Qual’è la correlazione esistente tra il microbiota intestinale e l’immunoterapia? Una ricerca condotta dall’Istituto Humanitas, ha indagato e messo in evidenza un potenziale miglioramento per quanto riguarda l’immunoterapia avvalendosi della ricerca condotta relativa al microbiota intestinale.
Dove sono stati pubblicati gli interessanti risultati relativi a questa ricerca che è stata condotta? La pubblicazione è avvenuta su Cancer Cell, in base ai risultati si pensa che un ceppo mirato, relativo a batteri di natura intestinale, potrebbe avere un effetto molto importante, facendo in modo tale da potenziare il livello di efficacia relativo all’immunoterapia
Approfondiamo questo approccio
Nel curare una patologia tumorale, l’immunoterapia risulta essere molto promettente, tuttavia è anche vero che in molti casi il livello di efficacia che risulta avere è decisamente limitato da un limite che è legato al sistema immunitario. Questo non è in grado di riconoscere le cellule di natura tumorale.
Potrebbero infatti avere la possibilità di riuscire a sfuggire a quella che risulta essere l’azione in campo che il sistema immunitario mette questo perchè i recettori che tendono a identificarli, vengono di fatto nascosti, questa variabile a tutti gli effetti tende a compromettere in maniera seria quello che potrebbe essere il successo dell’immunoterapia.
Risultati della ricerca
Mentre la ricerca veniva messa in campo e valutata, si è scoperto che il ceppo batterico denominato Lactobacillus paracasei, si trova nella zona del microbiota dell’intestino, consente di rendere le cellule tumorali maggiormente evidenti al sistema immunitario. Tramite dei modelli tutto sperimentali legati a patologie tumorali del colon-retto e nella zona del seno, l’utilizzo combinato di postbiotici e farmaci immunoterapici ha dato una buona rispondenza in termini di potenziamento dell’efficacia.
Fase sperimentale
Come sempre una ricerca nuova, per quanto possa dare dei risultati che sono da questo punto di vista promettenti, non bisogna mai dimenticare che ci troviamo in una fase definita preclinica. In ogni caso questo studio sicuramente apre a prospettive del tutto nuove nell’ambito terapeutico dove c’è una giusta combinazione di farmaci di natura immunoterapica tramite l’utilizzo mirato di postbiotici.
Tuttavia è anche bene sapere che questo non è attualmente l’unico studio in campo, in realtà tende a inserirsi in un contesto molto più grande dove si è visto come questo microbiota a livello intestinale, tende ad influenzare quella che risulta essere la risposta alle attuali terapie contro il cancro.
Tra queste c’è sicuramente l’immunoterapia, la scoperta interessante riguarda la specifica composizione del microbiota che potrebbe avere un’influenza sulla reale efficacia di questi trattamenti. Ci sono tumori specifici in tal senso dove questi trattamenti si sono rivelati efficaci? Si, in maniera particolare per patologie tumorali di natura epiteliale come il melanoma.
Immunoterapia
Quando parliamo di immunoterapia a cosa ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che si tratta di una metodologia di approccio relativa alle cura della patologie che si basa essenzialmente sull’impiego di sostanze che hanno un’azione in termini di sistema immunitario.
In base a quelle che possono essere le circostanze, l’immunoterapia ha il compito di stimolare, amplificare, oppure sopprimere una risposta di natura immunitaria legata all’organismo. Parliamo di una forma univoca o possiamo identificarne differenti tipologie? Vediamolo insieme:
- In realtà potremmo trovarci di fronte ad un’immunoterapia definita di soppressione, nella quale si tende a ridurre l’efficacia di reazione legata al sistema immunitario. In tal senso l’immunoterapia viene ad esempio utilizzata nelle terapie per curare le allergie, nelle quali l’organismo ha di fatto una forma di ipersensibilità nei riguardi di una serie di agenti esterni definiti antigeni.
- Potremmo trovarci invece in un’immunoterapia definita di attivazione nella quale lo scopo è quello di attivare o rendere più ampia una risposta di natura immunitaria.
Parliamo di immunoterapia oncologica
Si tratta di un approoccio nel quale si utilizza il sistema immunitario per trattare in maniera adeguata i tumori. Quando parliamo di cellule di natura tumorale, parliamo di mutazioni che come tali hanno sulla loro superficie molecole differenti da quelle delle cellule sane. Come si chiamano queste molecole? La risposta è antigeni tumorali, quando parliamo di immunoterapia di natura oncologica, ci stiamo riferendo a cellule del sistema immunitario di un paziente che hanno la capacità di individuare quelli che sono gli antigeni tumorali.
Su cosa si basa esattamente l’immunoterapia oncologica? La risposta corretta è che si avvale del sistema immunitario del paziente per trattare in maniera efficace i tumori. Le cellule relative al sistema immunitario sono in grado di individuare quelli che abbiamo definito antigeni tumorali. Quando parliamo di immunoterapia oncologica, ci stiamo sostanzialmente riferendo a tre gruppi specifici, vediamo quali sono:
- Potrebbe trattarsi di quella che viene definita terapia cellulare, si tratta di una somministrazione di quelli che vengono definiti vaccini contro il cancro, generalmente la dinamica prevede che siano prelevate delle cellule di natura immunitaria da pazienti che hanno il tumore. Una volta effettuato il prelievo, le cellule vengono attivate in maniera tale che saranno in grado di riconoscere le cellule tumorali. Tramite questa modalità, una volta rientrate nell’organismo, le cellule di natura immunitaria dovrebbero essere in grado di identificare il tumore e di attaccarlo. Quali sono le tipologie di cellule immunitarie che possono essere sfruttate nell’immunotarapia? Vediamole insieme:
- Potrebbero essere quelle che sono definite cellule dendritiche.
- Potrebbero essere cellule definite natural killer
- Potrebbero essere linfociti T.
Parlando invece di quella che viene definita terapia corporale, parliamo di anticorpi che sono a tutti gli effetti delle proteine con una struttura definita a Y. Qual’è la loro origine? La risposta corretta è che hanno un’origine legata a cellule del sistema immunitario definite plasmacellule. In linea generale è bene sapere che gli anticorpi legati al sistema immunitario, sono in maniera prevalente utilizzati per riconoscere i microrganismi definiti patogeni.
Tuttavia ci sono anche specifiche tipologie di anticorpi che come tali sono in grado di riconoscere quelli che vengono definiti antigeni tumorali. Motivo per il quale possono essere utilizzati nel trattamento dei tumori. Ci sono effetti collaterali nell’utilizzo dell’immunoterapia? La risposta è si, vediamo quali:
- Il soggetto potrebbe avere un senso di stanchezza.
- Il soggetto potrebbe avere prurito e una forma di arrossamento.
- Il soggetto potrebbe avere la nausea.
- Il soggetto potrebbe avere il vomito.
- Il soggetto potrebbe avere la diarrea.
- Il soggetto potrebbe avere la colite.
- Potrebbe esserci un aumento per quanto riguarda le transaminasi.
Considerazioni finali
Il fatto di aver scoperto il ceppo batterico chiamato Lactobacillus paracasei legato al microbiota intestinale, dovrebbe rendere le cellule tumorali maggiormente riconoscibili. Si tratta sicuramente di un passo significativo nell’ambito della ricerca contro il cancro. Si dovranno condurre da questo punto di vista delle sperimentazioni di natura clinica, adatte a verificare quale sia l’efficacia di questo nuovo approccio di natura terapeutica.
FONTE: https://www.focus.it/scienza/salute/dfsfdsfds
Intelligenza artificiale per combattere il cancro