Disturbo da attacchi di panico

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Se non vi è capitato di sentir parlare del disturbo da attacchi di panico, potremmo identificarlo come una sorta di sensazione di malessere diffusa, che capita improvvisamente al soggetto, senza che ci siano dei segnali anticipatori. Quali sono le terapie che si possono mettere in campo per combattere in maniera efficace l’insorgenza di questo disturbo? Si tratta di una terapia di natura psicologica-comportamentale, oppure è necessario anche valutare una terapia di natura farmacologica? Si tratta di stati psicologici di ansia e paura che possono essere accompagnati anche da manifestazioni di tipo fisico? Quali sono le sintomatologie fisiche, che il soggetto che ne è preda può manifestare?

Per prima cosa è importante sapere e capire fino in fondo cosa sia un attacco di panico. Si tratta un malessere piuttosto accentuato che si manifesta in un arco temporale specifico. In alcuni casi non parliamo di malessere ma di uno stato di ansia o di paura. Associati a questo disturbo, il soggetto può avere una sintomatologia che investe la sua sfera emotiva o la sua sfera psicologica. 

Questo disturbo si può anche accompagnare da una preoccupazione crescente che questi episodi, che possono essere frequenti che si possano manifestare nuovamente in futuro. Per questo motivo il soggetto in maniera volontaria, adotta delle modifiche di natura comportamentale che nel suo modo di ragionare, dovrebbero fare in modo tale da ridurre questi attacchi. Per chiarire meglio il tutto, se una persona ha un attacco di panico legato alla vista di un ragno, adotterà dei comportamenti che lo mettano in condizione di evitare in tutti i modi l’episodio scatenante.

La natura di questo disturbo psicologico è tale che può dare origine a sintomi di natura fisica quali ad esempio un dolore diffuso nella zona del torace. Il soggetto potrebbe avvertire una sensazione di oppressione al petto, quasi una mancana di aria. A livello fisico, si potrebbero anche produrre altre sintomotologie quali vertigini, un senso di nausea, e il respiro potrebbe cambiare frequenza, diventando meno ritmico e calmo e più affannoso.

Disturbi di ansia e depressione

Un soggetto che soffre di questo disturbo, può averlo in conseguenza di una forma di ansia, oppure in soggetti che hanno una sindrome di natura depressiva. L’attacco di panico, può anche essere la reazione di una persona a una determinata situazione scatenante. Pensiamo un attimo a una persona che può avere un attacco di panico a causa di un animale specifico ad esempio un cane. Ogni volta che gli capiterà di incontrare questo animale, potrebbe avere un attacco. 

Tuttavia è bene anche dire che un attacco di panico può anche scatenarsi senza che ci sia una causa specifica. Si tratta di un disturbo di natura psicologica frequente? Si, in termini percentuali, ogni anno, le persone adulte che manifestano sintomi del genere sono all’incirca il 10 per cento della popolazione adulta. Va anche detto che nella maggioranza dei casi presi in considerazione, avviene una guarigione spontanea senza che ci sia bisogno di un trattamento specifico.

Purtroppo, una parte delle persone che soffrono di questo disturbo, nel corso del tempo possono essere soggetti ad un’altra condizione psicologica specifica: il disturbo da panico. Di cosa si tratta esattamente? Un soggetto che soffre di questo disturbo, sviluppa un senso di preoccupazione piuttosto accentuato legato alla possibilità che nel corso della sua vita, possa avere altri attacchi di panico, per questo motivo, attua volontariamente dei comportamenti consapevoli che possano ridurre la frequenza di questi attacchi. 

Quante persone sono coinvolte in questo tipo di disturbo? In termini percentuali, circa il 2 per cento della popolazione adulta, può essere coinvolta in un disturbo del genere, con una netta predominanza nelle donne piuttosto che negli uomini. Il disturbo generalmente si presenta durante la fase adolescenziale, o in età adulta, nella sua fase iniziale.

