Quali sono i sintomi dei capogiri? Per prima cosa è bene specificare che si tratta di sensazioni che un soggetto potrebbe percepire in termini di:
- Si parla di sensazioni di debolezza;
- Si parla di sensazioni di instabilità;
- Si parla di sensazioni di stordimento;
- Si parla di sensazioni di svenimento che potrebbe avvenire da un momento all’altro.
Se sono sporadici generalmente si tratta di sintomi che in quanto tali non riguardano problematiche gravi per il paziente, se invece dovesse trattarsi di manifestazioni frequenti, allora la qualità di vita del soggetto potrebbe essere fortemente compromessa da questa sintomatologia. Quali sono dunque da questo punto di vista le malattie che potrebbero essere collegate a sintomi del genere? Facciamo in tal senso un doveroso approfondimento.
Patologie e capogiri
Cercano ora di approfondire in maniera puntuale quelle che potrebbero essere le malattie che portano un soggetto ad avere dei sintomi del genere, vediamo insieme quali sono:
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una patologia chiamata anemia;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una patologia chiamata angiodisplasia;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una condizione mentale come l’ansia;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di atrosi cervicale;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di attacco di panico;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di botulismo;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di cefalea;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di diabete;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di emicrania;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di ictus;
- Le sensazioni di svenimento, debolezza, instabilità potrebbero essere collegate a una forma di raffreddore.
Parliamo di angiodisplasia
Quando parliamo di angiodisplasia a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di una malformazione di natura vascolare che può colpire vari distretti corporei, vediamo in tal senso quali:
- Potrebbe colpire le arterie;
- Potrebbe colpire le vene;
- Potrebbe colpire i vasi linfatici;
- Potrebbe colpire i capillari.
In quali zone del corpo questa problematica si può presentare? In generale potrebbe manifestarsi in qualsiasi distretto corporeo, tuttavia in maniera maggiormente frequente colpire un organo come l’intestino, il colon e la mucosa intestinale. C’è un’età specifica nella quale si può manifestare? In linea generale tende a colpire maggiormente persone che hanno circa 60 anni, in casi più rari potrebbe manifestarsi anche in bambini e adolescenti.
Parliamo di una forma unicova di angiodisplasia? In realtà no, potrebbe trattarsi di una forma congenita e di una forma acquisita.
Forma congenita
Quando si parla della forma congenita ci si riferisce a una patologia che come tale compare nel soggetto fin dalla nascita, legata sicuramente a uno sviluppo del tutto anomalo in termini vascolari del feto.
Forma acquisita
Se invece ci riferiamo alla forma acquisita potrebbe essere legata a:
- Il processo fisiologico di invecchiamento al quale si è soggetti;
- Potrebbe essere legato a una forma di degenerazione cellulare;
- Potrebbe essere legata a una patologia di natura neoplastica;
- Potrebbe essere legata a patologie legate ai vasi sanguigni.
Parliamo di sintomi
Quali sono i sintomi ai quali va incontro il paziente che soffre di questa problematica? Nella maggior parte dei casi la problematica è legata alla zona dell’intestino, in virtù di questo i sintomi maggiormente presenti sono:
- Melena ( presenza di feci di color nere legate al sangue);
- Ematochezia ( espulsione di materiale fecale misto a sangue);
- Rettorragia ( espulsione dalla zona dell’ano di sangue rosso);
- Ematemesi ( sangue collegato al vomito);
- Anemia.
In termini di sintomi maggiormente frequenti potremmo avere:
- Il soggetto potrebbe soffrire di astenia ( uno stato di debolezza muscolare diffuso legato alla perdita di forza dai muscoli);
- Il soggetto potrebbe andare incontro a dei capogiri.
In linea generale il soggetto non avrà alcun sintomo con relativo dolore.
Processo diagnostico
Qual’è il corretto iter diagnostico al quale il soggetto dovrà essere sottoposto? Da questo punto di vista è bene dire che in termini di indagini di natura diagnostica se ne potranno effettuare di vario genere. La scelta di quelle alle quali il paziente verrà sottoposto varieranno in funzione ai sintomi e ai segni clinici che il paziente manifesta. In ogni caso tra le indagini che si possono effettuare abbiamo:
- Il paziente potrebbe essere sottoposto a un’angio Tac addominale se si pensa che ci possa essere un sanguinamento nella zona del colon;
- Una colonscopia per verificare la mucosa intestinale;
- Si farà una ricerca di eventuale sangue occulto nelle feci;
- Si sottoporrà il paziente a una gastroscopia per verificare lo stato della mucosa gastrica;
- Si farà fare al paziente un emocromo per diagnosticare la presenza di un’eventuale anemia.
Approcci terapeutici
Quali sono gli approcci terapeutici che si potranno utilizzare per curare queste problematiche? Per prima cosa la terapia si baserà sull’arrestare il sanguinamento in corso. In tal senso è bene dire che potrebbe variare in funzione delle condizioni cliniche espresse dal paziente. Si dovrà tener conto anche della gravità del sanguinamento e della sua entità. Se il paziente dovesse presentare un’anemia, come primo approccio di provvederà alla somministrazione di fluidi e globuli rossi concentrati.
Nel caso in cui il paziente dovesse presentare un sanguinamento definito attivo e si rende necessario il doverlo arrestare, in tal senso è bene agire con:
- Per prima cosa sottoporre il paziente a un esame angiografico che consentirà di procedere ad un’embolizzazione del vaso che sanguina;
- Si procederà a cauterizzare per arrestare l’emorragia tramite endoscopia ( gastroscopia, colonscopia);
- Si effettuerà un intervento chirurgico per eradicare la sezione sanguinante;
- Si effettuerà un intervento di natura farmacologica tramite acido tranexamico per arrestare il processo di sanguinamento o cercare di contenerlo.
Capogiri sintomi : quali rimedi
Quali sono i rimedi che si possono utilizzare se un soggetto soffre di capogiri? Per prima cosa è bene dire che si soffre di questi sintomi c’è il rischio oggettivo di perdere l’equilibrio e cadere. Se una persona ne soffre dovrebbe utilizzare alcune precauzioni tra cui evitare movimenti improvvisi, cercare di alzarsi in piedi in maniera lenta.
Se una persona dovesse avere improvvisamente un capigiro è bene che si sieda o si sdrai, evitando di guidare la macchina o macchinari di altro genere. In tal senso sarà bene evitare il consumo di caffeina, di alcol, tabacco. Tuttavia per applicare al paziente la cura maggiormente idonea si dovrà per prima cosa conoscere quale sia la causa che ha scatenato questi capogiri e i sintomi specifici lamentati dal paziente. Se si tratta di una forma di ansia, sarà molto utile che il paziente si possa sottoporre alla psicoterapia. Se si tratta di altre casistiche sarà più utile sottoporre il paziente a fisioterapia, a una cura farmacologica o modificare le abitudini di natura alimentare.