Cellulite infettiva come si cura

212

Come si cura la cellulite infettiva? La risposta corretta è che il trattamento è basato sull’utilizzo di antibiotici, in linea generale penicilline, oltre a dare al paziente una terapia che lo aiuti e lo supporti nella gestione del dolore. In tal senso verranno utilizzati i Fans, per quanto riguarda quando iniziare la terapia è bene che sia il più tempestiva possibile. Il paziente nella sua applicazione dovrà essere molto scrupoloso, per il fatto che potrebbe avere un carattere progressivo e avere una fase di estensione, oltre a diventare da questo punto di vista recidivante.

Approfondiamo la problematica

Quando parliamo di cellulite infettiva, ci stiamo riferendo a un processo infettivo di natura batterica che riguarda la cute e gli strati presenti al di sotto della cute che è causata da streptococchi e stafilococchi. Quando si produce una condizione del genere? La risposta corretta è nel momento in cui batteri che sono presenti sulla cute, si trasferiscono negli strati più profondi. Come si manifesta? La risposta corretta è con:

  • Uno dei segni classici potrebbe essere il rossore;
  • Un altro dei segni classici è una sindrome dolorosa;
  • Un altro dei segni è il calore;
  • Un altro dei segni è il gonfiore.

Nella maggior parte di casi la diagnosi è di natura clinica anche se potrebbe essere fatti sul paziente degli esami di natura strumentale. La terapia si basa sulla somministrazione al paziente di antibiotici ed è molto importante sia iniziata il prima possibile, questo per non rischiare si possano produrre delle complicanze quali:

  • La complicanza alla quale il paziente potrebbe andare incontro è la fascite necrotizzante.

Qualè la causa relativa allo sviluppo di questa problematica? La risposta corretta è che tende a svilupparsi in seguito alla presenza di lesioni che consentono ai batteri di penetrare nell’organismo del paziente. Quali sono i batteri? Vediamoli insieme:

  •  Parlando di batteri ci si riferisce in tal senso a streptococchi;
  • Parlando di batteri ci si riferisce in tal senso a stafilococchi.

Quali sono le zone che vengono colpite da questa problematica? Vediamole insieme:

  • Una delle zone che vengono colpite sono le braccia;
  • Un’altra delle zone che vengono colpite sono le gambe;
  • Un’altra delle zone colpite sono i piedi;
  • Potrebbe anche manifestarsi nella zona degli occhi;
  • Potrebbe manifestarsi nella zona della bocca;
  • Potrebbe manifestarsi nella zona dell’ano;
  • Potrebbe manifestarsi nella zona della pancia.

Quando capita che stafilococchi e streptococchi possono entrare nell’organismo? Nel momento in cui la barriera della cute non funziona come dovrebbe, possono penetrare nei tessuti e causare questa problematica.

Ci sono persone maggiormente esposte a questa tipologia di rischio? La risposta è si, pazienti che hanno un sistema immunitario compromesso, hanno un rischio maggiore di contrarre una malattia del genere.

Fattori di rischio

Quali possono essere invece i fattori di rischio? Vediamoli insieme:

  1. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare le ferite;
  2. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare le punture di insetti;
  3. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare le ustioni;
  4. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare traumi di natura meccanica;
  5. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare processi infettivi di natura fungina;
  6. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare le vesciche;
  7. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare le punture da ago;
  8. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare l’insufficienza di natura venosa;
  9. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare le condizioni relative alla pelle;
  10. Tra i fattori di rischio possiamo annoverare una condizione come il sovrappeso.

Parliamo di sintomi

Quali sono i sintomi relativi alla cellulite infettiva? Vediamoli insieme:

  • Uno dei sintomi è il rossore;
  • Un altro sintomo è il gonfiore;
  • Un altro sintomo è una sindrome dolorosa che il paziente lamenta;
  • Un altro sintomo che il paziente potrebbe avere è il calore;
  • Un altro sintomo che il paziente potrebbe avere è quella di una sensazione di tenerezza che si sviluppa al tatto;
  • Un altro sintomo che il paziente potrebbe avere è una lesione che viene anche detta a “buccia d’arancia”.

Il paziente potrebbe manifestare altri sintomi da questo punto di vista? Si, potrebbe avere la febbre, potrebbe avere i brividi, potrebbe avere l’astenia e un malessere generalizzato e diffuso.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico? La risposta corretta è che si procede tramite anamnesi e attraverso un esame di natura fisica. Potranno poi essere anche effettuati esami del sangue, un esame colturale, un’ecografia delle vene relativa agli arti inferiori per consentire in tal senso una diagnosi differenziale con una patologia come la trombosi venosa profonda.

Potrà anche essere fatta una radiografia che consente di escludere possa essersi diffuso alle ossa.

Trombosi venosa profonda

Quando parliamo di trombosi venosa profonda a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di coaguli che tendono a formarsi nella zona interna delle vene profonde, in linea generale nelle gambe. Un dettaglio molto importante da sapere è che le vene possono essere profonde e superficiali.

Motivo per il quale potremmo avere una trombosi venosa profonda o trombosi venosa superficiale. Quali possono essere invece le cause che portano a una condizione del genere? Vediamole insieme:

  • Potrebbero essere legate a un trauma legato al rivestimento venoso;
  • Potrebbero essere collegate ad una tendenza legata alla coagulazione sanguigna che tende ad aumentare;
  • Potrebbero essere legate ad un rallentamento nel flusso ematico.

Il paziente affetto da trombosi venosa profonda potrebbe avere delle complicazioni? La risposta corretta è si, in tal senso potrebbe andare incontro a:

  • Un’embolia di natura polmonare;
  • Un’insufficienza venosa cronica;
  • Una carenza relativa all’afflusso di sangue.

Sintomatologia

Quali sono i sintomi che presenta un paziente che ha la trombosi venosa profonda? La risposta corretta è che circa la metà dei soggetti che presenta questa problematica risulta essere del tutto asintomatica. Una sindrome dolorosa nella zona del torace e un respiro che risulta essere affannoso per un’embolia polmonare, possono decisamente indicare la presenza di un coagulo sanguigno. L’approccio diagnostico prevede invece un’ecografia doppler e esami del sangue per misurare il d-dimero.

Ci possono essere degli approcci di natura preventiva? Si, cercare di ridurre l’immobilità, i farmaci anticoagulanti, dei dispositivi di compressione pneumatica di natura intermittente.

Il trattamento prevede invece la somministrazione al paziente di farmaci anticoagulanti e in alcuni casi farmaci che consentono la dissoluzione dei coaguli presenti.

Considerazioni finali

Dopo aver visto come si cura la cellulite infettiva è bene sapere che il processo infettivo è progressivo e in tal senso potrebbe anche estendersi e diventare recidivante. Se non viene trattata questa condizione nel paziente potrebbe portare a:

  • Batteriemia;
  • Endocardite;
  • Osteomielite;
  • Sepsi.

Se il processo diagnostico e il trattamento vengono fatti nei tempi giusti, i pazienti che hanno questa problematica possono guarire in un arco temporale di circa una settimana.

Gonfiore addominale e alimentazione

Articolo precedenteCancroide
Articolo successivoCervicite cura
Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.