Vi è mai capitato di fermarvi a riflettere su cose la bellezza? Potremmo anche rispondere che per ognuno di noi è un qualcosa di diverso, oppure potremmo dire che il senso del bello coincide con il viso e il corpo di una donna? Come siamo abiutati a percepire le cose? Come ci rapportiamo questo tema? Siamo in grado di comprendere fino in fondo quale sia il modo più giusto e corretto per capire cosa sia il bello o ci basiamo invece sui parametri che ci vengono dati e imposti? Sembra un tema banale, in realtà il senso del bello è qualcosa di più profondo e non coincide necessariamente con il corpo di una donna o con il suo volto.
Se per un attimo facciamo una riflessione, capiremo che ognuno di noi, darà sicuramente un’interpretazione che è personale. In realtà possiamo anche dire che il termine bellezza, può sicuramente avere un significato differente a seconda del contesto nel quale viene utilizzato.
Parlare di cose belle, di senso del bello, vuol dire potersi riferire a aspetti differenti della realtà nella quale siamo calati e di come noi siamo abituati a percepire il tutto. Potremmo infatti fermarci un attimo incantati perchè stiamo ammirando un tramonto, e quindi si crea un effetti quasi magico nel quale il nostro sguardo è perso dal colore del sole, dalle sfumature che è in grado di creare sulla linea dell’orizzone, dalla forma del sole stesso che ha quel colore arancione rossastro e ci incida che sta terminando una giornata.
Se ci siamo recati per esempio a una mostra di arte, potremmo rimanere colpiti da un quadro che il pittore è riuscito a rendere bello, nel modo di dipingerlo, nel soggetto che compie un’azione specifica, nel modo in cui riesce a trasmettere ad ognuno di noi, una sensazione specifica differente.
Oppure potremmo rimanere colpiti da una persona, che con il suo aspetto fisico, con il suo modo di fare e di essere, crea in noi quella sensazione di bello. Poi se volessimo proprio essere attenti su questo tema, potremmo anche parlare di un bello soggettivo e oggettivo.
Riflettere sul senso del bello
Partendo ad esempio da un punto di vista personale, da quello che secondo ognuno di noi è il tema del bello, potremmo anche dire che quello a livello personale, potremmo essere colpiti da un’emozione unica nel suo genere, talmente intensa da riuscire a trasmetterci un senso di pace, di tranquillità interiore, che per noi questo potrebbe essere il senso effettivo del bello. Tuttavia questa considerazione è in parte giusta perchè parte da un presupposto specifico.
Si parla di senso del bello, riferendoci a una valutazione puramente personale, che proprio per questo motivo ha sempre un suo valore. Ora pensiamo all’essere umano, alla sua forma, alla sua fisicità, al suo corpo, un tema molto importante che riguarda però un percepito che diventa oggettivo.
Si parla di canoni imposti, la società, il periodo storico preciso nel quale stiamo vivendo , la cultura, il modo di vivere, ma anche il contesto economico e sociale nel quale siamo calati, tende a creare una sorta di canone del bello che riguarda il corpo, tuttavia anche che questo modo di vedere le cose cambia nel tempo. Non parliamo di qualcosa di fisso, eterno, immutabile.
Le regole che definiscono un certo modo di vedere il bello, mutano perchè sono strettamente collegate a un percepito che riguarda un determinato periodo storico. Proprio per questo motivo, quello che potreva essere considerato bello in precedenza, cambia successivamente. Per quale motivo siamo abituati a ragionare per stereotipi? Perchè sentiamo per forza l’esigenza di basarci su canoni che la società stessa in cui viviamo, tende a creare per noi e in base a quelli ragioniamo?
Quali sono i modelli sociali in base ai quali, siamo portati a percepire il corpo di una persona come un qualcosa di bello? Come vediamo le persone in base alla loro struttura fisica e quali sono quelle carattetistiche che ci fanno percepire il senso del bello? Vediamole insieme:
- Una persona molto alta di statura ci colpisce
- Ua persona magra secondo gli attuali canoni sociali, la percepiamo in maniera positiva
- Ua persona esile, con una struttura fisica delicata, ci suscita un’impressione diversa
- Una persona muscolosa, spesso viene vista in maniera gradevole, perchè rispecchia un modo che consideriamo giusto di cambiare il nostro corpo
Tuttavia questi modi di identificare le persone, si basano tutte sull’espetto esteriore di queste. Non c’è alcun tipo di altra considerazione che viene fatta. L’aspetto fisico che ha una persona, quello che come prima impressione ci suggerisce, sia in senso positico che negativo, sono il modo in cui siamo abituati a ragionare. La domanda che ci dobbiamo porre è se è giusto ragionare in questo modo. Probabilmente no, perchè perdiamo il senso della persona, di quello che rappresenta, del suo mondo interiore, delle sue emozioni, di tutto quello che va oltre all’aspetto fisico.
La bellezza nei tempi moderni
Senso del bello e corpo, aspetto fisico, se ci pensiamo per un attimo, molto dipende dalla quanto è grande oggi l’attenzione per la cura e l’estetica del nostro corpo. Partiamo con il presupposto che valorizzare se stessi, il proprio aspetto fisico non è sbagliato, tuttavia sarebbe anche corretto che ci fosse un certo grado di coerenza tra questo messagio e altri che ne vengono proposti.
Se si cerca di costruire un messaggio che parla di cose la bellezza, specificando subito che si tratta di per prima cosa di un approccio personale, che deve passare per l’accettazione di se stessi, del fatto di essere diversi, non si può poi nello stesso tempo, continuare a proporre modelli tramite la televisione, il web, gli strumenti di comunicazione di massa nei quali si sottolinea nuovamente l’importanza di avere un’immagine all’esterno che non abbia alcun tipo di imperfezione.
Quindi come dobbiamo vivere il bello? Secondo il criterio di quello che appare o secondo il criterio di quello che realmente è una persona? Diciamo che un corretto equilibrio, dovrebbe passare per entrambi i modi nei quali percepiamo il bello. Tuttavia è anche vero che fino a quanto nel percepito di tutti, l’immagine sarà collegata al senso del bello, sarà molto difficile poter costruire messaggi positivi e non contradditori che puntino ad alimentare l’autostima di ogni individuo.
Promuovere quindi una nuova cultura del bello
Quindi come si può intervenire? Cosa possiamo fare? Quali sono gli strumenti che possiamo utilizzare per promuovere una nuova cultura del bello? Riuscire a “creare l’eccezione che conferma la regola”, e questo lo possono fare tutti, privati, aziende, professionisti del settore.
Pensiamo un attimo a una campagna che puntasse a sensibilizzare tutte le persone che non conoscono gli effetti del cancro sulla vita delle persone. Fare la chemioterapia indelolisce il proprio sistema immunitario, la combinazione di chemio e radio, fa cadere i capelli, quindi una persona è costretta a vivere con un aspetto fisico che cambia.
Purtroppo non sempre le terapia mirate per le patologie tumorali sono efficaci, e quindi le persone oltre alla sofferenza, si trovano nella condizione di avere un’aspettativa di vita decisamente ridotta. Immaginate quindi per un attimo come sarebbe efficace una campagna che puntasse a valorizzare la bellezza di una persone che invecchia, con le rughe che si vedono sul suo volto.
Un altro modo di vedere il bello, come qualcosa che riguarda lo scorrere del tempo, la vita che passa, un’aspettativa di vita che nelle persone sane è decisamente più lunga e per questo motivo rappresenta in pieno non solo il tempo che passa ma anche la possibilità di avere una vita più lunga e di poter invecchiare lontanti dagli effetti di una malattia come il cancro.