Cisti epatiche

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Quando parliamo di cisti epatiche ci stiamo riferendo a dei piccoli sacchetti che sono al loro interno ripieni di fluidi che sono di fatto riconducibili al fegato. Essenzialmente è bene dire che nella maggioranza dei casi possiamo parlare di formazioni semplici di natura benigna e non riconducibili a tumori, non sono collegate a una condizione definita rene policistico e non sono prodotte dall’azione di:

  1. Si parla in tal senso di batteri;
  2. Si parla in tal senso di parassiti.

In ogni caso volendo approfondire un attimo la loro natura è corretto affermare da un punto di vista medico che ci troviamo in presenza di formazioni che interessano la zona epatica e che hanno al loro interno un liquido che viene prodotto dalla loro parete. Quando parliamo di parete a cosa ci riferiamo essenzialmente? La risposta corretta è che si tratta di un epitelio che in tal senso produce in maniera continua questo liquido. Quali sono le caratteristiche di questo fluido? Presenta caratteristiche molto simili a quelle del plasma.

Quali sono le loro dimensioni? In linea di principio possiamo dire che si tratta di formazioni che arrivano a essere non più grandi di due centimetri ed è molto raro che si possano rompere. Cosa potrebbe accadere a un paziente se in tal senso ci fosse una rottura? Se dovessero rompersi il paziente potrebbe correre il rischio di:

  • Potrebbe andare incontro a un processo di natura infettiva;
  • Potrebbe correre il rischio di avere un ascesso di natura epatica.

Parliamo di una problematica che in quanto tale è rara o comune? Se ci riferiamo a cisti definiti semplici, in realtà si tratta di una problematica piuttosto comune. C’è un’età specifica nella quale si può presentare? La risposta corretta è che generalmente si tratta di cisti che fanno la loro comparsa quando un soggetto si trova in un’età avanzata. La comparsa è legata a una ciste o a più cisti? In generale quando compaiono sono più cisti.

Parliamo di cause

Quali sono le cause che possono portare alla comparsa di queste cisti? Ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita ad attribuire una causa nota a specifica a queste formazioni, si ipotizza in tal senso che possa trattarsi di una problematica di natura congenita. Ad oggi l’ipotesi più accreditata è quella spiega la loro formazione con la dilatazione di noduli piccoli che possono manifestarsi nella zona della vena porta e dell’arteria epatica.

C’è una causa specifica per quale si dilatano questi noduli? In tal senso si parla di un processo degenarativo e della morte di un piccolo gruppetto di cellule nella zona del fegato.

Parliamo di sintomi

Qual’è la sintomatologia specifica di queste formazioni? In realtà è bene dire che nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni che oltre ad essere del tutto benigne sono anche asintomatiche. Tuttavia la sintomatologia è bene ricordare che è strettamente legata alle dimensioni effettive di queste cisti. Se dovessero essere di grandi dimensioni potrebbero innescare nel paziente una sindrome dolorosa che coinvolge la parte superiore dell’addome. Se queste formazioni dovessero muoversi rispetto alla loro posizione originale, potrebbero dar luogo a un dolore piuttosto intenso.

Il soggetto potrebbe andare incontro a ulteriori sintomi? Si, vediamo quali:

  1. Potrebbe esserci un gonfiore nella zona dell’addome;
  2. Il soggetto potrebbe percepire un senso di pienezza;
  3. Il soggetto potrebbe rilevare la presenza di una massa a livello addominale percepibile al solo tatto;
  4. In casi piuttosto rari non si può escludere che la cisti possa creare un processo ostruttivo di un dotto biliare.

Se la cisti o le cisti dovessero rompersi il paziente potrebbe anche avere:

  1. Potrebbe andare incontro a febbre;
  2. Potrebbe andare incontro a un aumento dei globuli bianchi presenti nel flusso sanguigno.

Approcci di natura preventiva

Ci sono degli approcci di natura preventiva che si possono mettere in campo per prevenire queste formazioni? Purtroppo no, ad oggi non è possibile in alcun modo prevenire la comparsa di queste cisti.

Approccio diagnostico

Qual’è l’approccio diagnostico corretto per le cisti di natura epatica? Se si tratta di una cisti semplice in ogni caso si renderà necessaria una visita medica piuttosto attenta e minuziosa. Durante il corso di questa visita il medico raccoglierà delle informazioni che riguardano la storia da un punto di vista clinico del paziente. Unitamente a questo si potrà sottoporre il paziente a una serie di esami di natura fisica quali:

  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a un’ecografia;
  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a una tomografia computerizzata alla zona dell’addome;
  • In alcuni casi il paziente potrebbe venire sottoposto a un’angiografia epatica;
  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a esami del sangue che possano valutare la funzionalità del fegato.

  Parliamo di angiografia epatica

In generale quando parliamo di un esame del genere ci riferiamo a un esame radiologico che consente di esaminare i vasi sanguigni. In tal modo è possibile vederne la struttura e quali sono i rapporti con l’esterno. Questo avviene tramite una soluzione di contrasto che a base di iodio che viene inettata dentro al paziente.

Quali sono le specificità di questa sostanza? In pratica una volta iniettata dentro al paziente è in grado di raggiungere l’organo che si vuole analizzare. Quali sono gli scopi specifici di questo esame? Il primo è a fine diagnostico, poi ci può essere una seconda motivazione di natura terapeutica. In questo caso specifico si interverrà per risolvere eventuali danni presenti a livello di:

  1.   Se ci fosse in corso un’emorragia;
  2. Se ci fosse in corso un’ostruzione vasale;
  3. Se ci fosse in corso una massa tumorale che deve essere ridotta;
  4. Se dovesse esserci la necessità di iniettare nel paziente chemioterapici.

Trattandosi di radiazioni a base di ioni non si tratta certo di una procedura che può essere consigliata a tutti. In tal senso presenza forti controindicazioni per donne che sono in stato di gravidanza. La preparazione all’esame richiede che il soggetto faccia un digiuno che sia di almeno otto ore prima rispetto all’intervento.

In ogni caso potrà in tal senso assumere dei liquidi. Se il paziente dovesse svolgere un esame del genere nella stessa giornata è fortemente sconsigliato che guidi la macchina. In tal senso è bene che venga accompagnato. L’esame viene fatto in anestesia locale e non prova dolore, l’esame ha una durata variabile che va dai trenta minuti circa alle due ore. Terminato l’esame il paziente dovrà essere monitorato per alcune ore.

Dopo aver svolto l’esame sarà bene che il paziente riposi per almeno 24 ore. Successivamente potrà tornare alla sua vita e riprendere quelle che sono le normali attività della sua routine quotidiana.

Nella maggior parte dei casi le cisti epatiche non richiedono alcun tipo di trattamento. Tuttavia se la loro dimensione dovesse essere molto marcata al punto tale da procurare dolore, in tal senso si potrà intervenire in maniera chirurgica con l’apertura della loro parete, facendo defluire nella cavità detta peritoneale il liquido che successivamente verrà riassorbito.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.