Se non vi è mai capitato di sentir parlare di calcificazioni al seno sapiate che si tratta di accumuli relativi a sali di calcio che si vanno a depositare nella zona della ghiandola mammaria. Tuttavia non è necessario allarmarsi da questo punto di vista, perchè dovete sapete che se fate una mammografia di controllo per altre cose, è facile che si possano riscontrare la presenza di questi sali di calcio. Da un certo punto di vista ed è anche umano è normale che la presenza di questi sali di calcio all’interno del tessuto mammario preoccupi parecchie donne. Tuttavia ci sentiamo di rassicurarvi, nella maggior parte dei casi non corrispondono ad una patologia latente che va indagata ma a una condizione che possiamo tranquillamente definire benigna.
Nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a problematiche che hanno un carattere decisamente benigno, tuttavia ci possono essere anche casi in cui è bene fare degli approfondimenti per cercare di capire se siamo in presenza di patologie che hanno un livello di gravità maggiore.
Sali di calcio nel seno
Una volta determinato che ci troviamo in presenza di sali di calcio nella zona del seno è bene capirne meglio le caratteristiche. Si tratta di formazioni che sono ricontrabili attraverso la palpazione? In realtà no, anche perchè nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni che per loro stessa natura sono presenti ma in maniera del tutto ansintomatica. Quindi nella maggior parte delle volte la paziente non presenta alcun tipo di sintomatologia motivo per cui magari non se ne accorge nemmeno se non effettuando una mammografia.
Com’è possibile determinare la presenza di queste lesioni? Sono facilmente visibili e individuabili attraverso un esame specifico che verrà fatto alla paziente, vediamo qual’è:
- Alla paziente donna dovrà essere fatta una mammografia con Tomosintesi. Si tratta di una metodica di diagnosi che sfrutta raggi x con un basso dosaggio ed ha la capacità di acquisire immagini del seno. Queste lesioni possono presentarsi in due modi differenti:
- Si parla di macrocalcificazioni quando il loro diametro complessivo supera 1 centimetro
- Si parla di microcalcificazioni quando il loro diametro complessivo è nettamente inferiore al valore di un centimetro
Ci sono delle caratteristiche specifiche che possiamo riscontrare in queste masse di sali di calcio? Si, andiamo a vedere insieme:
- La donna potrebbe avere all’interno del suo seno delle masse di calcio che hanno una natura benigna e che di conseguenza non devono destare alcun tipo di preoccupazione
- La donna potrebbe avere all’interno del suo seno delle masse di calcio che presentano caratteristiche che si discostano da quelle benigne
- La donna potrebbe avere all’interno del suo seno delle masse di calcio che presentano invece una struttura maligna. Queste e loro volta potrebbero essere la spia di una possibile neoplasia che coinvolge la zona del seno
Quali indicazioni cogliere dalle masse di calcio nel seno
Per prima cosa è bene dire che nella maggiornza dei casi queste masse di calcio nel seno hanno nella maggior parte dei casi una struttura benigna e quindi non devono destare alcun tipo di preoccupazione. Queste masse presenti nel seno quali problemi possono indicare? Vediamoli nel dettaglio:
- Potrebbero indicare la presenza di cisti all’interno del seno
- Potrebbero indicare la presenza di fibroadenomi
Tuttavia è bene dire che la formazione di queste masse di calcio nella zona del seno è un processo del tutto normale e fisiologico ed è legato al processo di invecchiamento al quale è soggetto l’organismo umano. Se anche effettuanto una mammografia con tomosintesi si dovesse riscontrare la presenza di queste masse nel caso in cui la loro struttura sia benigna non deve destare alcun tipo di preoccupazione.
Invece se si dovessero presentare casi di masse di sali di calcio con struttura maligna all’interno del seno, queste potrebbero essere la spia dell’eventuale presenza di una neoplasia nella zona della mammella.
Se effettivamente dovesse emergere in sede di esame diagnostico che queste masse hanno natura maligna, si dovrà necessariamente procedere al prelievo di un campione tramite biopsia per poter avere certezza relativa alla diagnosi.
Ci sono delle metodiche di analisi specifiche che consentono a un medico di capire quali siano le masse maligne e distinguerle da quelle benigne? Si, l’analisi delle masse dovrà essere focalizzata a una serie di specifiche caratteristiche che consentono di fare un’analisi approfondita e di determinare la natura stessa della lesione.
Metodi di classificazione
Come abbiamo detto esistono dei metodi di classificazione che consentono meglio di determinare la struttura di queste lesioni, andiamo a vedere nello specifico quali sono:
- Il primo parametro che consente di aiutare a discriminare tra calcificazioni al seno maligne o benigne è la dimensione
- Un secondo parametro che viene preso in considerazione è la forma
- Un terzo parametro che viene preso in considerazione riguarda la densità
- Un quarto parametro da prendere in considerazione è la distribuzione
- Un quinto parametro da prendere in considerazione sono i margini
Grazie all’aiuto di questi parametri sarà possibile distinguere le masse di calcio in:
- Benigne quando ne sono presenti poche, hanno dimensioni più grandi, hanno dei margini caratterizzati da regolarità. Se vengono rilevate queste calcificazioni la paziente non si deve preoccupare, al massimo dovrà fare una mammografia di controllo annuale
- Vengono definite sospette quelle che in linea generale hanno la struttura di masse benigne ma presentano alcune irregolarità. In questo caso specifico la paziente è bene si sottoponga a una mammografia di controllo ogni sei mesi
- Se le masse presenti nel seno sono maggiormente numerose, hanno dimensioni minime, e hanno una forma irregolare, potrebbero essere di natura maligna. Se si dovessero rilevare queste masse tramite mammografia, si dovrà effettuare una biopsia del campione per poterla analizzare successivamente in un laboratorio
La biopsia si potrà fare con una metodica tradizionale che prevede quella chirurgica maggiormente invasiva oppure al contrario si potrà ricorrere alla biopsia stereotassica con Mammotone.
Nel secondo caso parliamo di una procedura che viene anche chiamata stereotassica perchè si tratta di una tecnica estremamente precisa e consente di posizionare la sonda con estrema precisione sulla zona della lesione che va asportata. Oltre a questo consente di prelevare una quantità minima di tessuto.
Come si svolge l’esame?
Viene effettuato tramite una seduta in ambulatorio e in anestesia locale. Nella prima parte il medico utilizzerà un apposito macchinario che consente di effettuare una mammografia digitale e mostra le immagini del seno sul computer. Nella seconda parte si faranno dei prelievi con una piccola sonda controllata da un computer.
L’incisione che viene praticata è molto piccola e questo consentirà una leggera pressione sulla ferita per arrestare il flusso di sangue e inserire poi una medicazione.