Intelligenza artificiale e coscienza

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L’Intelligenza artificiale e la coscienza che rapporto hanno? La risposta da dare in tal senso è sicuramente complessa e articolata, ad oggi non ci sono evidenza di natura scientifica in tal senso, tuttavia un gruppo internazionale composto da neuroscienziati, persone con formazione in filosofia e informatici, guidati da esperti dell’università di Oxford e dal centro per la sicurezza sull’intelligenza artificiale in California, hanno fatto una riflessione in tal senso ed è scaturita la proposta di definire quelli che potrebbero essere dei criteri che dovranno essere condivisi e utili, per cercare di capire se l’Intelligenza artificiale possa avere coscienza.

La ricerca condotta in tal senso è stata pubblicata sulla rivista Nature, qual’è lo scopo di una riflessione del genere? La risposta corretta è quella legata al “costruire delle solide basi” che portino a discutere in maniera approfondita e consapevole su quali saranno i rapporti futuri tra l’uomo e la macchina.

Questa esigenza nasce anche alla luce del fatto che l’Intelligenza Artificiale in questi anni ha dimostrato di poter fare dei notevoli progressi e in alcune casistiche ha raggiunto livelli talmente alti da poter far intraprendere una seria discussione sul fatto che potesse essere arrivata quasi ad avera una coscienza.

Coscienza

Tuttavia che ci si stia riferendo ad un animale, ad una voce non naturale ma artificiale o ad una macchina, arrivare ad affermare che un qualcosa ha una sua coscienza, crea sicuramente i presupposti perchè il modo di porsi, di comportarsi e di relazionarsi muti profondamente.

La riflessione sul concetto di coscienza va avanti da molto tempo, senza che in tal senso ad oggi, si possa dire di essere arrivati ad una definizione specifica. Da questo punto di vista diventa ancora più complesso applicare una definizione del genere ad un qualcosa che non ha una base biologica ma risulta essere in tal senso del tutto artificiale (pensiamo applicato all’intelligenza artificiale).

Tuttavia se dovessimo fare una definizione del termine coscienza cosa potremmo affermare? Una risposta che potremmo dare è che la coscienza è la capacità che ha la mente di essere lucida, vigile, presente in uno stato che possiamo definire di veglia e del tutto in contrapposizione allo stato di incoscienza.

Un’altra definizione o un completamento che cerchi di farci meglio capire cosa sia la coscienza è la capacità (riferendoci all’uomo di essere consapevoli della realtà in termini oggettivi e riuscire in tal senso ad attribuirle un significato o un senso. Da cosa deriva in termine coscienza? Dal latino, dal termine conscentia a sua volta derivante da un altro termine che è conscire che significa sapere insieme.

Questo termine indica un sapere al quale si può decisamente collegare la consapevolezza che un uomo può avere del fatto che esiste e ha dei contenuti a livello mentale. Volendo identificare il termine coscienza in tal senso, bisogna dire che diventa un termine più generico nel quale non lo si può riferire a un apprendimento al primo stadio relativo ad una realtà che possiamo definire oggettiva.

Invece il termine coscienza in questo suo significato viene equiparato a “consapevolezza”, riferendoci in tal senso alla globalità delle esperienze che una persona vive, in un certo periodo o in un determinato momento.

Coscienza e ambiti

Tuttavia il termine coscienza è anche legato ad ambiti differenti e in tal senso gli viene attribuito un significato diverso, vediamo quali sono:

  1. Se ci riferiamo alla coscienza nell’ambito della neurologia, possiamo definirlo come uno stato di vigilanza relativo alla mente che è l’esatto contrario del coma.
  2. Se ci riferiamo alla coscienza nell’ambito della psicologia, possiamo definirlo come uno stato nel quale si è consci ed è in tal senso del tutto contrapposto all’inconscio.
  3. Se ci riferiamo alla coscienza nell’ambito della psichiatria, possiamo intenderla come una funzionalità della psiche, della mente che è in grado di separare il nostro io dal mondo esterno che percepiamo.
  4. Se definiamo la coscienza nell’ambito dell’etica, possiamo intenderla come la capacità di distinguere quello che è giusto da quello che è sbagliato e regolare il proprio comportamento in maniera conseguente.
  5. Se ci riferiamo alla coscienza nell’ambito della filosofia, viene intesa come interiorità, la capacità di raccogliersi in sè stessi.
  6. Se ci riferiamo alla coscienza come autocoscienza, possiamo definirla come una sorta di presa di coscienza di sè stessi intesi come persona.
  7. Se ci riferiamo alla coscienza come coscienza di classe, basandosi sulle teorie di Marx riferite però alla storia e alla società, si tratta di una sorta di consapevolezza che una classe sociale possiede di sè intesa nella logica del gruppo.

Dal ventesimo secolo in avanti, la definizione di coscienza è collegata allo sviluppo della fisica moderna e del settore delle neuroscienze, ad oggi ci sono una serie di teorie che riguardano come si è formata la coscienza, tuttavia da questo punto di vista nessuna di queste è stata ancora provata in maniera del tutto sperimentale.

Neuroscienziato

Se dovessimo dare una definizione corretta di neuroscienziato a cosa ci dovremmo riferire? In realtà, volendo in tal senso semplificare il tutto e capire di cosa si occupa questa figura potremmo dire che si tratta a tutti gli effetti di un ricercatore. Il suo compito è quello di fare delle attività che servono a produrre della nuova conoscenza.

Oltre a questo ci si occupa di raccogliere informazioni, studiare tematiche del tutto nuove. Spesso e in maniera del tutto sbagliata si pensa che le neuroscienze si occupino principalmente di studiare le attività del cervello. In realtà non è così, le neuroscienze si occupano di studi che riguardano tutto il sistema nervoso.

Un obiettivo che hanno le neuroscienze non sono solo quello di studiare e comprendere come funziona tutto il sistema nervoso dell’individuo ma anche quello di capire meglio per quale motivo ci siano in degli individui dei disturbi di natura neurologica, relativi allo sviluppo e trovare nuovi approcci, nuove metodologie che siano efficaci per curarli.

Un neuroscienziato potrebbe essere in tal senso una persona che svolge la professione di biologo, uno psicologo. Potremmo dire da questo punto di vista che è più giusto definirlo come una persona che si occupa di studiare bene il sistema nervoso e delle patologie collegate ad un suo non corretto funzionamento.

Considerazioni finali

Il lavoro di ricerca di questo gruppo di 19 scienziati non è ancora arrivato a definire un test valido che sia applicabile all’Intelligenza Artificiale per poterla valutare, in tal senso è bene dire che si è molto lontani da un obiettivo del genere, tuttavia ha iniziato a farlo, questo per consentire in un futuro prossimo di poter sviluppare delle metodologie di analisi che siano coerenti e condivisibili.

Intelligenza artificiale e disabilità