Se non avete mai sentito parlare di coprofilia, sappiate che si tratta di una particolare predisposizione mentale di un soggetto che rientra nella categoria delle parafilie. Cosa accade esattamente? In pratica il soggetto che ne soffre tra soddisfazione e piacere di natura erotica-sessuale alla manipolazione delle feci. In pratica odore, gusto e vista delle feci o magari anche proprio la defecazione intesa come atto, producono nel soggetto una sorta di piacere sessuale. In pratica il materiale fecale assume delle connotazioni di natura erotica, di piacere. In linea generale c’è un termine che più di altri identifica nel linguaggio comune questo tipo di disturbo ed è la parola gergat. A tutti gli effetti si tratta di una pratica che viene fatta da soggetti che soffrono di questa parafilia in forma molto limitata.
Per quanto sia effettivamente una pratica limitata, è stata inserita a pieno titolo all’interno dei fondamenti stessi della psicologia moderna.
Fase anale di Freud
Se dovessimo ripercorrere la storia di questa particolare parafilia, potremmo dire che Freud, già ai suoi tempi aveva delineato una teoria specifica che riguardava però il bambino e la famosa fase anale. Si parla proprio di uno stadio di sviluppo del bambino stesso in termini psichici e di natura sessuale, durante il quale il bambino stesso sperimenta un’ossessione marcata per una determinata zona erogena del proprio corpo: l’ano.
Tuttavia il bambino stesso si trova in una posizione scomoda, infatti prova piacere da un punto di vista psicologico all’atto della defecazione, mentre dall’altra parte viene progressivamente educato al controllo dello sfintere, nel riuscire a esercitare una forma di controllo che riguarda le proprie funzioni di natura corporea.
Futuro adulto e fase anale
Quindi nel bambino quando compie l’atto della defecazione vengono esercitate delle pressioni affinchè in futuro riesca in maniera del tutto autonoma e senza dover avere bisogno dell’ausilio dell’adulto a controllare le proprie funzioni corporali. Quindi la visione freudiana del bambino che prova piacere nella defecazione verrà poi completamente superata da un bambino più grande e maturo che con il corso del tempo riuscirà a superare questa visione di natura anale e entrerà a pieno titolo nel mondo degli adulti.
La cosa più importante è come in seguito i bambini saranno in grado di risolvere questo conflitto tra il piacere e il senso del dovere. Sempre secondo le teorie di Freud, la risoluzione di questa conflittualità nel bambino sarà fondamentale e decisiva per riuscire in futuro a stabilire nella maniera più corretta il proprio approccio all’autorità e a tutte quelle che sono le questioni legate al possesso.
Definiamo meglio questo tipo di parafilia
Questa parafilia deriva sicuramente da questa fase di conflitto di natura psicologica e sessuale delineata tanto acutamente da Freud, tuttavia non ne rappresenta in alcun modo un momento di sviluppo personale. Questo perchè non stiamo ovviamente parlando di bambini che sono in fase di sviluppo e che devono risolvere in maniera autonoma conflitti legati al piacere legato all’utilizzo a proprio piacimento dello sfintere anale e una crescita che si basa sull’accettazione di tipo sociale che la defecazione è un atto legato al controllo delle proprie necessità fisioligiche che vanno espletate al momento giusto e non può in alcun modo rappresentare un momento di piacere e gratificazione di natura erotica.
Rifiuto della convenzione sociale
Quindi se dovessimo trasportare la teoria freudiana nel mondo degli adulti potremmo anche dire che esiste un piccolo gruppo di individui che pur facendo parte attivamente della società, fatta di regole e convenzioni, rifiuta completamente questo paradigma che vede nel controllo dello sfintere anale e nell’espletamento dei propri bisogni fisiologici non un atto di piacere, di gratificazione o di soddisfazione sessuale. Si tratta invece di un atto di natura sociale che come tale deve seguire determinare regole e modi di vedere le cose.
La defecazione quindi non può rappresentare un piacere derivato dalla fase anale di Freud ma è solo un atto meccanico e liberatorio che in alcuni momenti le persone fanno, sempre con l’ottica di controllare nella maniera più adeguata possibile i propri impulsi defecatori. Questi dovranno essere espressi secondo convenzioni sociali in luoghi intimi e appartati, al di fuori della vista degli altri, come semplice atto meccanico inerente l’espulsione del materiale fecale che transita dal tratto intestinale e arriva alla zona dello sfintere anale.
Adulto e rifiuto della convenzione sociale
Quindi nel piccolo gruppi di adulti che vivono questa condizione, c’è a tutti gli effetti un rifiuto di natura sociale a considerare l’atto della defecazione come un semplice atto di natura meccanica e fisiologica che avviene in seguito a uno stimolo e va controllato. Per questi adulti l’atto delle defecazione è liberatorio e rappresenta a tutti gli effetti un piacere, velato anche di erotismo.
Cenni storici
Da un punto di vista prettamente storico, visto la stretta correlazione tra l’erotismo e la fase anale, gli psicologi del ventesimo secolo hanno considerato questa parafilia come associabile sempre a una condizione specifica: quella dell’omosessualità. Successivamente nell’epoca della rivoluzione sessuale e anche dopo, si è arrivati a considerare del tutto fasulla una teoria basata sul modello in base al quale questo piacere sessuale legato all’atto della defecazione sia ascrivibile agli uomosessuali.
Questo anche perchè i dati che sono attualmente a disposizione in termini puramente statistici, sono pochi e nessuno di questi conferma in qualche modo la teoria secondo la quale potrebbe esserci una stretta connessione tra questa parafilia e come vengono scelti i partner sessuali.
Ulteriori approfondimenti
Se parliamo invece di piacere erotico e gratificazione di natura sessuale, possiamo anche dire che coprofilia e coprofagia hanno dei tratti in comune, questi si esprimono principalmente in giochi di natura sessuale denotati da una forte componente sado-masochista. Nella quale due partner consenziente creano un gioco basato sul ruolo di vittima e carnefice. Quindi uno dei due partner adotterà comportamenti di natura sadica improntati alla sottomissione dell’altro partner e alla sua umiliazione. Tutto sempre in un’ottica di consenso da ambo le parti. La pratica viene anche definita scat.
Esistono controindicazioni per la salute?
Ora è importante affrontare un’altra questione non meno importanti di quelle fino a questo momento approfondite. Adottare questo tipo di comportamento sessuale, deve essere valutato da un punto di vista igienico personale. Questo per il rischio di ingestione di virus o batteri che sono presenti proprio nell’ultimo tratto intestinale o nelle feci stesse.
Si tratta insomma di pratiche che in quanto tali possono comportare seri rischi per la salute della persona che decide di assoggettarvisi ( la parte passiva che le riceve). Il rischio è legato al materiale fecale, che a prescindere dal donatore che può godere di buona salute, sono comunque un veicolo ideale per per forme infettive. Pensiamo per un attimo all’epatite che si trasmettono proprio attraverso le feci.