Se non avete mai sentito parlare di una patologia chiamata disposofobia, si tratta sostanzialmente di un soggetto che tende ad avere un problema di accumulo patologico di oggetti di ogni tipo. Non riesce a liberarsene e tende ad accumularne sempre di più. Questa sua difficoltà evidente nell’accumulare senza liberare la casa da oggetti divenuti troppo ingombranti, lo portano a vivere in un contesto abitativo nel quale gli oggetti giorno per giorno si accumulano sempre di più. Lo spazio abitativo diventa completamente ingestibile, tutto è invaso di oggetti e di conseguenza anche il soggetto non riuscirà più a vivere la propria abitazione nel modo giusto. Non si tratta di un modo di vivere che rende il soggetto che ne soffre alla stregua di un collezionista, la sua natura è ben diversa.
Collezionista e accumulatore
Esiste una sostanziale differenza tra un accumulatore seriale di oggetti e un collezionista. Vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche che rendono un soggetto accumulatore compulsivo:
- Un soggetto che tende ad accumulare oggetti senza un freno e un ordine, a differenza del collezionista non ha un ordine nella collocazione degli stessi, tutto viene ammassato in maniera molto caotica oltre ad evidenziale una oggettiva difficoltà a separarsi da oggetti che non hanno alcuna utilità e tendono solo a riempire gli spazi nei quali dovrebbe vivere
- In quale occasione il medico può arrivare a diagnosticare un disturbo del genere? Si parla di soggetti che hanno proprio la peculiarità di accumulare tanti oggetti. Il solo pensiero di doversi separare da tutto quello che ha accumulato lo rende angosciato e scatena sentimenti come la paura. Nonostante le difficoltà oggettive a muoversi nello spazio domestico e a recuperare i suoi spazi vitali visto l’accumulo eccessivo di oggetti di tutti i generi che occupano ogni spazio della casa possibile
- Si può pensare di intervenire su un soggetto del genere avvalendosi di una terapia farmacologica basata sull’assunzione di antidepressivi e con un approccio di natura cognitivo-comportamentale
Quando compare la patologia
C’è un’età specifica nella quale la sintomatologia di questa problematica può comparire? Si, nella maggior parte dei casi i sintomi compaiono durante il periodo dell’adolescenza. In fase iniziale si può trattare di un disturbo che è molto sfumato, tuttavia con il trascorrere degli anni è tendenzialmente destinato a peggiorare.
I problemi maggiori in un soggetto che sviluppa questo tipo di disturbo, si possono avere intorno ai 30 anni di età. Nel mondo, ad oggi in base a una percentuale stimata, si ritiene che colpisca circa il 2 per cento della popolazione.
Sintomatologia
Quali sono i sintomi specifici che un soggetto che ha questa problematica presenta? Vediamoli nel dettaglio:
- Un soggetto affetto da questo disturbo, presenta un profilo psicologico caratterizzato dalla necessità impellente di tenere tutti gli oggetti che nel corso del tempo ha acquistato. Li deve conservare e il pensiero di doversene separare o il doverlo fare in maniera concreta, scatenano in lui sentimenti di angoscia e ansia piuttosto marcati
- Il soggetto che è un accumulatore seriale, si trova in una situazione in cui non ha assolutamente tutto lo spazio che gli servirebbe per poter gestire al meglio la quantità di oggetti che deve gestire e tenere in casa.
- Per questo motivo la dimensione abitativa si trasforma completamente, non essendoci spazio a sufficienza, gli oggetti prendono piano piano il sopravvento su tutto e la casa si trasforma in un grande magazzino nel quale sono solo gli oggetti a dominare lo spazio in cui il soggetto dovrebbe abitare
- Per fare un esempio classico, la zona del lavandino può essere interamente coperta da pile molto alte di giornali, allo stesso modo o fornelli, il pavimento stesso. In pratica la cucina non è più utilizzabile per consentire al soggetto di prepararsi dei pasti e viverla quindi per quella che dovrebbe essere la sua funzione originaria
- Un altro problema che sperimenta un soggetto del genere è legato proprio alla mania di accumulare oggetti in casa. Non riesce chiaramente a svolgere più le faccende domestiche. In alcuni casi questo accumulo possono rendere di fatto difficili da gestire anche attività di tipo scolastico o lavorativo.
