Brachidattilia e chirurgia

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Quando si parla di brachidattilia e chirurgia ci si riferisce essenzialmente a problematiche che riguardano le mani dei bambini, partendo dal presupposto che ogni 1500 bambini nati, uno presenta malformazioni contenite alle mani e in alcuni casi anche piuttosto gravi si tratta a tutti gli effetti di un argomento molto importante.

Non si può certo parlare di un deficit di natura motoria leggero, infatti a tutti gli effetti è in grado di influenzare lo sviluppo psichico e motorio del bambino, influenza quello che sarà il comportamento stesso del bambino, incidendo in tal senso anche su quella che sarà la futura vita di relazione che il bambino andrà a costruire con i suoi coetanei. Se si presenta un caso del genere l’unica strada percorribile è quella di natura chirurgica che consente di arrivare ad avere dei buoni risultati e consente di fare in maniera tale che la mano possa essere riutilizzata al meglio.

Tuttavia non si tratta certo di una chirurgica semplice ma al contrario complessa, motivo per cui sono richieste competenze di natura:

  1. Si dovranno avere competenze di natura ortopedica;
  2. Si dovranno avere competenze plastico-ricostruttive;
  3. Si dovrà ricorrere a quella che viene definita microchirurgia.

Trattandosi di tecniche e metodiche che in quanto tali impattano i bambini, serviranno attenzioni specifiche sia da un punto di vista tecnico con parlando della parte chirurgica e di quella legata all’anestesia sia di natura organizzativa. In tal senso ci dovranno essere strutture appositamente predisposte adatte ad accogliere bambini che hanno problematiche del genere.

Parliamo della mano

Ora è bene fare un approfondimento sulla mano, una struttura complessa nella quale sono presenti:

  1. Vasi sanguigni;
  2. Nervi;
  3. Tendini;
  4. Si tratta di strutture che hanno un contatto diretto con l’osso.

Quando si parla in tal senso di tecniche ricostruttive è bene dire che possono essere di natura differente a seconda dello specifico caso che si deve trattare. Poniamo un esempio concreto in tal senso; se a un bambino nella sua mano manca il pollice, ci potrà provvedere a ricostruire utilizzando le altre quattro dita oppure in alternativa si può trapiantare un dito dalla zona del piede.

Un dettaglio molto importante che non va in alcun modo sottovalutato è il fatto che sia necessario intervenire nei primi anni di vita del bambino quando la mente è ancora sufficientemente elastica per adattarsi da un punto di vista mentale a una situazione del tutto inusuale e differente. Si tratta di uno specifico periodo nel quale il bambino è ancora in grado a livello cerebrale di reimparare a utilizzare una mano che in precedenza era pressochè inutilizzata.

Tuttavia è bene dire che in tal senso si dovrà necessariamente cercare un centro altamente specializzato e in tal senso in Italia i centri nei quali il personale possiede questo tipo di competenze non sono tanti.

Parliamo di Donald Sammut

Si tratta di un medico inglese che risulta essere uno dei maggior esperti nel campo della chirurgia alla mano, avendo trattato le malformazioni più importanti in tal senso in strutture ospedaliere come:

  1. King Edward Hospital di Londra;
  2. Bristol Children’s Hospital.

Il dottor Sammut spiega subito che quella della mano risulta senza dubbio essere una chirurgia complessa, infatti nella mano di un bambino tutte le strutture sono di fatto di piccole dimensioni e sono delicate. Tuttavia la complessità non è solo legata a questa fase dell’intervento. Infatti sottoporre un bambino a un’operazione del genere vuol dire a tutti gli effetti guardare al loro futuro, cercando di fare in maniera tale che la crescita della mano stessa del bambino abbia una certa simmetria.

Non dimentichiamo poi che un intervento del genere comporta delle implicazioni molto importanti sull’atteggiameno che avranno i genitori. Se saranno in grado di affrontare da un punto di vista psicologico una malformazione magari anche complessa trasmettendo al bambino positività, gli impatti psicologici saranno ben diversi. Un discorso diverso invece andrà fatto se per una malformazione magari minima avranno invece un atteggiamento formente negativo.

Parliamo di riabilitazione

Parlare di riabilitazione vuol dire a tutti gli effetti in seguito all’intervento scontrarsi con un grande limite: i bambini non possono aiutarci nella fase riabilitativa. Infatti poniamo l’esempio di un bambino che nasce senza dita della mano, non sarà per nulla abituato a utilizzarle. Per questo motivo la prima fase sarà quella di insegnare a lui come utilizzare questa dita. Per questo motivo si dovrà puntare sul gioco che sarà una parte molto importante del processo riabilitativo, finalizzato ad aiutare il bambino ad avere familiarità con le nuove funzionalità che esprime la sua mano.

Tempistiche legate all’intervento

Non si devono sottovalutare in alcun modo le tempistiche tramite le quali verrà effettuato l’intervento, infatti se si tratta per esempio di malformazioni complesse, si deve impostare una programmazione relativa agli interventi che terrà conto dello sviluppo del bambino. Da questo punto di vista spiega Sammut, prima si riesce a intervenire sulla malformazione e meglio è. Infatti nel corso degli anni futuri la malformazione medesima rischia di peggiorare al punto tale che potrebbe creare grossi problemi in fase di crescita. Portiamo in tal senso l’esempio classico dello sviluppo del quarto dito che potrebbe essere impedito quando è in unione con il quinto che è più corto.

Da questo punto di vista è consigliabile intervenire il prima possibile, infatti più il bambino in termini anagrafici è piccolo, più sarà portato a riorientare in tempi sufficientemente rapidi il proprio cervello, in maniera tale da riuscire a utilizzare il nuovo dito il prima possibile e al massimo delle proprie potenzialità.

Parliamo di malformazioni

Per prima cosa è bene dire che quanto frequentemente si possano manifestare malformazioni di natura congenita non è un dato facile da stabilire. In tal senso infatti ci sono studi tra di loro molto diversi. In alcuni sono presi in considerazione tutti i possibili difetti anche quelli che sono di fatto lievi, in altri si prendono in considerazione solo i le malformazioni che hanno la caratteristica di essere maggiormente gravi.

In ogni caso volendo in tal senso fare una statistica e fornire dei dati si può dire che ogni 1500 bambini che nascono, almeno uno ha una malformazione congenita alla mano. Quali sono le malformazioni maggiormente comuni con le quali la chirurgia avrà a che fare? Vediamole insieme:

  1.   Potrebbe trattarsi di una malformazione che prevede l’unione di due membrane tra due dita, viene in tal senso definita sindattilia;
  2. Potrebbe trattarsi di una malformazione che prevede la presenza di una quantità maggiore di dita detta anche polidattilia;
  3. Potrebbe trattarsi di una forma di camptodattilia;
  4. Potrebbe trattarsi di una forma definita clinodattilia o per meglio dire deviazione laterale delle dita;
  5. Potrebbe trattarsi di brachidattilia che richiede un approccio chirurgico come nelle altre malformazioni. Caratterizzata da lunghezza delle dita inferiori alla norma;
  6. Potrebbe trattarsi di una forma aplasia radiale dove non si è sviluppato il radio.

Amaurosi fugace