Probabilmente ne avrete sentito parlare, la claustrofobia è una patologia di natura psicologica che porta un soggetto a sperimentare una paura del tutto sproporzionata e irrazionale per spazi molto stretti. Si tratta di una condizione psicologica che coinvolge in maniera più evidente, soggetti di sesso femminile o soggetti di sesso maschile? Tende a manifestarsi in una fase precisa della vita di un individuo oppure può rendersi evidente a qualsiasi età? Quali sono gli approcci di natura terapeutica che consentono a un soggetto di ridurre la sintomatologia associata in manieta tale da poter vivere una vita più serena a meno problematica? Quali sono i comportamenti correttivi che possiamo mettere in atto quando in una situazione del genere, manifestiamo una paura irrazionale degli spazi chiusi?
Siamo sicuramente davanti a una delle fobie più conosciute e con un maggior grado di diffusione nel mondo, se vi trovate in un contesto specifico poniamo l’esempio classico dell’ascensore, magari pieno di gente, che deve salire un determinato numero di piani e sentite un desiderio irrefrenabile di uscire fuori, potreste essere soggetti claustrofobici.
Se un soggetto che sperimenta questo tipo di problema specifico si trova in una situazione del genere, quindi in spazi molto ristretti come ad esempio un tunnel, farà di tutto per riuscire a uscire da quel contesto buio e chiuso, cercando di recuperare in fretta la propria libertà e il proprio senso di benessere.
Chiaramente questo coincide di fatto con uno spazio aperto nel quale non ci sono vincoli di alcun genere, nel quale il soggetto può vedere uno spazio ampio, privo di vincoli, e quindi con un effetto benefico e posittivo sulla propria mente.
Questa necessità improvvisa che manifesta un soggetto claustrofobico è anche dettata da una percezione distorta dello spazio in cui vive improvvisamente quel senso di disagio. Le sensazioni possono farsi molto forti e intense, per questo motivo, per quella percezione distorta dello spazio che sembra farsi sempre più piccolo, come se le pareti ad esempio dell’ascensore si facessero sempre più strette, il soggetto manifesta quell’esigenza di libertà improvvisa nella quale cerca di recuperare la propria serenità.
Paure sperimentate dal soggetto
Quali sono le paure specifiche che un soggetto claustrofobiso sperimenta nel momento in cui si trova in una condizione di disagio legata a un luogo specifico? Andiamole a vedere nel dettaglio:
- Una delle paure più frequenti se si trova in un luogo chiuso è il timore che il soffito si possa abbassare
- Una paura correlata a questa è quella del possibile decesso di tutte le persone all’interno dell’ascensore perchè schiacciate dal soffitto che si abbassa
- Se il luogo è troppo angusto e lo spazio troppo ristretto, il soggetto potrebbe trovarsi nella situazione in cui si esaurisce l’aria a disposizione
- Un’altra specifica paura correlata a questa è quella di non riuscire a rimanere lucidi, incorrendo magari in uno svenimento causato dalla mancanza di aria presente nel contesto in cui ci troviamo
Soggetto claustrofobico e il cinema
Immaginiamo per un attimo un luogo specifico che nell’immaginario delle persone che non soffrono di queste problematiche è associato allo svago: il cinema. Ci si reca per passare alcune ore piacevoli nelle quale possiamo rilassarsi godendoci un bel film, magari in una sala ampia, con poltroncine comode, in grado di trasmetterci quel senso di tranquillità e calma.
In condizioni psicologiche normali, il percepito che una persona ha di un luogo del genere è positivo. Invece nella mente di un soggetto claustrofobico le sensazioni cambiano decisamente. Ribaltiamo quindi il punto di vista cominciando a vedere quali sono i dettagli negativi che un soggetto del genere può percepire in un luogo così.
Per prima cosa una sala dal cinema è una sorta di scatola chiusa nella quale non ci sono finestre. Il secondo elemento negativo è il fatto che solitamente, se parliamo di prime proiezioni nelle quali ci sono film di nuova uscita la sala sarà sicuramente pienta di gente. Questo non consente a un soggetto claustrofobico di potersi muovere in maniera libera e agevole come dovrebbe perchè rischia di disturbare altre persone durante la proiezione del film.
Il cumulo di queste sensazioni poco piacevoli che si accavallano nella mente del soggetto claustrofobico, fanno sì che decida di agire in un modo specifico. Rinuncia decisamente per evitare di dover percepire tutte queste forme di disagio causate dalla sua fobia a recarsi in una sala da cinema. Limitando quindi anche il suo livello di socialità ma si tratta di una scelta consapevole dettata dal suo punto di vista dall’esigenza di evitare quel problema.
Incubo risonanza magnetica
Qundi il soggetto claustrofobico è limitato fortemente non solo nella sua sfera sociale ma anche in quella legata alla propria salute. Sicuramente una problematica che gli si presenterà nel corso della sua vita e che deciderà di evitare in qualsiasi modo è quello di sottoporsi a un esame come quello della risonanza magnetica.
Si tratta di un esame nel quale un soggetto viene inserito all’interno di un macchinario di forma cilindrica. Durante l’esame deve ovviamente stare il più possibile immobile mentre il macchinario fa il suo lavoro. Un soggetto claustrofobico, proprio per la natura stessa dell’esame che dovrebbe fare, cercherà di evitarlo in tutti i modi.
Metropolitana? No grazie!
Se pensate per un attimo a una metropolitana, dovete immaginare un luogo che per un soggetto claustrofobico è l’ideale per iniziare ad avere determinate paure. Si tratta di un contesto che si trova non in superficie ma sottoterra. Le metropolitane per loro natura, soprattutto quando imboccano delle gallerie, si trovano al buio.
Oltre a questo ci sono una serie di caratteristiche specifiche legate alla metropolitana che sono un problema per il soggetto claustrofobico, vediamo quali:
- C’è poca luce
- Ci sono una serie di cunicoli
- Solitamente ci sono sempre tante persone che le affollano
- Non dimentichiamo gli odori che spesso sono molto forti e non certo piacevoli
- Il rumore è piuttosto pronunciato, soprattutto quando la metropolitana frena
Claustrofobia e comportamenti
Quindi cosa fa un soggetto claustrofobico per evitare determinate situazioni che scatenano la sua fobia? Per prima cosa cerca di controllare il livello di ansia che prova cercando di giustificare agli altri il motivo di scelte che sembrano in apparenza un minimo strane. Se per esempio deve prendere un ascensore che è una tipica situazione nella quale si scatenerà la sua fobia, adotterà una strategia basata sull’evitamento.
Addurrà quindi a scuse per non salire sull’ascensore e fare la scale, giustificando il tutto agli occhi degli altri, come una voglia di fare dello sport e quindi fare la scale per tenersi semplicemente in forma.
Cura
Come si cura la claustrofobia? Quali sono gli approcci che si possono mettere in campo per cercare di aiutare un soggetto che soffre di questa fobia specifica? L’approccio migliore è quello basato su una terapia di natura comportamentale nella quale si aiuterà il soggetto ad acquisire consapevolezza del problema, mettendo in atto delle strategie che lo aiutino a ridurre/tenere maggiormente sotto controllo i sintomi scatenanti.