentiamo felici e appagati.
Sapersi accettare
Se una persona è in grado nel corso del tempo, facendo un lavoro psicologico sul modo che ha di percepire sè stesso al punto tale da riuscire ad accettarsi, sicuramente sarà una persona in grado di ridere dei propri errori, dei propri sbagli, senza per questo vivere la sindrome dello specchio. Quello sarà un vero e proprio cambiamento.