Quali sono le cause che sono imputabili ai calcoli tonsillari? La risposta da questo puntodi vista è piuttosto ampia e riguarda tutte le possibili alterazioni a livello locale del normale Ph o di quella che viene definita flora batterica riguardante il cavo orale o orofaringea, possono potenzialmente causare delle tonsilloliti.
In ogni caso, volendo vedere nel dettaglio quali potrebbero essere da questo punto di vista le cause abbiamo:
- Si parla in tal senso di faringotonsilliti recidivanti;
- Si parla di reflusso gastroesofageo;
- Potrebbe essere una condizione causata da una cattiva igiene orale ( in ogni caso poco attenta);
- In altri casi potrebbe essere collegata all’utilizzo di farmaci, citiamo in tal senso gli antibiotici o farmaci cortisonici per via inalatoria). Dobbiamo anche in tal senso citare un particolare aspetto delle tonsille al quale un paziente potrebbe andare incontro che vengono definite criptiche;
Volendo invece in tal senso fare un approfondimento sui possibili trattamenti che si possono mettere in campo è bene dire che nella maggior parte dei casi se si hanno tonsilloliti di non hanno grandi dimensioni, il processo di guarigione potrebbe essere in tal senso del tutto spontaneo.
Da questo punto di vista non si deve ricorrere a una specifica terapia. Nel caso in cui questa condizione dovesse creare una sintomatologia da questo punto di vista maggiormente marcata, parliamo in tal senso di una sindrome dolorosa che il paziente avverte in fase di deglutizione, oppure un dolore che risulta essere diffuso nella zona dell’orecchio, si dovrà intervenire con una rimozione di natura chirurgica che prevede una piccola incisione e rimozione del tonsillolita nel caso in cui sia associato a:
- Si parla in tal senso di faringotonsilliti recidivanti;
- In questo caso si dovrà procedere con una tonsillectomia.
Approfondiamo la problematica
Parlando di calcoli nella zona delle tonsille a tutti gli effetti siamo in presenza di vere e proprie pietre che hanno in tal senso un colore biancastro e tendono a produrre una sensazione di fastidio nella gola, alla stregua di un boccone che da questo punto di vista non si riesce a deglutire. Tra gli effetti collaterali fastidiosi abbiamo anche l’alito cattivo.
Quando parliamo di calcoli che interessano la zona delle tonsille, ci stiamo riferendo a formazioni che hanno da questo punto di vista un colore biancastro e si notano nel momento in cui si apre la bocca nella zona della gola e delle tonsille. Parlando delle tonsille è bene dire che sono a loro volta rivestite da una mucosa. Tuttavia è bene dire che possono avere una conformazione del tutto irregolare con la formazione di piccole “cripte” nelle quali potrebbero accumularsi i batteri.
Si potrebbero anche accumulare residui di cibo e di muco. Una volta che si sono calcificati, tendono a formare veri e propri tonsilloliti.
Faringotonsilliti
Quando parliamo di farigotonsilliti a cosa ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che si tratta di un processo infettivo acuto legato alla zona della faringe, delle tonsille palatine. Quali sono i sontomi? Vediamoli insieme:
- Uno dei sintomi che potrebbe manifestarsi è il mal di gola;
- Un altro sintomo che potrebbe manifestarsi è l’odinofagia;
- Un altro sintomo in tal senso è la linfoadenopatia cervicale;
- Un altro sintomo potrebbe essere legato alla febbre.
Quando parliamo di faringotonsillite ci stiamo riferendo a una forma che in quanto tale è di natura virale, nella maggior parte delle volte si parla di un virus che è quello del comune raffreddore. In maniera del tutto occasionale, potrebbe trattarsi di virus definito Epstein-Barr, virus dell’herpes simplex, cytomegalovirus o Hiv.
In termini puramente percentuali e si parla in tal senso di un buon trenta per cento, la causa è di origine batterica.
Sintomatologia faringotonsillite
Quali sono i classici sintomi legati alla faringotonsillite? Uno è legato alla sindrome dolorosa che il paziente manifesta durante la fase della deglutizione, in alcuni casi questo dolore è legato alle orecchie. Potrebbero esserci ulteriori sintomi? La risposta è si, vediamo quali:
- Il paziente potrebbe avere una febbre piuttosto elevata;
- Il paziente potrebbe lamentare un malessere;
- Il paziente potrebbe lamentare una cefalea;
- Disturbi anche a livello gastrointestinale sono in tal senso frequenti;
- Un altro disturbo che il paziente potrebbe avere è l’alitosi;
- Un altro disturbo che il paziente potrebbe avere è la voce che risulta essere attutita.
Processo diagnostico
Qual’è il corretto iter diagnostico? La risposta giusta è che la faringite non è facilmente riconosibile da un punto di vista clinico, problematiche come la rinorrea e la tosse indicano in tal senso una causa che può essere di natura virale. Se parliamo per esempio di una patologia come la mononucleosi infettiva, questa è collegata ad un’adenopatia cervicale posteriore in forma generalizzata. Parlando invece dello streptococco del gruppo A beta-emolitico, richiede da questo punto di vista una terapia a base antibiotica. Tuttavia sarebbe molto importante da questo punto di vista eseguire una diagnosi che sia il più precoce possibile.
Per quanto riguarda gli esami, gli esperti in tal senso raccomandano un esame con relativo test antigenico rapido, nel caso invece di persone adulte, si dovranno seguire quattro criteri, vediamo quali sono:
- Un criterio molto importante è relativo all’anamnesi positiva per la febbre;
- Un altro criterio che va seguito da questo punto di vista è l’assenza completa di tosse;
- Un altro criterio in tal senso importante è l’eventuale presenza di una linfoadenopatia con sindrome dolorosa che interessa la zona della cervicale anteriore;
- Si parla come criterio anche di essudati tonsillari.
Le persone che come tali tendono a soddisfare solo un criterio o nessuno di questi, hanno da questo punto di vista probabilità molto scarse di avere lo streptococco di gruppo A beta-emolitico.
Approcci terapeutici
Gli approcci di supporto relativi alla faringotonsillite prevedono la somministrazione di analgesici per via sistemica o topica. Il medico potrebbe anche decidere di somministrare una dose singola di un corticosteroide come il desametasone che è in grado di ridurre la durata dei sintomi.
Considerazioni finali
Dopo aver analizzato quali possano essere le cause dei calcoli tonsillari è bene chiedersi se ci possono essere dei comportamenti di natura preventiva. La risposta è si, vediamo quali sono:
- Per prima cosa avere un’igiene orale che sia il più adeguata possibile;
- Immunomodulazione per ridurre il rischio che possano svilupparsi delle tonsilliti recidivanti;
- Utilizzare farmaci che abbiano un’azione che sia anti-reflusso;
- Detergere le cavità legate alle tonsille per ridurre il rischio che possano formarsi calcoli.