Se citiamo la parola disforia a cosa si stiamo riferendo? Se dovessimo analizzare il significato di questa parola riferendoci alla lingua greca parlando di euforia si intende uno stato di animo di allegria e esaltazione che spesso non ha alcuna base razionale, invece il dis che viene inserito prima della parola foria, rimanda a uno stato d’animo negativo. Il soggetto non è in uno stato di benessere con se stesso, non è tranquillo, percepisce dentro di lui un senso di angoscia, di paura. Insomma dentro al suo animo c’è una sofferenza che non riesce a gestire come dovrebbe, un dolore che condiziona fortemente il suo operare e la sua vita. Quindi utilizzare un termine del genere vuol dire riferirsi a una persona che ha un cattivo umore, nervosa, angosciata che ha una pena di natura interiore che non gli consente di vivere con serenità la sua vita.
Tuttavia siamo ancora dentro a una definizione un pò generica che non rende chiaro a tutti cosa voglia dire essere un soggetto disforico. Quindi serve un ulteriore approfondimento e è bene dire che una persona disforica tende ad avere un stato di natura emotiva caratterizzato da una certa complessità e eterogeneo. Non si tratta di un disturbo organizzato ma presenta una struttura caotica.
Dovendo invece parlare di sintomi, potremmo dire che un soggetto che ne è pervaso può avere una sintomatologia piuttosto eterogenea, caratterizzata da varie manifestazioni in termini umorali, vediamo quali sono le principali:
- Ci troviamo di fronte a un soggetto che manifesta un determinato livello di insoddisfazione personale
- Il soggetto nutre un risentimento
- Si tratta di un soggetto che ha dentro al suo animo una sensazione piuttosto marcata di sconfitta
Poi il termine può dare adito a differenti interpretazioni, potrebbe essere collegato alla fase premestruale della donna, potrebbe trattarsi di una forma di somatizzazione, potrebbe trattarsi di una manifestazione legata a una fase successiva al coito. L’approfondimento che andremo a fare investirà solo ed esclusivamente la sfera affettiva del soggetto che ne soffre.
Approccio affettivo
Tuttavia considerare questa problematica solo da un punto di vista affettivo, vuol dire fare i conti con una visione che per molti anni ha considerato i disturbi che si manifestano in un soggetto in termini affettivi a due poli opposti. Quindi ci saremmo potuti trovare di fronte a soggetti che avevano stati di euforia eccessivi e fuori controllo o al contrario avremmo avuto a che fare con persone che avevano uno stato depressivo piuttosto marcato.
Per questo motivo per anni la ricerca si è focalizzata sul trovare spiegazioni e soluzioni che potessero dare una risposta a questi due stati emotivi differenti. Questo chiaramente ha comportato un livello completo di disattenzione verso sfumature contenute in una zona grigia e intermedia rispetto a questi due estremi.
Per questo motivo per molto tempo non si sono indagati stati emotivi basati su un sentimento di irritabilità del soggetti piuttosto pronunciato che può portarlo a diventare aggressivo.
In questo disturbo spesso il soggetto di trova in uno stato misto, tuttavia non è detto di manifesti solo in questa zona che chiamiamo grigia. Sintomatologie come la tristezza, il malumore, l’ansia, l’essere irritabili, possono anche riscontrarsi in altre condizioni patologiche.
Inquadrare il disturbo
Proprio per questo motivo nel corso del tempo si è cercato di indagare più a fondo il fenomeno per riuscire a inquadrarlo in maniera più corretta. Nel 2000 il disturbo viene inquadrato come un profilo psicologico di un soggetto che ha alcune caratteristiche che andiamo a vedere:
- Presenta un quadro di tensione interiore
- Si tratta di un soggetto irritabile
- Tende ad avere dei comportamenti aggressivi ed è molto sospettoso
Nel 2007 si cerca di dare una definizione differente del disturbo affermando che si tratta di un soggetto che ha un profilo emotivo caratterizzato da uno stato di disagio, tende allo sconforto ed è irritabile. In ogni caso un elemento che sembra accomunare la visione di questo disturbo è uno stato emotivo del soggetto caratterizzato da irritabilità.
Conseguenze del disturbo
Quali sono le conseguenze di un disturbo del genere su una persona? Tendenzialmente un soggetto disforico tende ad avere frequenti ricadute. Se il disturbo è correlato alla depressione siamo in presenza di un soggetto che manifesta una rabbia più accentuata e ha grosse difficoltà quando deve prendere delle decisioni.
Se si trovano a dover affrontare un problema nel quale vanno prese delle decisioni hanno delle reazioni di natura emotiva piuttosto accentuate e marcate.
Tuttavia per quanto si possano fare analisi puntuali e dettagliare di una persona che presenta un profilo disforico è bene dire che non è semplice identificare un disturbo del genere.
Depressione e soggetto disforico
Se dovessimo per un attimo confrontare due disturbi differenti tra di loro con una sintomatologia che ha manifestazioni differenti potremmo dire che un soggetto depresso tende a vivere un senso di colpa che proietta su sè stesso oltre ad avere un senso di vergogna.
Nel soggetto disforico gli stati d’animo vissuti vengono imputati a condizioni esterne e la persona manifesta rabbia invece di sentirsi in colpa o provare vergogna. La disforia porta un soggetto a manifestare al di fuori dei comportamenti caratterizzati da un forte senso di rabbia. Il soggetto depresso invece non ha aggressività e si contraddistingue per un atteggiamento più caratterizzato da passività.
Se dovessimo cercare delle linee guida che ci aiutino a definire meglio un soggetto disforico potremmo dire che:
- Si tratta di una persona che sperimenta un patrimonio di emozioni con una accentuata connotazione negativa
- Si tratta di un soggetto che ha la percezione di essere sconfitto
- Non ha un approccio positivo verso gli altri anzi nutre una certa ostilità
- Ha un approccio nel quale incolpa gli altri
Ulteriori approfondimenti
Tuttavia questi disturbi appena citati, in realtà se analizzati a fondo sono correlati anche ad altre problematiche che riguardano persone con disturbi della personalità. Un soggetto che ha un disturbo borderline è caratterizzato da un umore irritabile. Il soggetto con un disturbo ossessivo diventa ostile se trova persone che vogliono mettere un freno alle sue manie. Un soggetto antisociale ha una reazione ostile se non riesce a soddisfare le proprie necessità nell’immediato.
Soggetto disforico e farmaci
Tuttavia un soggetto può anche diventare disforico in seguito all’assunzione di determinati farmaci. In questo caso il disturbo non si presenta per un quadro emotivo e affettivo problematico ma a causa di farmaci. Si tratta di farmaci di natura antidepressiva. Non si devono utilizzare approcci farmacologici con leggerezza su soggetti che presentano questi disturbi. Serve uno specialista esperto per comprendere e curare stati depressivi così complessi e sfumati.
Si dovrà quindi utilizzare un approccio di natura cognitivo-comportamentale nel quale si aiuta il soggetto e identificare gli stati disforici e creare delle strategie che gli consentano di controllarli nella maniera adeguata.