La fecondazione assistita a 48 anni può essere veramente la soluzione per una donna che desidera avere un figlio? Quanto incide l’età nella possibilità di rimanere incinta? Domande alle quali cercheremo di dare una risposta con questo articolo di approfondimento che parte dal presupposto di non dare false speranze a nessuno.
Tuttavia se desiderate un figlio a tal punto da non volervi far abbattere da valutazioni oggettive sull’età della donna, fermatevi nella lettura di questo articolo. Infatti andremo ad analizzare in maniera approfondita perché con l’età, le probabilità di rimanere incinta calano e sia molto più difficile avere un bambino.
Fecondazione assistita a 48 anni: coltivare speranze
Com’è noto più o meno a tutti voi, negli ultimi anni, l’età media nella quale una coppia decide di avere un figlio si è alzata molto, secondo alcuni dati diffusi dall’Istat relativi all’anno 2018, l’età di una donna italiana che decide di avere un figlio si è alzata ancora. Attualmente l’età media si attesta intorno ai 32 anni, oltre ad avere un altro primato non certo incoraggiante: l’Italia si colloca tra i paesi con il più basso tasso di fertilità.
Esiste una soglia critica a livello di età che rende ancora più difficile valutare una fecondazione assistita a 48 anni? La risposta è si, la soglia che viene definita critica per poter rimanere incinta è verso i 36 anni. Cerchiamo ora di capire per quale motivo ci viene ripetuto da più fonti che la soglia dei 36 anni rappresenta per una donna che vuole rimanere incinta, una soglia critica.
Gli anni che passano: embrioni alterati
Quello che si è scoperto con studi recenti è il fatto che superati i 36 anni, gli ovociti che vengono fecondati e danno origine a degli embrioni, hanno un rischio molto elevato di avere alterazioni nell’assetto cromosomico. Questo chiaramente è un ostacolo in più per tutti quelle coppie che stanno pensando di sottoporsi a un processo di fecondazione assistita a 48 anni.
Purtroppo questi embrioni che presentano alterazioni cromosomiche, causano nelle prime settimane degli aborti, se la gravidanza prosegue, il rischio che il feto presenti alterazioni nella propria struttura come ad esempio la sindrome di Down sono molto alte.
Sebbene la medicina abbia fatto passi da gigante, non ci sono molti strumenti che possano superare i limiti di età imposti dalla natura. Se i problemi che presenta la coppia sono relativi a infertilità per chiusura delle tube, problemi di qualità degli spermatozoi del partner, problemi ormonali, allora la fecondazione assistita omologa può essere la soluzione corretta per voi.
Fecondazione assistita a 48 anni: cosa bisogna sapere
Quindi se avete deciso in ogni caso di portare avanti una gravidanza, affidandovi alla fecondazione assistita a 48 anni, è bene che sappiate una serie di cose, in modo da essere pronti e non avere delusioni e amarezze se le cose non dovessero andare come sperate. Uno studio condotto su embrioni ottenuti tramite la fecondazione assistita hanno messo in luce un fattore molto importante.
Con l’aumento dell’età della donna, la percentuale di embrioni che presentano alterazioni nei cromosomi è più alta. Cosa si può fare in questi casi? Come si può intervenire per ridurre il rischio di aborti?
L’unico modo è intervenire prima di procedere alla fecondazione in vitro, cercando di selezionare solo gli embrioni che presentano cromosomi normali e non alterati.
L’alternativa può essere la fecondazione eterologa
Cosa consigliare quindi a una coppia che ha deciso di avere un figlio a 48 anni, pur avendogli spiegato nel dettaglio quali sono i rischi a cui vanno incontro per un fattore età legato alla donna? Sicuramente la strada più praticabile è quella della fecondazione eterologa.
Bisogna anche considerare un fattore molto importante, i centri privati ai quali vi rivolgete per cercare di portare avanti una fecondazione assistita a 48 anni, potrebbero rifiutarsi di sottoporvi a questo trattamento, soprattutto se parliamo di donne che hanno superato la soglia dei 45 anni.
Sono infatti perfettamente consapevoli del fatto che i rischi di avere aborti nelle prime settimane sono molto alti, questo si tradurrebbe in un insuccesso e danneggerebbe il marketing su cui lavorano per richiamare persone e portarli nei loro centri.
Rifiuto della donna a sottoporsi alla fecondazione eterologa
Qua si entra in un campo molto delicato ed è quello legato alla sfera intima della donna e del suo modo di pensare. Purtroppo se il fattore biologico, l’età non aiutano la donna ad avere un figlio perché i rischi di aborti sono troppo alti via la sua età, si deve ricorrere alla fecondazione eterologa.
In questi ultimi anni è diventata una via preferenziale per tutte quelle coppie che hanno un’età tra i 44 e i 45 anni. Tuttavia da un punto di vista psicologico, non è detto che la donna accetti una fecondazione tramite ovociti di una donatrice.
Questo accade perché da un punto di vista psicologico, la donna sente la necessità di avere un figlio utilizzando il proprio corpo. Solo in questo modo percepirà il figlio come suo, è molto difficile per alcun donne superare questo ostacolo di barriera psicologica.
Il nostro approfondimento voleva chiarire nei dettagli possibilità e limiti della fecondazione in vitro, la scelta chiaramente spetta sempre alla coppia, tuttavia è giusto sapere possibilità e limiti di queste tecniche, per poter poi fare una scelta consapevole, dettata dalla voglia di essere genitori ma anche dalla consapevolezza dei problemi ai quali una coppia può andare incontro.