Avete mai sentito parlare di intolleranza al lattosio? Ne soffrite voi direttamente o questa problematica, coinvolge qualcuno nella vostra famiglia? Se si manifesta un’intolleranza del genere, come si deve comportare il soggetto? In che modo deve variare il proprio regime alimentare per fare in modo tale da alleviare o eliminare tutti i disturbi che può comportare questa intolleranza? Esistono cure specifiche che si possono fare che sono risolutive a fronte delle sintomatologie che la persona può manifestare? Tramite un regime alimentare attento, basato sull’eliminazione di quegli alimenti che causano questa problematica, è possibile condurre una vita relativamente tranquilla, senza dover conviere con continui e fastidiosi disturbi?
Per prima cosa, cerchiamo di capire con quale problematica specifica si stiamo confrontanto e quale sia la sintomatologia associata. L’intolleranza si manifesta in alcuni soggetti che sviluppano questa particolare sensibilità, esattamente qual’è il problema che hanno? Ci troviamo di fronte a un tipo di problema che riguarda tutte quelle persone che hanno una carenza specifica di un enzima chiamato lattasi.
In questi soggetti, si produce una condizione nella quale, si manifesta l’incapacità ad avere una corretta digestione del lattosio, si tratta di una tipologia specifica di zucchero di origine animale, che si trova nel latte in grandi quantità, si parla di una percentuale che è oltre il 95 per cento. Purtroppo la soluzione per i soggetti sensibili a questa componente non è propriamente delle più semplici. Quindi basta eliminare il latte per risolvere il problema?
In realtà no, dobbiamo un attimo fare una riflessione e renderci conto di un dettaglio molto importante. Il latte non è solo quello che inseriamo come dieta nelle nostre tavole con un consumo diretto. Purtroppo la situazione di una persona che manifesta questa specifica intolleranza è ben più complessa. Infatti, ci dobbiamo rendere conto che il latte, è un ingrediente base molto importante, per la preparazione di molti prodotti di natura alimentare che troviamo nei supermercati.
L’intolleranza è causata da una carenza presente dentro al nostro organismo di un enzima specifico chiamato lattasi che in condizioni normali è quello che ci consente di digerire il latte. Se questa carenza si presenta ad esempio nei bambini, quali sono i sintomi che possono manifestare?
Nei bambini, la sintomatologia può comprendere disturbi quali la diarrea, una difficoltà oggettiva ad aumentare di peso. Negli adulti i sintomi possono essere di natura differente, una persona adulta che soffre di intolleranza al lattosio, può soffrire di meterorismo, dolori localizzati nella zona addominale, può avere diarrea, ci possono essere fastidi come la flatulenza, in alcuni casi si può anche avere la nausea.
Diagnosi di intolleranza
La formulazione di una corretta diagnosi in tal senso, richiede necessariamente un’analisi approfondita della sintomatologia lamentata dal soggetto. In modo particolare è necessario capire se i sintomi che manifesta, sono la diretta conseguenza di un’alimentazione basata sul consumo di prodotti derivati dal latte. Esiste un’esame specifico che è possibile fare per stabilire con certezza se il soggetto soffre proprio di questa specifica intolleranza?
Si esiste un test specifico chiamato del respiro dell’idrogeno. Come funziona esattamente questa tipologia specifica di test? Al paziente che presenta questa specifica intolleranza, viene data da bere una bevanda nella quale è contenuta una quantità di lattosio specifica, predeterminata.
La seconda fase del test, prevede che il soggetto espiri, con intervalli cadenzati in un’apposita macchina, adibita a misurare il livello di idrogeno presente nell’aria che il soggetto ha espirato. Perchè vengono misurati i livelli di idrogeno presenti? Il test viene eseguito perchè si è a conoscenza del fatto che nei soggetti intolleranti, il lattosio che non si riesce a digerire, viene metabolizzato nell’intestino grasso, attraverso la flora batterica presente. Il risultato di questo processo volto a metabolizzare il lattosio, è la conseguente produzione di una quantità di idrogeno molto superiore rispetto alla norma.
Trattamento specifico
Come si interviene su quei pazienti che presentano questa tipologia specifica di intolleranza? Per prima cosa, nel regime alimentare del soggetto intollerante, si introducono degli specifici enzimi integrativi della lattasi, il secondo step prevede una variazione drastica alla dieta del soggetto. In pratica dovrà eliminare dal propro regime alimentare, non solo il latte, ma tutti i prodotti derivati prodotti attraverso il latte.
Parliamo di lattosio
Se parliamo di lattosio, ci stiamo riferendo allo zucchero principale contenuto nel latte e non solo, anche all’interno di tutti i prodotti derivati dal latte, è presente questa tipologia di zucchero specifico. Cosa accade quando questo zucchero incontra l’enzima lattasi? La lattasi favorisce un processo di divisione di questo zucchero di natura complessa in due zuccheri semplici differenti: glucosio e galattosio. Una volta avvenuta questa scomposizione, le due sostanze vengono assorbite tranquillamente dall’intestino, senza che si presentino eventuali problemi.
