Se non avete mai sentito parlare della dromomania, sappiate che si tratta di una condizione mentale particolare, il soggetto che ne è affetto, sente un irrestibile impulso a viaggiare continuamente, senza avere una meta precisa, senza avere fatto un programma specifico. In linea generale, possiamo considerare questa sorta di nomadismo mentale, che si traduce in una condizione concreta, come un elemento negativo per il soggetto? Ci sono degli approcci di natura terapeutica che possono aiutare il soggetto a vivere in maniera più tranquilla e serena il rapporto con l’ambiente circostante, senza per questo avere una tendenza ossessiva verso il viaggio e verso la nuova meta nella quale si recherà? Quanti italiani sono consapevoli di questa forma di ossessione per il viaggio?
Cerchiamo ora di capire meglio, di cosa stiamo parlando, come si manifesta e come si deve approcciare la persona che ne soffre. Il termine specifico, indica una condizione di nomadismo che si esprime in una necessità precisa e specifica. Il soggetto che ne soffre, percepisce il luogo in cui vive un luogo dal quale ci si deve allontanare. In pratica il luogo in cui il soggetto vive, è percepito quasi con fastidio, non come il punto di arrivo, non come il luogo nel quale passare ore tranquille e serene, ma il luogo dal quale mettere in atto come una sorta di fuga, alla ricerca di un viaggio, una meta che permetta al viaggiatore ossessivo, di partire il prima possibile.
Una caratteristica molto importante di questo fenomeno, è che si esprime in un bisogno improvviso e insopprimibile, senza che dietro ci sia una pianificazione specifica di un viaggio. In condizioni del tutto normali, una persona tende a valutare un viaggio che vuole fare, per questo motivo con calma inizia il processo di pianificazione, che prevede una fase di analisi, del luogo in cui si è deciso di andare, delle strutture ricettive nelle quali ci piacerebbe recarci, valutazione attenta dei costi e periodo nel quale abbiamo deciso di partire.
Assenza di pianificazione ma desiderio di fuga
In tal senso il tema del viaggio, si esprime con un desiderio oggettivo di evasione dall’ambiente abituale nel quale il soggetto si trova, ma viene vissuto con l’opportuna tranquillità. Per questo motivo, si mette in atto una pianificazione precisa che dovrà portare verso una organizzazione dl viaggio stesso. Magari coinvolgendo anche familiari, amici nell’avventura che abbiamo deciso di intrapendere.
Chi soffre di dromomania invece, attua delle fughe di natura improvvisa, che non sono finalizzate a recarsi in un luogo specifico, e per fare questo, non crea prima una strategia, non si attiene a un piano specifico nel quale tiene conto di una serie di variabili che potrebbero essere legate alla meta verso la quale ha deciso di recarsi.
Questo desiderio di viaggiare, di fuggire improvviso che anima le azioni di chi sviluppa questa ossessione, non solo collegate in alcun modo a situazioni precedenti al desiderio improvviso di viaggiare. Non sono il frutto di una scelta razionale che avviene nel soggetto, in seguito a una situazione magari stressante, pesante, che richiede uno stacco mentale, e di conseguenza per esprimere questa esigenza si organizza un viaggio.
Il luogo nel quale si vive è un luogo dal quale fuggire
Quindi il soggetto che è affetto da questa condizione psicologica, non vede nel luogo nel quale vive, un “porto sicuro”, nel quale rifugiarsi ogni volta che ne sente la necessità. Il bisogno che esprime è proprio quello di fuggire dal luogo, quindi di conseguenza dalla realtà di tutti i giorni che sta vivendo, che non percepisce soddisfacente, non avverte essere giusta per lui.
Quello che a differenza di altri soggetti, ha questa persona, è uno stato di nomadismo mentale, non ha tanto importanza la meta e dove si reca, non ha importanza il luogo, l’importante è riuscire ad allontanarsi fisicamente dal suo luogo abituale dove abita.
Abitare, casa dimora
Per questo motivo, è bene fare un approfondimento sul concetto di abitare in una casa. Non si limita semplicemente a risiedere in maniera fisica in un luogo, al di là di questo aspetto concreto, c’è un retroscena di di natua simbolica, è il luogo degli affetti, e dei legami di natura familiare. Quindi possiamo vederlo in un duplice significato, il luogo fisico dove la persona risiede, e il luogo interiore relativo alla propria dimensione affettiva, interiore e emotiva.
Quindi per abitare bene in una casa, non possiamo pensarla semplicemente come il luogo del dopo lavoro, o per esigenze di natura pratica come il prepararsi il pasto e dormire. In realtà abitare una casa vuol anche dire fare i conti con il proprio mondo interiore, con la propria sfera emotiva, quindi assume un significato completamente diverso.
Quindi se dovessimo rapportare questo significato dell’abitare al mondo interiore dell’ammalato di viaggio, potremmo anche dire che probabilmente ha sviluppato una sorta di allergia a quei retroscena di natura emotiva che sono collegati al concetto di abitare, della casa.
Sindrome di Wanderlast
Se la vostra vita si basa su un impulso irrefrenabile, se per voi la vita non deve essere vissuta in un luogo specifico, ma è presente in voi un impulso irrefrenabile che vi porta a voler sempre viaggiare verso nuove mete, verso luoghi sconosciuti che non avete mai visto, potreste essere affetti da quella che viene chiamata la ” sindrome di wanderlast”, potremmo ancora tradurla come desiderio di girare per il mondo.
Tuttavia è bene porsi una domanda? Si tratta di una sorta di malattia, oppure di una ossessione? Su un dettaglio, possiamo avere delle minime certezze, i malati di wanderlast sono abbastanza riconoscibili. Esistono da questo punto di vita dei tratti distintivi che possiamo così riassumere:
- Il pirmo impulso dal quale sono dominati è il desiderio irrefrenabile di viaggiare, vedere nuovi posti e nuova gente
- Sono molto attenti ai costi dei voli, perchè concepiscono il denaro come un semplice mezzo che li vede aiutare a portarli verso nuove mete
Basi di natura scientifica
Quindi possiamo ridurre la dromomania a una sorte di sindrome del viaggio? Una recente ricerca di natura scientifica, ha messo in luce come le persone ossessionate dai viaggi, siano geneticamente predisposte in tal senso, in pratica è proprio scritto nel loro codice genetico.
Lo studio che ha coinvolto un campione di circa 2000 persone appartenenti a una quarantina di paesi differenti, ha indagato una dopamina specifica, che viene anche chiamata la DRD4-7R, identificata come il gene delle persone che viaggiano. Questo studio ha messo in evidenza che questa soggetti appartenenti a popolazione che praticano il nomadismo, e che si dedicano con maggiore frequenza agli spostamenti, avevano all’interno del loro Dna, questa variante.
Approccio psicologico
Questa condizione, che fino a questo momento abbiamo affrontato da un punto di vista comune, come semplice ossessione del viaggio, come viene vista nell’ambito psichiatrico? Viene percepita come un tentativo di fuga da una propria condizione di angoscia, e associata a stati di alterazione dell’umore del soggetto che ne soffre, verso una forma di natura depressiva.