Quali sono i sintomi del dito a scatto? La risposta corretta è che il paziente potrebbe avere:
- Un gonfiore che interessa la zona del dito;
- Un indolenzimento di base;
- Potrebbe avere una limitazione di natura articolare con una difficoltà di movimento in tal senso;
- Potrebbe avere una sindrome dolorosa che può estendersi in tal senso fino alla zona del polso.
Se si tratta invece di casistiche maggiormente gravi, il dito potrebbe in tal senso essere del tutto chiuso mantenendo questa posizione, senza in tal senso esserci più la possibilità di estendersi.
Approfondiamo la problematica
Nel momento in cui durante il corso della mattinata tendiamo a svegliarci con un dito che risulta essere da questo punto di vista bloccato nella fase della flessione, oppure nel momento in cui si esegue in tal senso un’attività di natura manuale, il paziente percepisce una sensazione da questo punto di vista sgradevole, come di uno scatto che interessa la zona del dito. Per quale motivo si produce una condizione del genere? La risposta corretta è che si potrebbe essere afflitti da quello che viene definito morbo di Notta, oppure potrebbe trattarsi di una tenosinovite stenosante relativa ai tendini definiti flessori.
Quando parliamo di dito a scatto, ci stiamo essenzialmente riferendo a una tendinite che in tal senso risulta essere frequente. Quale zona tende a interessare? La risposta corretta è che tende a riguardare la zona dei tendini flessori delle dita, sono quelli che consentono di determinare quale sia la chiusura della mano.
Dove si trovano questi tendini? La risposta corretta è che si trovano in un canale definito digitale ( composto da una base ossea e un canale definito fibro-elastico). Queste tipologie di tendini specifiche, tendono a passare attraverso il canale digitale, tuttavia nel momento in cui si producono dei processi di natura infiammatoria, l’aumento del loro volume è tale per cui nella fase espansiva, questo aumento è tale per cui non riescono a scorrere.
Nel momento in cui i tendini subiscono questo processo di ingrossamento, si crea una sorta di forzatura che nel momento in cui passano tramite quello che viene definito canale digitale, da questo punto di vista si avverte quello che viene definito il classico dito a scatto.
Parliamo di cause
Quali possono essere da questo punto di vista le cause? La risposta più corretta è legata al fatto che questa tipologia di disturbo potrebbe manifestarsi per cause differenti, vediamo quali sono:
- Nel caso in cui il paziente utilizzasse la mano in maniera faticosa, per questo motivo si potrebbe produrre un processo di natura infiammatoria, una sindrome dolorosa, un gonfiore;
- Potrebbe essere legato alla presenza di patologie di natura reumatica, che tendono a coinvolgere la zona dei tendini e che potrebbero interessare tutte le fasi della vita, con una prevalenza tra i 40 anni e i 60 anni. In maniera particolare tendono a interessare il sesso femminile;
- Potrebbe essere collegata a patologie di natura sistemica quali il diabete e l’artrite;
- Potrebbe essere collegata a patologie legate ad una ghiandola come la tiroide.
Si parla di condizioni che come tali, tendono a determinare una ritenzione di natura idrica, la conseguenza è presto detta, avremo in tal senso un ingrossamento che interesserà i tendini. Potrebbe manifestarsi il dito a scatto anche nei bambini? Si, da questo punto di vista è importante sapere che la causa è legata alla ristrettezza congenita relativa al canale digitale.
Approccio diagnostico
Qual’è il corretto iter di natura diagnostica? La risposta corretta è il paziente verrà sottoposto ad un esame di natura clinica che prevede in tal senso la palpazione della zona del tendine collegata al canale digitale, in maniera frequente quest’area è dolorosa soprattutto a livello di articolazione del metacarpo e della falange. In tal senso è bene sapere che per avere una completezza maggiore, si potrà effettuare un’ecografia che consente di indagare in tal senso la struttura del tendine e di quello che risulta essere il suo movimento.
Approccio terapeutico
Qual’è il corretto iter a livello terapeutico? Essenzialmente per trattare questa problematica, si utilizzano dei farmaci ad azione antinfiammatoria, in maniera particolare nella fase iniziale della problematica e nella fase acuta.
Farmaci antinfiammatori
Quando parliamo di farmaci antinfiammatori a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di farmaci specifici che vengono utilizzati per ridurre il più possibile il processo infiammatorio in corso. Parliamo di una tipologia univoca o si tratta di differenti tipologie di farmaci? La risposta corretta è che ne abbiamo due differenti tipologie, vediamo quali:
- Potrebbe trattarsi dei cortisonici, questi vengono principalmente utilizzati per bloccare quelli che sono i processi infiammatori cronici o che sono collegati a traumi, oppure all’utilizzo in maniera eccessiva di muscoli, di tendini e di articolazioni. Il loro utilizzo in tal senso è previsto anche nel caso in cui si devono curare delle infiammazioni di natura allergica, tra queste abbiamo:
- Potrebbe essere legata a problematiche come l’asma;
- Potrebbe essere legata a problematiche come l’orticaria;
- Potrebbe essere legata a problematiche come la dermatite atopica;
- Potrebbe essere legata a problematiche come la rinite allergica;
- Potrebbe essere legata a problematiche come l’artrite reumatoide;
- Potrebbe essere legata a problematiche come il lupus eritematoso sistemico;
Se parliamo invece di farmaci antinfiammatori non steroidei ( definiti anche FANS) è bene sapere che oltre che a combattere il processo di natura infiammatoria, tendono ad avere delle capacità di natura antidolorifica e piretica. In virtù di questa motivazione, potrebbero essere prescritti per:
- Se il paziente dovesse soffrire di mal di testa;
- Se il paziente dovesse soffrire di mal di denti;
- Se la paziente dovesse soffrire di crampi legati al ciclo mestruale;
- Se la paziente dovesse soffrire di distorsioni;
- Se la paziente dovesse soffrire di strappi.
Come vengono assunte queste tipologie di farmaci? La risposta più corretta in tal senso è che dipende dalla loro specifica tipologia. Se si tratta ad esempio di cortisonici, potrebbero essere assunti in differenti modalità, vediamo quali:
- Potrebbero essere assunti come compresse;
- Potrebbero essere assunti come capsule;
- Potrebbero essere assunti come supposte;
- Potrebbero essere assunti come granulati;
- Potrebbero essere assunti come colliri;
- Potrebbero essere assunti come lozioni;
- Potrebbero essere assunti come creme.
La cura per i pazienti che hanno i sintomi del dito a scatto, prevede che si possano utilizzare le onde d’urto definite focalizzate, in questi ultimi anni hanno dato un buon risultato nella cura di questa patologia. Se le terapie in tal senso non dovessero risultare efficaci, si procederà tramite intervento chirurgico che consente di liberare due tendini legati al pollice.
Una volta effettuato l’intervento, si procederà con un trattamento fisiatrico di supporto, che si baserà su:
- Far fare al paziente della ginnastica;
- Far fare al paziente della Kinesi;
- Fare in maniera tale che avvenga subito una ripresa relativa allo scorrimento dei tendini.