Quali possono essere le cause della dismenorrea? In tal senso dobbiamo fornire una risposta maggiormente articolata, infatti se si tratta di una forma definita primaria, non saranno presenti cause specifiche. Se si tratta invece di una forma secondaria, la sintomatologia che il soggetto esprime possono essere collegate a patologie che interessano l’apparato riproduttivo, in tal senso possiamo citare:
- Potrebbe trattarsi di una forma di endometriosi;
- Potrebbe trattarsi di una patologia definita ademoniosi;
- Potrebbe trattarsi di un fibroma legato alla zona dell’utero;
- Potrebbe essere collegato a un processo infettivo legato alla cervice uterina;
- Potrebbe essere collegato a un restringimento della cervice uterina.
Per quale motivo si innesca la sindrome dolorosa? I dolori sono collegati a contrazioni che avvengono nella zona dell’utero legate alle prostaglandine, molecole che contribuiscono a scatenare il processo infiammatorio in corso.
Da questo punto di vista molti esperti affermano che quando queste contrazioni sono molto marcate, potrebbero indurre una restrizione nei vasi sanguigni che tendono a irrorare l’utero. Questa condizione si produce per un lasso di tempo breve.
Definiamo meglio il termine
Il termine medico di cui abbiamo parlato di fatto identifica quelli che sono i dolori che la donna percepisce quando ha il ciclo mestruale. Possono esserci casi nei quali i sintomi che la donna lamenta si possono controllare prescrivendo degli antidolorifici.
Tuttavia in tal senso è bene specificare che possono essere dolori dall’elevato potere debilitante, al punto tale che potrebbero creare delle serie interferenze alle attività che vengono svolte in maniera quotidiana.
Si tratta di una problematica che interessa un numero limitato di donne o al contrario un numero elevato? La risposta corretta è che può interessare un numero elevato di soggetti femminili. Qual è l’età specifica nella quale si possono manifestare delle problematiche del genere? In maniera particolare tendono a soffrire di questa problematica donne che hanno un’età inferiore ai 20 anni.
Un’altra categoria di donne che possono soffrire di questa problematica sono quelle che hanno avuto il primo ciclo mestruale in età precoce, si parla di casi in cui il ciclo è arrivato a undici anni. Un’altra categoria di donne che può soffrire di questa problematica sono quelle che hanno un flusso mestruale piuttosto abbondante.
In tal senso possono soffrire di questa sindrome dolorosa donne che hanno un flusso mestruale del tutto irregolare. Possono soffrire di questa problematica quelle donne che nel corso della loro vita non hanno mai avuto una gravidanza e le donne che fumano.
Nella maggior parte dei casi questi dolori che la donna percepisce durante il flusso mestruale non sono causati da possibili complicazioni che interessano l’apparato riproduttivo. Qualora fossero effettivamente causate da patologie, allora la problematica potrebbe manifestarsi sia in fase pre-mestruale, sia in una fase successiva alle mestruazioni.
Parliamo di sintomi
Qual è la sintomatologia specifica che la donna percepisce in presenza di una problematica del genere? Si tratta di una sindrome dolorosa che ha delle fasi alterne, in tal senso potranno quindi esserci momenti nei quali la problematica si manifesta in maniera più marcata, alternata a fasi in cui la problematica tende a manifestarsi in maniera meno marcata. Qual è la zona specifica che viene interessata da questa problematica? Si parla della zona bassa dell’addome. Quando parliamo di sindrome dolorosa è bene dire che potrebbe manifestarsi nella parte bassa della schiena, oltre a manifestarsi nella zona degli arti inferiori.
Ci sono ulteriori sintomi che potrebbero manifestarsi contestualmente al dolore? La risposta è si, vediamo quali:
- La paziente potrebbe avere la nausea;
- La paziente potrebbe avere il vomito;
- La paziente potrebbe avere le vertigini;
- La paziente potrebbe andare incontro a un’intensa sudorazione;
- La paziente potrebbe avere la diarrea.
Forma primaria e dolori
Se siamo in presenza di una forma primaria la sindrome dolorosa della paziente tende a manifestarsi un giorno prima dell’inizio del flusso mestruale e si protrae per un arco temporale oscillante tra le 12 ore le 72 ore.
Questa problematica tende a scemare quando la donna è in età maggiormente avanzata e potrebbe del tutto scomparire se la donna partorisce il suo primo figlio. Se si tratta invece di una forma secondaria la sindrome dolorosa della quale soffre la donna potrebbe avere un inizio più precoce e avere una durata maggiore nel corso del tempo.
Approcci preventivi
Ci possono essere in tal senso degli approcci preventivi che si possono mettere in atto? In realtà no, ad oggi non ci sono possibili comportamenti che la donna può adottare per ridurre il rischio di avere questi dolori pronunciati durante il flusso mestruale.
Quello che si può fare è avere un’alimentazione maggiormente attenta e sana, questo potrebbe costituire un aiuto nel caso in cui i sintomi siano marcati e aiutare a ridurne l’entità.
Approccio diagnostico
Qual è il corretto iter per arrivare a una diagnosi in tal senso? Per poter arrivare a una diagnosi per prima cosa ci si dovrà rivolgere a uno specialista. In tal modo potranno essere descritti in maniera puntuali i sintomi che la paziente lamenta.
Si renderà necessario anche una valutazione che interessi lo stato degli organi riproduttivi e questo verrà fatto in due modi:
- Per prima cosa la paziente verrà sottoposta a una visita;
- Un esame alla quale la paziente verrà sottoposta è l’ecografia transvaginale;
- Se si tratta di una forma secondaria il medico potrebbe decidere di prescrivere al paziente degli esami specifici.
La paziente potrebbe essere sottoposta a:
- Un esame che il medico potrebbe valutare di prescrivere alla paziente è la risonanza magnetica;
- Un altro esame che il medico potrebbe valutare di prescrivere alla paziente è l’isteroscopia;
- Un altro esame che il medico potrebbe valutare di prescrivere alla paziente è la laparoscopia.
Approcci terapeutici
Quali sono quindi gli approcci di natura terapeutica che potranno essere messi in campo per questa problematica. Se si tratta di una dismenorrea secondaria e determinate le cause, si potrà valutare quale possa essere la terapia in tal senso maggiormente adatta.
Se invece dovesse trattarsi di una forma primaria, in tal senso viene individuato un unico approccio di natura terapeutica efficace e consiste nel sottoporre la paziente a una terapia a base di farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questi farmaci consentono di ridurre la sindrome dolorosa della quale soffre la paziente. Una terapia efficace in tal senso potrebbe essere quella legata agli anticoncezionali. Infatti la pillola blocca l’ovulazione e tende a ridurre in tal senso l’intensità degli spasmi legati all’utero.
Si potrebbe anche utilizzare il magnesio che ha la capacità di ridurre gli spasmi di natura muscolare anche nella fase prima di avere le mestruazioni.