Che cos’è la Great Resignation? Da questo punto di vista potremmo dire che la risposta più corretta è legata alle persone che negli angoli più disparati del mondo prendono la decisione di lasciare il loro posto di lavoro per motivazioni di vario tipo. Si tratta di una terminologia che come tale è stata utilizzata per la prima volta negli Stati Uniti. Nel corso del tempo il significato e l’utilizzo di questa medesima terminologia è diventata di uso più diffuso e generalizzato. Trattandosi di una problematica che come tale si sta diffondendo, non può più essere considerata da questo punto di vista un fenomeno isolato ma si tratta a tutti gli effetti di una novità. Si tratta da questo punto di vista letteralmente di una sfida che le aziende si troverano ad affrontare in maniera quotidiana. Se guardiamo invece al panorama italiano possiamo dire che almeno un lavoratore su due sta cercando un posto di lavoro nuovo o magari inizierà decisamente a farlo.
Per quale motivazione un lavoratore decide di fare una scelta del genere? La risposta corretta è che le motivazioni sono di vario genere, tra queste possiamo citare la sostanziale incapacità legata al datore di lavoro che non è magari in grado di venire incontro alle ambizioni di natura professionale del proprio dipendente. Un’altra motivazione potrebbe essere quella legata al fatto che è presente una flessibilità molto scarsa. Potrebbe essere legata ad una mancata corrispondenza tra i valori che una persona rappresenta e quelli legati al contesto di natura aziendale.
Quali sono le generazioni maggiormente impattate da una dinamica del genere? Quelli legati alla generazione z perchè sono quelli maggiormente orientati ad anteporre il livello di felicità al quale vogliono arrivare rispetto alla dimensione lavorativa. Tra le motivazioni che spingono una persona a lasciare il proprio posto di lavoro c’è sicuramente una retribuzione non in linea con le proprie esigenze, troppo bassa rispetto al costo della vita.
Un’altra motivazione importante che non va assolutamente sottovalutata è legata al fatto che si cerca un equilibrio migliore tra quella che risulta essere la vita lavorativa e la propria vita privata. Un’altra motivazione valida in base alla quale si decide di lasciare il proprio posto di lavoro è la mancanza di una crescita professionale effettiva e un’offerta lavorativa che migliorativa rispetto a quella attuale al punto tale da decidere di lasciare il vecchio posto di lavoro.
Mutamento a livello mentale
Non va sottovalutato un dato come quello della felicità che i dipendenti esprimono dentro ad un contesto di lavoro. Infatti in termini percentuali, più del venti per cento dei dipendenti preferisce decisamente non avere un’occupazione piuttosto che essere infelice sul posto di lavoro.
Parliamo di cause
Quali possono essere invece le cause che possono portare una persona a fare una scelta del genere? Vediamole insieme:
- Una delle cause che possiamo annoverare da questo punto di vista è un livello di insoddisfazione molto elevato.
- Un’altra delle cause che possiamo annoverare da questo punto di vista è un grado di demotivazione molto marcato.
- Un’altra delle cause probabili è legata ad un livello di demotivazione che risulta essere presente, riguarda la mancata condivisione degli obiettivi.
Parliamo di conseguenze
Quali sono invece le possibili conseguenze che possono essere legate alle dimissioni volontarie? Sicuramente uno dei problemi che si potranno incontrare in azienda riguardano il livello di performance che vengono espresse. In ogni caso volendo approfondire le possibili conseguenze abbiamo:
- Le dimissioni in massa di lavoratori causano per quelli che rimangono un sovraccarico di lavoro.
- Le dimissioni in massa dei lavoratori causano per quelli che rimangono un desiderio di emulare-imitare quelli che se ne sono andati.
- Le dimissioni in massa dei lavoratori causano per quelli che rimangono la perdita legata ai punti di riferimento.
- Un’altra conseguenza legata ad un fenomeno del genere è il livello di insoddisfazione presente.
Come si sono mosse le aziende che hanno sperimentato questa dinamica delle dimissioni volontarie? Vediamo insieme le azioni messe in campo:
- Per prima cosa si è puntato a percorsi legati alla formazione e uno sviluppo delle competenze dei lavoratori.
- Un’altra dinamica messa in campo è legata ai momenti di ascolto oltre che di condivisione delle problematiche.
- Si è posta un’attenzione più marcata alle relazioni interne.
- Un’altra dinamica che si è messa in campo riguarda i cambi di mansione aziendali.
Percezione del lavoratore
La percezione invece del lavoratore su questa dinamica è fortemente influenzata dall’età, infatti le persone che hanno un’età al di sotto dei 40 anni, si tendono a identificarsi fortemente in questo fenomeno. Al contrario è meno presente per i lavoratori che hanno un’età sopra i 40 anni hanno una percezione diversa più legata al fatto che all’interno della loro azienda tendono a perdersi e a smarrirsi importanti talenti. Mettono anche in evidenza come ci siano delle oggettive difficoltà a reperire nel mercato del lavoro attuale le risorse che si sono perse. Per i lavoratori le azioni che un’azienda può mettere in campo per contrastare questo fenomeno sono:
- Uno dei fattori da considerare è sicuramente quello di avere una retribuzione più alta.
- Un altro fattore da considerare passa per un miglioramento delle relazioni interne.
- Un cambio di ruolo potrebbe aiutare.
- Sviluppare le attuale competenze del lavoratore.
- Non dimentichiamo quanto sia importante avere dei momenti basati sull’ascolto.
La flessibilità mancata
Nel nostro paese esiste un oggettivo problema di flessibilità, infatti non sono così numerose le aziende che offrono orari flessibili, non dimentichiamo poi la possibilità di lavorare da remoto.
Ambizioni di natura professionale
Sicuramente fare una buona formazione ai propri dipendenti è un fattore molto importante, tuttavia spesso la causa per la quale un lavoratore decide di dare le dimissioni è legata al fatto che le aziende non riescono a soddisfare le ambizioni di natura professionale di un loro lavoratore.
Cosa fare
Quali sono le azioni correttive che si possono mettere in campo per cercare di ridurre un fenomeno del genere? Vediamolo insieme:
- Uno dei fattori che va considerato è legato al consentire al lavoratore di poter operare in remoto.
- Non negare dei permessi agevolati.
- Concedere sei possibile il part time ai genitori che hanno avuto da poco dei bambini.
- Un’altra dinamica corretta potrebbe essere quella legata all’eliminazione della timbratura.
- Poter fruire di orari flessibili.
Considerazioni finali
Dopo avere compreso cos’è la Great Resignation è importante puntare alla creazione di un ambiente di lavoro flessibile, consentendo là dove possibile un orario maggiormente flessibile al dipendente. Non meno importante è investire nella crescita e nell’aggiornamento professionale. Puntare su un contesto di lavoro dove il clima organizzativo si preoccupi di sviluppare un contesto che sia più inclusivo.
Cercare di preoccuparsi del benessere dei dipendenti, mettendo in campo politiche che migliorino la loro vita. Cercare di coinvolgerli mettendo in campo politiche che possano coinvolgerli.