- Un esempio classico è legato al fatto che l’accumulatore, pur rendendosi conto del fatto che il suo spazio abitativo è invaso di oggetti di ogni sorta ma non riesce a liberarsene, evita in qualsiasi modo di far entrare al proprio domicili parenti, amici o vicini di casa perché si vergogna del disordine al quale dovrebbero assistere.
- Tuttavia c’è anche un aspetto legato al disordine di questa abitazione che riguarda la sicurezza stessa di chi ci abita. Infatti avere uno spazio abitativo così in preda al disordine, può causare seri pericoli quali ad esempio un possibile incendio che si può sviluppare dentro all’abitazione
Forma patologica riguardante l’accumulo di animali
Un soggetto che soffre di questa problematica, può anche manifestare questo disturbo con l’accumulo non di oggetti ma magari di animali che dovrebbero tenergli compagnia. Analogamente agli oggetti, il soggetto che soffre di disposofobia tende a tenere in casa una quantità di animali eccessiva. Quindi non sarà in grado di gestire gli animali nel modo giusto, garantendo ad ognuno di essi le giuste cure veterinarie.
Per questo motivo gli animali vivono in spazi troppo stretti rispetto alle loro esigenze e spesso in condizioni igieniche non adeguate. Questo causa il loro ammalarsi e li porta magari a perdere peso. L’accumulatore di animali ovviamente non accetta e non ammette di avere grandi carenze sul fronte della cura degli animali che tiene in casa.
Proprio perché si tratta di persone che si sono affezionate ai loro animali, non accettano di sentirsi dire che non riescono a prendersi cura nella maniera adeguata di loro. Esiste poi un legame di natura affettiva con questi animali, al punto tale che non accettano assolutamente di doverli dare via.
Se non si provvede a curare il soggetto con un determinato trattamento, la sintomatologia presentata può durare per tutta la vita con variazioni minime.
Processo di diagnosi
Per effettuare una diagnosi corretta di un disturbo del genere, il medico deve basarsi su una serie di criteri oggettivi che lo aiutano in tal senso. Dovrà ad esempio fare delle distinzioni specifiche tra l’accumulo e il collezionismo. Nel collezionismo il soggetto dispone di spazi adeguati dove colloca le cose e in ogni caso il tutto viene fatto in maniera molto ordinata.
Nell’accumulo invece tutto viene fatto in maniera estremamente disordinata, gli oggetti sono talmente tanti da interferire con le quotidiane attività del soggetto. La diagnosi in ogni caso avviene quando:
- Il soggetto presenta una difficoltà di natura emotiva a separarsi da oggetti che sono di fatto di poco valore
- Il soggetto tende a conservare l’oggetto perché percepisce il bisogno di farlo a prescindere dal suo valore
- Il continuo accumulo di oggetti nello spazio abitativo, rende di fatto impossibile viverlo nella maniera più adeguata, consentendo al soggetto di riuscire a svolgere i propri lavori di casa ( cucinare, fare la spesa)
- Il profilo psicologico di un accumulatore è caratterizzato da un senso di angoscia piuttosto marcato al solo pensiero di doversi disfare di questi oggetti
Approcci curativi
Come si trattano i sintomi di una problematica del genere? Si può utilizzare una terapia a base di farmaci antidepressivi può risultare utile e efficace. Tuttavia serve anche associare il tutto a una terapia di natura comportamentale nella quale il medico cerca di aiutare il soggetto nell’eliminazione degli oggetti in eccesso. Tuttavia non è semplice persuadere il soggetto a essere parte attiva al tipo di trattamento o a parteciparvi. Per questo motivo, il medico deve utilizzare delle tecniche che facciano leva sulla motivazione per riuscire a far intraprendere al soggetto che ha la disposofobia il trattamento adeguato.