Cacosmia e ansia, ovvero quando occorre prestare attenzione a un fattore molto importante nella vita delle persone, in grado di condizionare il nostro livello di benessere mentale e fisico: parliamo dello stress. Senza accorgercene lo stress condiziona in maniera profonda una serie di aspetti legati al nostro modo di vivere, condizionando di fatto la qualità stessa della nostra vita. Quindi potremmo anche dire che è importante stare attenti alla soglia di stress alla quale siamo arrivati. Se poi parlando dei nostri cinque sensi ci riferiamo all’olfatto, sarà molto importante sottolineare come la percezione di odori sgradevoli, per quelle persone con un olfatto sensibile e piuttosto sviluppato potrebbe essere la conseguenza di un problema di stress. Da tempo si è a conoscenza del fatto che uno stato di natura ansiogena in un soggetto, tenda di fatto ad alterare la percezione del reale, incrementando di fatto le percezioni sgradevoli e negative.
Almeno fino ad oggi questo è quello che si sapeva. Si conosceva invece meno un altro aspetto sul quale andrebbe fatta una riflessione approfondita. Le persone con una soglia di stress molto alta, possono iniziare ad avere anche dei problemi di impattano il loro livello di percezione olfattiva. Cosa accade esattamente? Pare proprio che la percezione olfattiva, soprattutto se molto sviluppata in un soggetto, sia in grado da questo punto di vista di determinare dei cambiamenti che non saranno solo legati allo stato fisiologico del soggetto, potranno anche influenzare direttamente il suo livello emotivo.
Olfatto e stati emotivi
Quindi pare proprio che percepire un odore fuori dall’ordinario, anomalo, possa modificare in qualche modo quello che è lo stato emotivo del soggetto. Si tratta di un processo che va a senso unico o possiamo parlare di un processo di natura anche inversa? Sembra proprio sia vero anche l’effetto contrario.
In pratica in un soggetto, al prodursi di un particolare stato di natura emotiva, immaginiamo per un attimo una persona che vive degli stati di natura ansiogena, di fatto possa produrre delle modifiche legate a quello che risulta essere il modo di percepire la realtà intorno a noi. Si parla ovviamente di percezione della realtà intentendo per questa, quella che riguarda il nostro mondo legato ai sensi.
Ansia e cervello
Cosa accade esattamente a una persona quando vive uno stato ansiogeno piuttosto pronunciato? Cosa accade al cervello e alla modalità con la quale ci consente di recepire gli stimoli provenienti dal contesto esterno? Possiamo sicuramente parlare di una modifica che intervenire sul nostro sistema di percezione degli odori e quindi al nostro olfatto. Quello che di fatto può accadere in un soggetto ansioso che si trova in una condizione mentale alterata, dove l’ansia diventa eccessiva se non patologica è quella di subire una modificazione nel proprio modo di percepire alcuni odori.
Pensiamo per un attimo ad odori che in quanto tali venivano percepiti dal soggetto come del tutto neutri. Improvvisamente diventano invece odori sgradevoli che il cervello ci fa percepire come tali. Ovviamente l’intensità dell’odore percepito e il livello di sgradevolezza saranno direttamente proporzionali al livello di ansia che il soggetto in quel momento particolare della propria vita sta vivendo.
Il livello di intensità dell’ansia che il soggetto sta vivendo, a sua volta tenderà a modificare il nostro percepito in termini di sensazioni e vissuti di natura emotiva. Se la persona ansiosa vive già uno stato emotivo pessimo, caratterizzato da un livello di paura elevato, oltre quella che può essere considerata una soglia fisiologica, porterà una persona a percepire in maniera ancora più negativa certi stati di animo che sta vivendo.
Un meccanismo chiuso che amplifica la percezione negativa
Ci troviamo quindi in un meccanismo chiuso, nel quale maggiore è il livello di ansia che il soggetto sta vivendo con relative percezioni, maggiore sarà la probabilità che la realtà percepita dal soggetto sia negativa. Il peggioramento nel percepito del soggetto, si riflette ovviamente anche nei propri sensi. L’odore diventa quindi sgradevole in funzione del livello di ansia presente.