Se invece il soggetto presenta un deficit importante legato a questo enzima che ci aiuta a digerire nella maniera corretta il lattosio, purtroppo il soggetto non riesce nè a digerirlo, nè ad assorbirlo. Il lattosio arriva nell’intestino crasso, dove avviene un processo di fermentazioni legato ai batteri intestinali. Quali sono le conseguenze che si producono sul soggetto? Gli effetti collaterali che si producono, riguardano la produzione di gas intestinali che causano a loro volta, fastidiose flatulenze. Il soggetto inoltre lamenta di avere un senso di gonfiore nella zona dell’intestino, e può anche soffrire di dolori localizzati nella zona dell’addome.
Zone dove l’intolleranza è meno diffusa
Esistono zone del mondo dove questa specifica intollerenza è meno presente? Si, le popolazioni appartenenti al Nord Europa, a differenza di altre, hanno molti meno casi legati a questa specifica intolleranza, mentre invece nel resto del mondo, molti adulti che non hanno particolari problematiche, anzi al contrario sani, manifestano i sintomi tipici di questa intollerenza.
Bambini piccoli e lattasi
In linea generale, nei bambini piccoli, per fortuna, i livelli dell’enzima lattasi che aiuta a digerire lo zucchero presente nel latte, sono piuttosto elevati, per questo motivo non hanno problemi di natura digestiva. Tuttavia esistono popolazioni specifiche, nelle quali nel corso della loro crescita, fino a diventare adulti, i livelli di questo enzima si riducono drasticamente.
Parliamo delle popolazioni asiatiche, delle popolazioni con il colore della pelle nera. In queste, si rileva una progressiva diminuzione dei livelli di lattasi che hanno, con la conseguenza specifica che il loro livello di capacità digestiva legata al lattosio, sarà molto ridotto. Invece al contrario, le popolazioni che vivono nell’Europa del Nord-Ovest, mantengono una buona capacità di digestione del lattosio.
Ulteriori approfondimenti
Ci sono anche casi nei quali il soggetto presenta una passeggera problematica di scarsa tolleranza al lattosio. Sono quri casi in cui, in virtù di un’infiammazione di natura intestinale, con problemi legati alla mucosa, sviluppano un’intolleranza di natura temporanea. Quando l’infiammazione è risolta, riacquisiscono la loro capacità di digerire correttamente il lattosio.
Sensibilità al lattosio negli adulti e nei bambini
Ora parliamo di questa specifica sensibilità al lattosio, che può coivolgere sia persone adulte, sia bambini. Nei soggetti adulti, l’intolleranza si sviluppa con un problema di natura digestiva che riguarda sia il latte che tutti i prodotti derivati da esso. Quanto latte serve perchè si presentino i sintomi? Si parla di quantità di latte che devono essere intorno ai 250 millilitri. Nel caso di bambini intolleranti, i sintomi possono essere diarrea, e una sostanziale incapacità nella crescita del peso, condizionata da una dieta nella quale ha inserito il latte tra gli alimenti.
I sintomi negli adulti riguardano manifestazioni quali il meteorismo, diarrea, nausea, flatulenza, raramente, si possono presentare sintomi piuttosto acuti, quali una diarrea molto intensa che causa anche il mancato assorbimento delle sostanze nutritive che servono al nostro organismo.
Effettuare una diagnosi corretta
Il medico specialista che deve effettuare una diagnosi corretta, in base ai sintomi presentati, deve per prima cosa ricostruire la storia del paziente. Se per esempio, il paziente lamenta sintomi successivi all’introduzione nella propria dieta di alimenti derivati dal latte, i sospetti che ci sia questo tipo di intolleranza aumentano. Quindi può utilizzare un approccio nutrizionale basato sull’eliminazione di quei cibi che sospetta causino i sintomi. Se dopo circa 3 settimane i sintomi sono scomparsi e ricompaiono reintroducendo determinati alimenti, allora si tratta di una forma di intolleranza.
In caso di dubbi, può utilizzare il test del respiro all’idrogeno, dove si fa consumare al paziente un alimento contenente una quantità minima di lattosio. Poi viene misurata la quantità di idrogeno espirata dal paziente sia prima del consumo dell’alimento, sia dopo. In questo modo è possibile capire se c’è stato un corretto assorbimento dell’alimento oppure no.
Quali trattamenti applicare nel caso di intolleranza?
Se tramite indigine diagnostica di uno specialista, si rende evidente la presenza di un’intolleranza al lattosio, si parla quindi di prodotti derivati da latte o latte stesso, occorre variare la propria dieta, eliminando tutti gli alimenti che derivano da latte. Oltre a questo è bene assumere specifici integratori di lattasi. Una cosa molto importante riguarda l’eliminazione di prodotti derivati dal latte. In questo caso, è bene introdurre nella propria dieta, integratori di calcio, per evitare in futuro di sviluppare una carenza.