Quando parliamo di convulsioni da febbre ci stiamo riferendo a una problematica che tende a colpire solitamente bambini in un’età compresa tra i sei mesi e i cinque anni. Quando fanno la loro comparsa? Possono manifestarsi quando la febbre tende a salire in maniera rapida, questo non esclude che le convulsioni non possano anche presentarsi prima che compaia la febbre. Si tratta di episodi che hanno sono brevi o possono avere una certa durata? In linea generale sono brevi e tendono a risolversi nell’arco di un periodo pari a quindici minuti. Non si ripetono da questo punto di vista nell’arco delle 24 ore. Come devono comportarsi i genitori? Per prima cosa è bene cercare di mantenere la calma il più possibile, si rende necessario collocare il bambino su un fianco e verificare quanto dura la crisi e di quale tipologia sia.
Due invece fattori molto importanti in tal senso sono quelli legati al fatto di non dare farmaci somministrati per via orale o liquidi e contattare il prima possibile il pediatra. Cerchiamo di sfatare una visione errata, quella secondo la quale si pensa che un bambino al quale vengono le convulsioni potrebbe sviluppare una meningite. Questa informazione non è corretta, invece è vero il contrario, in pratica se il bambino soffre di meningite potrebbe avere anche la convulsioni.
Le convulsioni non sono controindicate per i vaccini, da questo punto di vista è bene dire che potrebbero prevenire alcune crisi, soprattutto nel caso di morbillo.
Manifestazioni
Come si manifestano queste crisi convulsive? In realtà la risposta corretta è che le manifestazioni in quanto tali possono essere di varia tipologia, in tal senso il soggetto potrebbe avere:
- Potrebbe diventare incosciente;
- Potrebbe avere una forma di irrigidimento esteso ( in tal senso si utilizza il termine toniche);
- Potrebbe avere delle scosse che interessano la zona delle braccia e la zona delle gamge ( in tal senso si utilizza il termine cloniche);
- Nel bambino potrebbero manifestarsi in contemporanea entrambe le condizioni appena citate con scosse tonico-cloniche;
- Il paziente potrebbe andare incontro a una forma di rilassamento della muscolatura ( vengono in tal senso definite ipotoniche);
- Lo sguardo potrebbe diventare fisso.
Generalmente si tratta di crisi che durano circa 2/3 minuti e in seguito il bambino ha una fase nella quale percepisce una certa sonnolenza. Durante la crisi il paziente potrebbe avere delle perdite di urina.
Come comportarsi
Per prima cosa se ci si accorge che il bambino sta avendo una convulsione è importante cercare di mantenere il più possibile la calma. I genitori che assistono all’episodio dovrebbero:
- Cercare di allentare il più possibile l’abbigliamento del bambino in maniera particolare nella zona del collo;
- Spostare il bambino e metterlo su un fianco facendo in maniera tale che non rischi di inalare vomito o saliva;
- Evitare di forzare l’apertura della bocca;
- Vedere quanto dura la crisi;
- Non sommistrare liquidi o farmaci in forma orale.
Quando la crisi è terminata sarà importante mettersi in contatto con il pediatra.
Ci sono rischi oggettivi che l’episodio possa ripresentarsi? Da questo punto di vista è bene specificare che in circa metà dei casi l’episodio resta del tutto isolato. Il fatto che possano manifestarsi delle recidive è più frequente se l’episodio tende a manifestarsi in maniera precoce magari in un bambino nel suo primo anno di età.
Parliamo di cause
Quali possono essere le cause che portano il bambino ad avere delle convulsioni? In tal senso si parla di una predisposizione di natura genetica. Infatti in almeno in terzo dei casi il soggetto che ha la crisi ha un familiare al quale è accaduto di sperimentare una problematica simile.
Si tratta di episodi che hanno un certo livello di pericolosità? In linea generale trattandosi di manifestazioni che hanno una durata breve non vengono in tal senso causati danni. Quando potrebbe causare degli eventuali danni? Perchè si possa parlare di un danno, un episodio del genere deve avere una durata che supera i trenta minuti.
Per un genitore assistere a una crisi convulsiva relativa al proprio figlio è un episodio da un punto di vista emotivo molto forte, motivo per cui è molto importante non sottovalutare quello che risulta essere il vissuto dei genitori e dare loro tutte le informazioni che servono per aiutarli a vivere in maniera più serena la problematica.
Prevenzione
Possiamo parlare di una prevenzione nel caso in cui si manifestino dei problemi del genere? In realtà no, infatti se si cerca di mantenere la temperatura corporea bassa questa precauzione non impedisce che si possa manifestare la crisi. In ogni caso è bene dire che l’utilizzo di farmaci che abbassano la temperatura può essere utile per ridurre il malessere percepito dal bambino.
Se il bambino dovesse avere la febbre è sconsigliabile utilizzare dei farmaci ad effetto sedativo.
Meningite e epilessia
Per prima cosa è bene dire che un bambino che soffre di queste crisi non è vero che può sviluppare una meningite. Tuttavia è vero invece che se il bambino dovesse avere una meningite allora potrebbe avere anche episodi legati a convulsioni. Parlando di bambini che hanno la meningite è bene dire che il quadro clinico è ben noto al pediatra e sarà lui quindi che potrà valutare quando è da prendere in considerazione l’ipotesi che sia presente una patologia del genere.
Ad oggi la medicina moderna non ha stabilito alcun tipo di nesso tra l’epilessia e un attacco convulsivo.
Approcci terapeutici
Quali sono quindi gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo quando il bambino ad esempio ha avuto un episodio del genere ed è una prima crisi? In questo caso viene prescritto un farmaco chiamato diazepam che si usa per via rettale e si dovrà tenere in casa e dovrà essere utilizzato solo se il bambino dovesse avere nuovi episodi. Si parla in tal senso di crisi che hanno una durata superiore ai tre minuti.
Se la crisi dovesse avere una lunghezza maggiore, potrà essere prescritto in tal senso un farmaco chiamato Midazolam che viene somministrato per via orale. Si tratta di farmaci che hanno un’azione di tipo sedativo quindi successivamente alla loro somministrazione il bambino potrebbe avere sonnolenza.
Partendo dal presupposto che nella maggior parte dei casi le crisi durano meno di due minuti e in tal senso non vengono fatti trattamenti. Se il bambino dovesse avere delle recidive con convulsioni da febbre, starà al pediatra valutare come gestire queste crisi al domicilio del bambino.
Non si effettuano in tal senso elettroencefalogrammi, sarà sempre il pediatra valutando caso per caso a decidere se sono necessari degli accertamenti per capire quale sia la causa specifica della febbre.