Se non vi è mai capitato di sentir parlare del colangiocarcinoma è bene specificare che si tratta di una patologia tumorale estremamente rara. Quante sono in termini numerici le persone che ogni anno in Italia vengono colpite da questa patologia specifica? Esistono ad oggi delle prassi terapeutiche efficaci che la medicina è riuscita ad elaborare per dare alle persone delle linee guida, dei comportamenti specifici in base ai quali si possono ridurre i rischi di sviluppare una patologia tumorale del genere? Sono stati fatti progressi in campo medico importanti per dare alle persone che si ammalano di questo specifico tumore, possibilità di poter condurre una vita migliore?
Per prima cosa è bene fare alcune specifiche importanti. Quando parliamo di questa forma tumorale, ci stiamo essenzialmente riferendo a una neoplasia che si manifesta nella zona delle vie biliari. Si tratta di una forma tumorale piuttosto ostica, possiede alcune caratteristiche che vanno indagate a fondo. Una di queste è il fatto che la sintomatologia alla quale il soggetto che ne soffre va incontro, non è definita in maniera precisa.
Proprio per questo motivo la persona che si ammala di questa neoplasia, non danno particolare importanza ai sintomi espressi, molto spesso tende a non rivolgersi al medico che fare gli opportuni e dovuti accertamenti. Approfondimenti che invece sarebbero molto importanti per arrivare a una diagnosi chiara e certa di un tumore del quale ancora ad oggi, non si sanno molte cose.
Un altro fattore molto importante che va sottolineato è che arrivare a una diagnosi per questa forma tumorale, c’è in iter di esami di approfondimento specifici da seguire. Solo in questo modo è possibile arrivare nel corso degli approfondimenti che il medico specialista metterà in atto, a una diagnosi corretta e certa.
Per quanto concerne l’ambito della ricerca medica, della cura e della evoluzione nell’ambito di quelle che possono essere le terapie applicabili, non c’è stata una particolare evoluzione in questi anni.
Patologia tumorale rara
Proprio per i motivi che abbiamo elencato, abbiamo a che fare con una patologia tumorale rara, che ogni anno nel nostro paese viene diagnosticata a un totale di persone che si attesta intorno ai 5000 casi. Il fatto che si tratta di una forma rara e complessa anche nell’approccio curativo, deve ancora di più il grado di consapevolezza.
Infatti se da una parte è vero che si tratta di una patologia rara e complessa, dall’altro è anche vero che il suo grado di diffusione a livello mondiale è in aumento.
Sintomi vaghi e non chiari
Uno dei punti più critici nell’affrontare questa tipologia specifica di tumore è il fatto che non dia dei sintomi chiari, al contrario sono talmente generici che inducono in errore il medico, che magari li attribuisce a una patologia di natura differente. Almeno in fase iniziale, non sono presenti sintomatologie tali da allarmare il paziente e spingerlo a rivolgersi a un medico per gli opportuni approfondimenti. In ogni caso, proprio sul fronte dei sintomi che la malattia è in grado di manifestare, ci sono alcuni segnali che possono mettere sulla strada giusta, vediamo quali sono:
- Uno dei segnali che possono identificare questo tumore sono rappresentati da un mutamento nel colore della parte chiara dell’occhio che tende a diventare di colore giallo
- Nel corso del tempo la colorazione giallastra può interessare anche la zona della cute
- Un altro possibile segnale che non andrebbe sottovalutato è una colorazione differente del materiale fecale
- Si dovrebbe stare più attenti se ci si accorge che il colore dell’urina muta
Il paziente non nota i sintomi
Il primo problema al quale possiamo andare incontro è proprio questo. Il paziente a fronte di una sintomatologia del genere, non ne coglie l’importanza o spesso non si accorge neanche di questi cambiamenti. Il risultato di questa poca attenzione è un allungamento nei tempi che servono a diagnosticarlo per riuscire a intervenire invece nel modo più tempestivo possibile con le cure che si possono avere a disposizione.
Iter diagnostico complesso
Un secondo punto molto critico nel combattere in maniera efficace una patologia tumorale come il colangiocarcinoma è sul fronte della diagnosi che è molto complessa e richiede un iter di esami articolato. Per prima cosa per poter intraprendere una diagnosi di questa patologia si inizia con il un esame come la Tac.
Tuttavia questo primo approccio diagnostico non dà sempre risultati attendibili e certi, per questo motivo si deve utilizzare un altro approccio con una risonanza magnetica specifica. In presenza di risultati non chiari e quindi non avendo ancora certezza sulla possibile diagnosi, si dovrà ricorrere a un altro approccio che è un esame particolarmente invasivo.
L’esame in questione si chiama colangiopancreatografia retrogada endoscopia e si tratta di una procedura specifica che si avvale di endoscopia e radiologia per poter fare degli approfondimenti nella zona dei dotti biliari.
Approcci terapeutici
Una volta che l’iter diagnostico si è completato con questa serie di esami di approfondimento, si interviene con gli strumenti che la medicina ha a disposizione. L’approccio di natura chirugica è un’opzione che si può utilizzare nei casi in cui l’evoluzione del tumore è tale da rendere l’intervento in alcuni casi risolutivo.
Se non è possibile procedere con l’intervento chirugico, l’unica opzione a disposizione è il trattamento attraverso la chemioterapia. Bisogna tenere conto del fatto che questo approccio ha una serie di effetti collaterali sul paziente e non sempre di dimostra efficace come dovrebbe.
Approfondimenti
Purtroppo per poter elaborare una cura maggiormente efficace, servono una serie di informazioni aggiuntive che ad oggi i medici non hanno. Non conoscendo a fondo le dinamiche in base alle quali questo tumore di sviluppa, non è possibile intervenire con ad esempio farmaci a bersaglio molecolare che per altre patologie tumorali si sono dimostrati utili e efficaci.
I possibili fattori di rischio nello sviluppo di un tumore del genere sono rappresentati da altre malattie che possono colpire le vie biliari, tra queste abbiamo:
- I rischi che aumentano possono essere legati a eventuali calcoli che presenti nella zona dei dotti biliari
- I rischi aumentano anche se ci sono calcoli nella zona della cistifellea
- Un individuo con un problema di sovrappeso non è ad oggi una condizione identificabile in maniera sicura come potenziale rischio
- Un individuo ammalati di cirrosi epatica non è una condizione identificabile come rischio con le conoscenze attuali
- Un individuo che fuma non è ad oggi identificabile come un potenziale rischio
Studi sul tumore
Proprio per le problematiche fino a questo momento evidenziate, si sta lavorando su alcune ricerche che dovrebbero consentire di comprendere meglio quali sono i meccanismi che stimolano la crescita del tumore. Uno in particolare sta studiando una forma tumorale chiamata colangiocarcinoma intraepatico che ha la caratteristica di espandersi rapidamente utilizzando i vasi sanguigni nella zona del fegato.
In modo particolare la ricerca si sta orientando a comprendere meglio il rapporto che intercorre tra il tumore e il microambiente che lo circonda. Esiste uno scambio di segnali piuttosto vivace il tumore e il microambiente. Di conseguenza un farmaco in grado di ostacolare questo scambio di informazioni dovrebbe consentire di ridurre la crescita tumorale.