Quali sono i sintomi dell’endocardite infettiva? La risposta corretta è che dipende dal tipo di patologia che il paziente tende a manifestare, vediamo insieme la sintomatologia:
- Se parliamo della forma batterica acuta è bene sapere che tende ad avere un esordio da questo punto di vista del tutto improvviso, il tutto si accompagna ad un livello di febbre piuttosto elevato con temperature che possono arrivare a 39 o 40 gradi. Può anche esserci un aumento legato al battito cardiaco? Si, oltre a questo il paziente percepisce un senso di affaticamento, oltre ad avere un danneggiamento che riguarda la zona della valvola cardiaca che a sua volta tende a causare sintomi quali l’insufficienza cardiaca;
- Se parliamo invece della forma batterica definita subacuta, il paziente potrebbe andare incontro a sintomi quali l’affaticamento, una febbriciattola compresa tra i 37 gradi e i 38 gradi con una frequenza di natura cardiaca che tende ad accelerarsi. Tra le altre manifestazioni potremmo avere la perdita di peso, la sudorazione, una forma di anemia con una conta eritrocitaria bassa. Si tratta di sintomi in tal senso che risultano essere chiari? In realtà no, si tratta di sintomi che come tali possono essere subodoli, potrebbero manifestarsi mesi e mesi prima che l’endocardite tenda a creare un processo di natura ostruttiva che riguarda un’arteria o la valvola cardiaca;
- Nel caso in cui i batteri intesi come ammassi e i coaguli di sangue presenti, si staccano e tendono a viaggiare attraverso il flusso sanguigno, possono ostruire un’arteria. Quali possono essere invece le problematiche legate alle valvole cardiache? La risposta corretta è che potrebbero svilupparsi delle raccolte di pus che si trovano alla base delle valvole cardiache che risultano essere state infettate. Potrebbe avvenire una perforazione delle valvole, in alcuni casi i soggetti potrebbero avere uno shock con la conseguenza che alcune tipologie di organi quali i reni, tendono a smettere di funzionare in tal senso.
Ulteriori sintomatologie
Quali possono essere in tal senso le ulteriori sintomatologie che potrebbero in tal senso manifestarsi? Vediamole insieme:
- Il paziente potrebbe andare incontro a brividi;
- Il paziente potrebbe andare incontro ad una sindrome dolorosa diffusa nella zona delle articolazioni;
- Il paziente potrebbe andare incontro ad un colorito pallido;
- Il paziente potrebbe avere dei noduli che causano una sindrome dolorosa a livello sottocutaneo;
- Il paziente potrebbe andare incontro ad uno stato di natura confusionale.
Tra le altre cose, potrebbero fare la loro comparsa sulla pelle delle macchie piccole, di colore rossastro, presenti sulla pelle e nella parte bianca degli occhi. Nel caso in cui ci fosse la presenza di emboli maggiormente grandi, questi potrebbero provocare una sindrome dolorosa che interessa la zona dello stomaco, potrebbe portare ad avere sangue nel flusso delle urine, potrebbe portare il soggetto ad avere un intorpidimento legato agli arti, oltre ad un infarto di natura cardiaca o un ictus.
Approfondiamo la problematica
Quando si parla di endocardite infettiva, sostanzialmente ci si sta riferendo ad un processo infettivo che riguarda il rivestimento del muscolo cardiaco ( chiamato anche endocardio), oltre alle valvole cardiache. Quando si sviluppa un processo infettivo del genere? La risposta corretta è quanto i batteri tendono ad entrare in quello che risulta essere il torrente ematico e arrivano a radicarsi nelle valvole cardiache che hanno in precedenza subito una lesione.
Come si potranno stabilire quali siano i danni relativi alle valvole cardiache? La risposta corretta è che si ricorre in tal senso ad un ecocardiogramma. Se si tratta invece di pazienti che hanno valvole cardiache di natura artificiale o presentano specifici difetti di natura cardiaca di natura congenita, dovranno sottoporsi ad una terapia di natura antibiotica che consentirà di mettere in campo un’azione preventiva contro l’endocardite. Solo in un secondo momento si potranno sottoporre a procedure di natura odontoiatrica o di natura chirurgica.
