Quando parliamo di intelligenza artificiale e immagini tre d, ci stiamo riferendo ad un’invenzione specifica di una nuova tipologia di intelligenza di natura artificiale, questo sistema è stato sviluppato grazie ai ricercatori dell’università del Maryland e consente di ricostruire in formato 3d, quello che un uomo ha visto, questo semplicemente avvalendosi del riflesso presente nei nostri occhi. In pratica quello che accade è che l’IA è in grado di poter vedere il passato di una persona basandosi semplicemente su un’immagina che abbia un buon livello di risoluzione.
Quest’immagine è in grado di catturare le luci e le ombre di quella che risulta essere la realtà che è riflessa nei nostri occhi, questa subisce un livello di deformazione che è legato alla cornea, alla pupilla e all’iris.
Poter ricostruire in maniera attendibile la realtà
Cosa fa esattamente l’intelligenza artificiale? In pratica è in grado di analizzare la luce che viene riflessa negli occhi, operando un processo di riconversione in un campo definito di radiazione neurale. In pratica stiamo parlando di un modello di Ia che riesce a ricostruire la scena in 3d. Qual’è la differenza con sistemi per esempio basati su sequente di video che servono a ricostruire la realtà? La risposta corretta è che questo nuovo sistema è in grado di farlo solo ed esclusivamente avvalendosi di una serie di fotogrammi relativi agli occhi che sono in movimento.
Con questa specifica tecnologia è possibile andare a ricostruire la realtà semplicemente da un post di Instagram o da un post di Facebook, oppure in alternativa, come è stato fatto attraverso questo studio, si può fare la stessa cosa utilizzando un fotogramma che riguarda un video musicale di Miley Cyrus. Tuttavia è bene mettere in evidenza come molto dipenda dal livello di risoluzione fornito dal materiale utilizzato su Youtube.
Pupilla
Quando parliamo di pupilla, ci stiamo essenzialmente riferendo al foro che si trova nella parte centrale dell’iride, possiede in tal senso un diametro del tutto variabile e permette che entri luce all’interno del bulbo oculare. Come variano le sue dimensioni? La risposta corretta è che tendono a modificarsi in funzione dell’intensità della luce a livello ambientale, il tutto avviene tramite un sistema di muscoli che dipende da sistema di natura neurovegetativa. Si possono produrre due fenomeni distinti, si parla di midriasi quando è necessario ricevere una quantità di luce maggiore e avremo in tal senso la (midriasi). In caso contrario, quando si rende necessario restringere in funzione della luce presente, se ne è presente molta, avremo una dinamica che si innesca definita miosi.
Un altro dettaglio molto importante in tal senso è legato al fatto che la forma della pupilla tende a variare da una specie ad un’altra, da questo punto di vista è bene sapere che le forme maggiormente comuni sono circolari oppure potrebbero essere a fessura. Le forme definite a fessura, tendono a ritrovarsi in specie che hanno la caratteristica di avere uno spettro piuttosto ampio di luce. Nel momento in cui la luce percepita dall’occhio di una specie risulta avere un livello di intensità piuttosto marcata, la pupilla tende a contrarsi e diventa maggiormente piccola.
Pupilla e diametro
La capacità vera della pupilla è quella che consente una variazione al suo diametro in funzione ai vari stimoli ai quali viene sottoposta. Parlando invece di quello che viene definito diametro pupillare, potrebbe essere in forma del tutto simile in entrambi gli occhi oppure in forma differenziata. Un dato interessante da sapere è legato al fatto che se un paziente assume determinate tipologie di droghe come l’eroina, nel momento in cui vengono inalate, tendono a stimolare e provocare il restringimento delle pupille, se invece le persone si trovano in astinenza, tendono a provocare una dilatazione in termini di pupille.
Nel momento in cui una luce molto intensa tende a brillare sull’occhio, la pupilla tenderà a restringersi in maniera del tutto automatica. Questo viene anche definito “riflesso pupillare”, il suo compito essenzialmente è quello di proteggere in maniera adeguata la retina, nel caso in cui dovesse venire esposta ad una luce molto intensa. Un’altra motivazione per la quale una pupilla potrebbe restringersi è legata al fatto che una persona potrebbe vedere un oggetto oppure direttamente una persona che magari innesca in lui dei sentimenti come l’odio e la rabbia.
Dilatazione pupilla
Parlando invece della dilatazione della pupilla è bene sapere che è legata alla contrazione di quello che viene definito muscolo dilatatore dell’iride. La dilatazione della pupilla come termine medico viene anche detto ” midriasi”. Questa problematica in maniera del tutto fisiologica avviene quando l’occhio si può trovare in una condizione di carenza legata alla luce percepita dall’ambiente. Il fatto che la pupilla si possa dilatare, consente di aumentare la quantità di luce che entra attraverso l’occhio e funge da stimolante per la retina.
Patologie legate alla pupilla
Quali possono essere le patologie che interessano la pupilla? La risposta corretta è che potremmo essere in presenza di patologia di natura:
- Statica a in questo caso parleremo di Anisocoria;
- Potrebbe trattarsi di una problematica come la miosi;
- Potrebbe trattarsi di una problematica definita midriasi;
Nel caso in cui ci si dovesse riferire invece a patologie di natura dinamica, avremo:
- Una delle patologie dinamiche alle quali potrebbe andare incontro il soggetto viene definita Areflessia amaurotica;
- Una delle patologie dinamiche alle quali potrebbe andare incontro il soggetto viene definita Areflessia paralitica;
- Una delle patologie dinamiche alle quali potrebbe andare incontro il soggetto viene definita Pupilla tonica di Adie;
- Una delle patologie dinamiche alle quali potrebbe andare incontro il soggetto viene definita Fenomeno pupillare di Marcus Gunn.
Intelligenza artificiale e immagini 3d
Fino a questo momento abbiamo visto e abbiamo approfondito questa tematica, pensando in maniera del tutto erronea fosse una cosa semplice, in realtà l’operazione per arrivare a questi risultati è complessa. Infatti come prima difficoltà abbiamo il dover separare dei differenti livelli di immagine, dovendo dividere in tal senso i riflessi che risultano intrecciati all’iride. La seconda problematica è cercare di fare una stima su quella che risulta essere la posizione della cornea. Questo step è essenziale per riuscire a ricostruire una una visione che sia multipla e dia vita ad un’immagine tre d. Per riuscire a risolvere entrambe le problematiche, gli studiosi in questione si sono concentrati sullo sviluppo di due differenti tipologie di algoritmi.
Ad oggi i risultati sono lontani dalla perfezione, tuttavia questo non esclude che in futuro potrebbe avere delle applicazioni legate alla realtà virtuale o al campo della ricerca medica.