Sintomatologia specifica

Il disturbo da attacchi di panico ha uno sviluppo ben specifico, di solito si manifesta con una paura che improvvisamente si manifesta nel soggetto. Per quanto riguarda i sintomi fisici, se ne possono individuare di specifici, quali:

 

  1. Il soggetto avverte improvvisamente un dolore che riguarda la zona toracica
  2. Il soggetto può anche avvertire un senso di affaticamento a livello respiratorio
  3. Improvvisamente, possono comparire vertigini
  4. Il soggetto è preda di paure, una delle più comuni è quella di morire
  5. Si possono avere a livello fisico, improvvise sensazioni di brividi
  6. Possono coinvolgere l’apparato gastro-intestinale con manifestazioni quali diarrea, dolore allo stomaco, un senso di nausea
  7. Il soggetto di battiti del cuore accellerati
  8. Un’abbondante sudorazione è un altro sintomo specifico
  9. Il soggetto può avere dei tremori diffusi sul corpo

Evoluzione del disturbo

Una cosa importante da dire è che anche se questo disturbo si manifesta a livello fisico, con una sintomatologia che può coinvolgere organi specifici, non è una condizione pericolosa. Spesso è associata a una sindrome depressiva. Solitamente la sintomatologia ha un picco che dura circa 15 minuti. Chiaramente, nel soggetto resta la paura di nuovi attacchi nel corso del tempo. La sintomatologia che si produce, spesso induce il soggetto a pensare di avere un problema di natura fisica, di conseguenza si rivolge al proprio medico o direttamente ad un pronto soccorso.

Deve essere correttamente diagnosticato, in mancanza di questa, il soggetto pensa che la sintomatologia esposta, non venga presa con la dovuta attenzione da parte del medico, e quindi ritiene di avere un problema piuttosto serio. Non esiste una frequenza specifica negli attacchi. Ci sono soggetti che hanno attacchi quotidiani per un determinato periodo, poi magari alternano periodi di completa acquiescenza.

Processo diagnostico

Per effettuare una diagnosi corretta relativa a questo disturbo, il medico deve per prima cosa escludere possibili cause organiche. Tuttavia il processo di diagnosi richiede un iter specifico. Il soggetto deve avere improvvisi attacchi di panico che associati a una paura che si possano produrre, e modifiche comportamentali. Per esempio cercherà di evitare tutte quelle situazioni che scatenano il panico improvviso.

Cure e trattamenti 

Si tratta di un disturbo che può avere due modi differenti con cui il soggetto li affronta. Ci sono soggetti che senza doversi sottoporre a trattamenti specifici, affrontando gli eventi ansiogeni che scatenano l’attacco di panico, guariscono. Un caso diverso sono i soggetti che invece, a seguito di modifiche comportamentali per evitare l’accadimento che scatena il panico, necessitano di un intervento, sia di natura farmacologia che tramite la psicoterapia.

Il trattamento farmacologico prevede la somministrazione di farmaci ad azione antidepressiva e farmaci di natura ansiolitica quali le benzodiazepine. Progressivamente, man mano che l’antidepressivo inizia a fare effetto, si riduce la quantità del farmaco ansiolitico, fino a a quando non si riesce ad eliminarlo del tutto.

Tuttavia, è anche bene dire che l’effetto di un farmaco a base di benzodiazepina, spesso è l’unica terapia farmacologica veramente efficace per curare la sintomatologia della crisi di panico che il soggetto manifesta. Tuttavia, mentre la terapia farmacologica, cura e riduce i sintomi acuti da panico, la psicoterapia, aiuta il soggetto a comprendere come gestire il problema.

Psicoterapia e cura della sindrome da panico

Il soggetto, deve anche utilizzare il canale della psicoterapia, vediamo in che modo:

  1. Il soggetto viene esposto gradualmente in maniera del tutto immaginaria o in maniera reale, all’evento che scatena l’attacco. Questo approccio sistematico, che gradualmente espone il soggetto all’evento traumatico, consente nel corso del tempo di razionalizzarlo, e far capire al paziente che è in grado di gestirlo. Per aiutarlo, gli vengono anche insegnate degli approcci specifici che si basano sul creare un senso di distensione e rilassamento. 
  2. La terapia invece comportamentale, basa la sua efficacia sull’insegnare al paziente di non sfuggire e quegli eventi ansiogeni che causano l’attacco, a combattere lo stato ansiogeno tramite esercizi basati sulla respirazione che lo aiutino a rilassarsi