La terapia da questo punto di vista prevede che vengano somministrate dosi elevate di antibiotici per via endovenosa, in alcuni casi invece è necessario effettuare un intervento chirurgico che consentirà di riparare o in altri casi sostituire le valvole cardiache. In termini numerici, questa problematica tende a colpire maggiormente gli uomini o le donne? La risposta corretta è che tende a colpire maggiormente gli uomini, in tal senso è bene dire che si parla di una quantità che è pari al doppio. Quali persone tende a maggiormente a interessare? La risposta corretta è le persone anziane, risulta essere maggiormente comune tra persone che utilizzano droghe per via endovenosa, oltre ad avere in tal senso un sistema immunitario che risulta essere indebolito.
Fino a questo momento abbiamo parlato di una forma di endocardite di natura infettiva. Tuttavia potrebbe anche manifestarsi una forma di endocardite di natura non infettiva nella quale si assiste alla formazione di coaguli che non hanno al loro interno microrganismi. Tuttavia possiamo in tal senso anche trovare dei tratti comuni, questo sia per quanto riguarda l’endocardite infettiva che quella non infettiva, in entrambi i casi tendono a staccarsi dalla parete cardiaca e diventano a loro volta emboli. Questi a loro volta possono spostarsi nel flusso sanguigno e possono creare un processo occlusivo a livello di arteria.
Il processo occlusivo potrebbe a sua volta causare una forma di ictus o magari produrre un danno nella zona della milza, danneggiando anche i reni o altre tipologie di organi.
Parliamo di cause
Quali possono essere invece le cause? La risposta corretta è che i batteri, in forma più rara funghi, tendono a introduri nel flusso sanguigno e potrebbero in alcuni casi insediarsi nella zona delle valvole cardiache e creare un processo di natura infettiva che interessa l’endocardio.
In linea generale è bene sapere che questa tipologia di batteri non trova una collocazione nel sangue, tuttavia se si dovesse produrre una lesione che interessa la cute, la mucosa orale, magari le gengive, queste condizioni potrebbero permettere ad una quantità modesta di batteri di insediarsi nell’organismo del paziente.
Questa problematica potrebbe anche essere causata dall’applicazione sul paziente di una serie di procedure di natura chirurgica, odontoiatrica e medica che potrebbero a loro volta portare i batteri nel flusso sanguigno.
Fattori di rischio
Quali sono invece i fattori definiti di rischio legati all’endocardite? La risposta corretta è che i maggiori rischi tendono ad osservarsi in persone che:
- Tendono a iniettarsi droghe;
- Hanno un sistema immunitario compromesso;
- Tendono ad avere una valvola cardiaca protesica di natura artificiale.
Possiamo parlare di altri fattori di rischio? La risposta è si, vediamo quali sono:
- Da questo punto di vista potrebbe essere legata a difetti di natura congenita del cuore;
- Potrebbe essere legata a danni legati alle valvole cardiache;
- Potrebbe essere legata ad una degenerazione delle valvole di natura cardiaca legate al processo di invecchiamento;
Approcci diagnostici
Quale risulta essere invece il corretto iter di natura diagnostica? Per prima cosa si procederà con un ecocardiogramma oltre a delle emocolture. Gli approcci di natura preventiva legata a soggetti che hanno un rischio oggettivo di sviluppare i sintomi dell’endocardite infettiva, in forma precauzionale verranno somministrati degli antibiotici. L’approccio terapeutico prevede anch’esso che vengano somministrati degli antibiotici in dosi elevate per un arco temporale compreso tra le due settimane e le otto settimane.
Nel caso in cui il paziente dovesse avere delle valvole danneggiate o si rendesse necessario drenare eventuali ascessi, si potrebbe rendere necessario un intervento di cardiochirurgica, là dove eventualmente la terapia antibiotica non dovesse essere del tutto efficace.