Tuttavia come abbiamo visto il processo non è lineare, non si innesca solo da uno stato di ansia elevato nel soggetto che influenza il modo di percepire gli odori a livelli tali da far trasformazione stimoli neutri in cattivi odori. Potrebbe da questo punto di vista essere vero anche il contrario.
La presenza di cattivi odori che come tali il soggetto percepisce, potrebbe anche innescare stati di natura ansiogena. In tal senso è stato portato avanti uno studio e un esperimento che ha coinvolto una decina di persone. Il controllo sulla modifica degli stati dei soggetti è stato fatto attraverso la risonanza magnetica. Per poter capire la stretta correlazione tra gli stati di natura ansiogena e la percezione mutata degli odori, ai soggetti è stata provocata un’ansia artificiale e indotta.
Tuttavia prima di innescare nei soggetti coinvolti nell’esperimento stati emotivi ansiogeni di natura indotta, sono stato esposti a una serie di odori stimolando il loro olfatto che nella maggior parte dei casi vengono considerati del tutto neutri. Potremmo quindi anche dire del tutto inodori, perchè non stimolano nè in senso piacevole nè in senso spiacevole la percezione degli odori.
Cosa è accaduto ai soggetti nel momento in cui il loro stato emotivo è stato alterato attraverso l’induzione di stimoli di natura ansiogena? Attraverso la risonanza magnetica si è potuto verificare che una volta che si era prodotta nella persona un livello di ansia elevato, l’area celebrale deputata a elaborare gli stimoli di natura olfattiva si è collegata con il substrato emotivo.
Questa stretta correlazione tra il substrato emotivo del soggetto e l’olfatto, crea nei soggetti la percezione di odori giudicati a tutti gli effetti sgradevoli anche se di fatto in precedenza erano percepiti come del tutto neutri. Questo esperimento è molto utile per riuscire a definire quanto sia strettamente collegato lo stato emotivo e ansiogeno del soggetto alla percezione di natura olfattiva.
Cacosmia
Quando si parla di cacosmia ci si riferisce essenzialmente a un odore che come tale potrebbe essere percepito da un soggetto associandolo a una sensazione di sgradevolezza. Possiamo parlare di una condizione identificabile come standard e univoca? In realtà no, infatti la percezione legata ad un determinato odore sgradevole potrebbe avere due modalità del tutto differenti, andiamo a vedere quali:
- Potrebbe trattarsi di un odore sgradevole che viene percepito in quanto tale ed ha un fondamento di natura oggettiva
- Potrebbe trattarsi di un odorre sgradevole che viene percepito come tale ed non ha alcun fondamento oggettivo ma si tratta di condizione di natura illusoria
Forma oggettiva
Se ci riferiamo quindi alla forma oggettiva, potrebbe essere il risultato di una serie di problematiche quali ad esempio un processo di natura infettiva. In tal senso potremmo parlare di:
- Potrebbe essere la conseguenza di una forma di rinite
- Potrebbe essere la conseguenza di una forma di sinusite
- Potrebbe essere la conseguenza di una forma di tonsillite
Nel caso in cui il soggetto soffrisse della forma oggettiva, la sensazione sgradevole in termini di odori potrebbe essere collegata a una lesione legata all’olfatto. In tal senso si parla di processi infettivi legati al nervo olfattivo definite anche neuriti. Potrebbe essere la conseguenza di uno stato di gravidanza della donna, potrebbe essere una conseguenza di patologie neoplastiche tumorali quali ad esempio meningioma.
La cacosmia e l’ansia possono essere due condizioni strettamente correlate e intrecciate, questo non esclude a priori che si possa verificare per motivazioni di natura organica che vanno indagate a fondo. Questo per fare in maniera tale che si possa intervenire con una terapia adeguata.