Quali sono i sintomi dell’ingorgo mammario? La donna potrebbe percepire nella zona del seno una sensazione di calore. Il senso risulterà essere duro, oltre a percepire una sindrome dolorosa. Si tratta di una problematica che riguarda solo donne che hanno partorito? In linea generale possiamo dire che potrebbe verificarsi nelle prime settimane durante la fase di allattamento. Per fortuna in molti casi si tratta di una problematica del tutto temporanea.
Quando possiamo parlare di una problematica del genere? L’ingorgo si verifica quando il latte prodotto dal seno della madre che sta allattando il proprio bambino è in quantità superiore a quello che il neonato riusce a consumare. Quali sono le congeguenze? In pratica la zona della mammella non riesce a svuotarsi nella maniera più adeguata o con la frequenza necessaria.
Ci possono essere delle piccole strategie che si possono mettere in pratica da questo punto di vista? La risposta è si, per cercare di prevenire un ingorgo o addirittura risolverlo, si potrebbe allatare il bambino con una certa frequenza.
Strategie pratiche
Da un punto di vista pratico, una delle soluzioni che da questo punto di vista è efficace, una delle condizioni migliori è quella di avere un bambino da questo punto di vista affamato. Poppando il latte che nel corso del tempo si è accumulato nella mammella, il bambino contribuisce al corretto ripristino di un flusso adeguato di liquido. In questo modo si evita decisamente che la situazione possa degenerare e peggiorare.
In linea generale, come regola di comportamento ottimale, il madre del piccolo dovrebbe cercare di svuotare il proprio seno con la maggior frequenza, cercando allattare il piccolo su richiesta. Possiamo parlare di un numero ottimale di poppate? La risposta è si, le poppate sono tra le 8 e le 12 durante le 24 ore.
Per stimolare la richiesta di latte nel bambino è utile che il bambino piccolo, sia a contatto con la zona della pelle del petto della madre, questo il più possibile, sia durante il giorno che durante la notte. Nel momento in cui il bambino tende a succhiare il latte dal seno materno, dovrà essere lasciato poppare il latte da un seno tutto il tempo possibile, questo almeno prima di offrirgli l’altro seno. Se durante la fase di allattamento la madre dovesse percepire dolore nella zona del seno, sarà consigliabile si rivolga a una persona esperta nella fase di allattamento, in maniera tale da assicurarsi che le poppate siano in tal senso il più efficaci possibili e il latte possa fuoriuscire in maniera ottimale dalla zona del seno.
Posizione di allattamento
Potrebbero esserci casi nei quali cambiare la posizione con la quale si allatta potrebbe essere una soluzione della problematica. In altri casi ammorbidire il capezzolo spremendo il seno. Questo consente di stimolare un drenaggio del latte adeguato, allo stesso modo è bene massaggiare con una certa delicatezza il seno durante la fase di allattamento.
Ci sono particolari procedure in tal senso utili in presenza di questa tipologia di ingorgo? La risposta è si, per aiutare il bambino nella fase di attacco, si potrà utilizzare una pratica definita pressione inversa.
Parliamo di pressione inversa
Nella fase precedente a quella di allattamento, la mamma dovrà sdraiarsi a pancia in su, esercitando tramite le dita una pressione che dovrà essere costante, nella zona dell’areola attorno al capezzolo. Questo potrà sicuramente essere favorito cercando di spostarsi in varie direzioni.
Come affrontare invece la sindrome dolorosa e il relativo gonfiore? In tal senso si potrà intervenire attraverso spugnature o degli impacchi freddi di circa dieci minuti.
Fase di riconoscimento
Il periodo successivo al parto è caratterizzato dal fatto che la ghiandola mammaria tende a produrre non la stessa tipologia di latte che produce invece nella fase di allattamento al seno. Come viene definito questo latte? Si tratta in tal senso di un latte definito colostro, si tratta di un liquido di colore giallo, ricco al suo interno di sostanze che aumentano le difese immunitarie del neonato.
Da questo punto di vista è bene dire che il colostro è soggetto a una trasformazione, infatti quello che inizialmente era colostro, nel processo di accumulazione all’interno della zona del seno, diventerà nel corso del tempo vero e proprio latte. Da questo preciso momento in poi potrebbe verificarsi quello che viene definito ingorgo.
Come si produce un ingorgo del genere? Il seno tende a riempirsi di latte al punto tale da diventare duro, caldo, in alcuni casi potrebbe anche diventare doloroso al tatto. Colpisce anche la zona dei capezzoli? La risposta è si, potrebbero modificare la loro consistenza diventando duri e magari cambiando anche forma. In tal senso potrebbero subire un appiattimento nel corso del tempo.
La donna potrebbe avere la febbre? La risposta è si, la temperatura corporea potrebbe aumentare con dei valori compresi tra i 37 gradi e mezzo e i 38 gradi. Tra le conseguenze che abbiamo visto fino a questo momento possiamo avere una sindrome dolorosa e un aumento nella temperatura corporea.
Ci sono altri effetti collaterali in tal senso? La risposta è si e non riguardano lo stato di salute della madre. Infatti si potrebbe produrre una condizione nella quale il bambino ha un’oggettiva difficoltà ad attaccarsi alla zona del seno. Motivo per cui l’ingorgo potrebbe avere un’ulteriore fase di peggioramento.
Quanto possono durare gli ingorghi? La risposta corretta è dipende, questa variazione riguarda ogni singola donna, infatti per alcune tipologie di donne siamo in presenza di sintomi di facile gestione, in tal senso potrebbero risolversi in qualche giorno. In alcuni casi invece si tratta di una problematica che potrebbe protrarsi nel tempo per alcune settimane.
Al di là di quelle che possono essere le cause di questa problematica è bene dire che bisogna adottare dei rimedi. Se una donna manifesta i sintomi dell’ingorgo mammario è bene adottare dei rimedi per ridurre il fastidio. La situazione non deve mai essere trascurata, infatti potrebbe andare incontro a un processo di natura degenerativa, tale per cui si potrebbe arrivare a un dotto ostruito. In alternativa la donna potrebbe andare incontro a delle mastopatie quali:
- Si parla di mastite;
- Potrebbe comparire febbre;
- Potrebbe fare la sua comparsa il rossore.
In tal senso per evitare questa problematica o ridurre i rischi che si possa sviluppare è bene fare in maniera tale che si faciliti la fase di allattamento. Se la zona dei capezzoli della donna, dovesse avere dei dolori, sarà bene da questo punto di vista rivolgersi a un’ostetrica o a un medico.