Il pianto in psicologia

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Qual’è il significato del pianto in psicologia? La risposta corretta è che tutte le persone, per un motivo o per l’altro, durante l’arco della loro vita piangono, potrebbero essere lacrime di rabbia, lacrime legate a paura, lacrime legate magari ad uno stato di commozione. In alcuni casi si può piangere perchè magari si prova una gioia molto intensa. Secondo recenti studi, il fatto di piangere non è un elemento negativo, anzi al contrario fa bene, si tratta a tutti gli effetti di una sorta di sfogo che aiuta una persona a scaricare il livello di tensione. La cosa importante è che si tratti di un pianto che tende ad esaurirsi nel corso del tempo, non sia troppo prolungato.

Ci sono poi delle differenze tra il pianto di una donna e quello di un uomo? Si, anche in tal senso sembra proprio emergano delle differenze di natura comportamentale che riguardano i due sessi. Gli uomini da questo punto di vista sono sicuramente meno propensi a piangere. Secondo un recente studio portato avanti dall’Università di Pittsburg, mediamente un uomo piange cinque volte in meno rispetto ad una donna.

Per quale motivo gli uomini rispetto alle donne tendono ad essere meno inclini al pianto? La risposta corretta è che si tratta di motivazioni sia di natura culturale che di natura scientifica. Se dobbiamo approfondire la componente biologica presente nell’organismo dell’uomo è bene dire che l’ormone chiamato testosterone, tipico degli uomini, può agire a tutti gli effetti come un fattore di inibizione sul pianto.

Al contrario nella donna l’ormone chiamato prolattina, il quale risulta avere dei livelli molto marcati nell’organismo di una donna, può produrre un effetto che risulta essere contrario, in pratica agisce da stimolante, alimentando il pianto.

Piangere

Come ben sappiamo, parlando di emozioni è bene specificare che queste non sono tutte uguali, l’emozione che in generale tutti accettano più volentieri è la felicità, perchè questa è socialmente più apprezzata? Per una serie di motivazioni che andiamo a vedere insieme:

  • Per prima cosa si tratta di un segno di fiducia che è in grado da questo punto di vista di dare alla persona un certo grado di sicurezza.
  • Si tratta di un’emozione legata in maniera frequente ad un successo personale.

Tuttavia non siamo solo in grado di provare emozioni come la fecilità, un’altra emozione da questo punto di vista che risulta essere molto importante è la paura, un’emozione molto sentita, perchè di fatto ognuno di noi, in un’occasione o magari in più occasioni, percepisce o ha sentito la paura. Pensiamo a situazioni concrete relative alla vita dove abbiamo provato questa emozione, per esempio la paura di perdere il proprio posto di lavoro.

Un altro esempio concreto nel quale potremmo percepire paura è legato al fatto di dover fare un esame di tipo medico che ci preoccupa e del quale abbiamo una certa paura. Non dimentichiamo da questo punto di vista l’influenza di natura psicologica che possiamo percepire dai media, il fatto di guardare notizie brutte o inquietanti alla televisione o meglio ancora allo smartphone, può alimentare l’ansia che abbiamo e ci può portare a sperimentare un certo livello di paura.

La rabbia è un’altra tipologia di emozione che provano varie persone, frequentemente viene nascosta, si tratta di una sperimentazione che avviene spesso in maniera quotidiana. Facciamo un esempio in tal senso pensando al trovarsi in fila per un picco di traffico magari su una tangenziale, si tratta di un evento che può scatenare irritazione e anche rabbia.

Parliamo di tristezza

Se invece dovessimo parlare di tristezza, per capire meglio un tipo di emozione che può innescare il pianto, possiamo sicuramente dire che a livello sociale, si tratta di un’emozione non sempre percepita nel modo giusto. Pensiamo per esempio a espressioni sul volto che richiamano alla tristezza, un pianto del tutto improvviso che si produce in maniera del tutto inaspettata, una sorta di crollo psicologico, queste manifestazioni sono considerate spesso nella società in cui viviamo, come segni di debolezza o magari di insicurezza.

Tuttavia è anche vero che le persone che nella loro vita hanno la capacità di esprimere il loro livello di tristezza, hanno un equilibrio mentale più solido e stabile rispetto a quelle che sono abituate a mascherare queste emozioni. Piangere è una cosa sana? La risposta corretta che possiamo dare in tal senso è che dipende con quanta frequenza viene fatto. Se è una condizione permanente, scatenata da ogni evento anche fosse banale, allora potrebbe essere la spia di una problematica più profonda.

Tuttavia il pianto in sè non è una cosa negativa, potremo definirlo anche come liberatorio, perchè se pensiamo ai condotti lacrimali, questi sono in grado di rilasciare lo stess che in quel momento stiamo provando dentro di noi, il livello di ansia, il dolore che stiamo percependo, il livello di frustrazione legato al nostro cervello e al nostro corpo.

Le proprietà benefiche legate legate alle lacrime sono tante, infatti hanno la capacità di migliorare la qualità del nostro umore, ci aiutano a ridurre il livello di stress che stiamo vivendo, hanno dei benefici di natura scientifica perchè sono in grado di far rilasciare al nostro organismo delle tossine che aiutano a migliorare la visione.

Pianto e studi di psicologia

Recenti studi nell’ambito della psicologia hanno evidenziato come il pianto abbia la capacità di stimolare il naturale rilascio di endorfine dal nostro cervello, parliamo in tal senso di ormoni che hanno una valenza positiva, in grado di essere una sorta di antidolorifico del tutto naturale.

Piangere è anche in grado di far abbassare i livelli presenti nel nostro organismo di manganese, si tratta di una sostanza chimica che se presente a livelli elevati, può produrre dei fastidi al cervello oltre che al corpo. Piangere ci aiuta anche a far uscire dal nostro corpo e dal nostro animo il dolore che magari in quel momento stiamo vivendo.

La capacità di far emergere magari il dolore che in quel momento è presente nel nostro animo è una cosa importante, si tratta a tutti gli effetti di un segno di forza di natura interiore, di consapevolezza nella quale ci si rende conto che piangere è un modo per aiutare in quel momento sè stessi a far emergere tutte le emozioni che stanno turbando il nostro animo.

Considerazioni finali

Sicuramente uno dei motivi per i quali gli uomini tendono a piangere meno è anche legato al livello di accettazione sociale e di valutazione nel quale si pensa che un uomo che piange, esprima meno la propria virilità. Un recente studio pubblicato su Cross Cultural Research, ha messo in evidenza come al di là del benessere econimico, si pianga di più nei paesi che vengono considerati ricchi.

Il pianto in psicologia ha significati differenti, come abbiamo potuto constatare da questo approfondimento, tuttavia il fatto di piangere, non dev’essere considerato un segno di debolezza ma un modo per far emergere le proprie emozioni.

Polimenorrea e stress