Nel corso della nostra vita affettiva e nel mondo delle relazioni, tendiamo a sviluppare differenti modalità di approccio, una di queste è l’attaccamento evitante in età adulta. Per quale motivazione di può produrre in una persona una reazione del genere? La risposta è data dal fatto che se pensiamo a quelle che sono le classiche dinamiche che si possono vivere all’interno del contesto familiare è bene sapere che hanno un grande impatto sul nostro modo di relazionarci nel momento in cui diventeremo persone adulte.
Questi stili di comportamento, queste modalità di approccio che siamo soliti mettere in campo nel momento in cui ci dobbiamo relazionare vengono anche chiamati stili di attaccamento (definizione in ambito psicologico). Quando parliamo di quello evitante, ci stiamo riferendo ad uno dei principali in termini di stili di attaccamento.
Come si produce
Nell’ambito della crescita di un bambino è bene sapere che se due genitori tendono a manifestare una sorta di distacco eccessivo nei riguardi del bambino, oppure al contrario tendono ad essere eccessivamente presenti, con molta probabilità possono innescare nelle fasi di sviluppo del bambino, un modo di porsi e un atteggiamento caratterizzato da una grande insicurezza, viene definito in tal senso anche con il termine evitante.
Parliamo delle origini di questa definizione
Negli anni ottanta, una psicologa di origine canadese, si chiama Mary Ainsworth ha costruito una procedura finalizzata all’osservazione dei tipi di attaccamento che hanno i bambini nei riguardi della loro famiglia di origine. Da questo punto di vista è importante sottolineare come siano stati individuante tre specifiche tipologie di attaccamento, andiamo nello specifico a vedere quali sono:
- Il primo viene definito evitante chiamato anche Pattern A, prevede nel bambino una reazione specifica. In questo caso se il bambino vive una situazione nella quale magari il genitore deve uscire per alcune ore, si assenta quindi, il bambino non ha in alcun modo una reazione che potremmo definire di protesta. Si produce una situazione nella quale il bambino in assenza delle figure di riferimento non ha reazioni di pianto e non tende a cercarle. Nel momento in cui le figure rientrano, il bambino potrebbe avere un atteggiamento nel quale tende a ignorarle del tutto e in alcuni casistiche, potrebbe arrivare ad avere un rifiuto in termini di coccole da loro.
- Per quale motivazione potrebbe prodursi da parte del bambino una reazione del genere? La risposta corretta è che molto dipende dall’atteggiamento che hanno gli stessi genitori nei confronti del bambino. Infatti se i genitori adottano un atteggiamento di rifiuto nei riguardi del bambino, ignorando magari il suo bisogno di affetto o non dando le giuste attenzioni nel momento in cui vengono richieste, il bambino tenderà a sviluppare una sua immagine con una valenza negativa. Infatti si radicherà la convinzione che la sua presenza sia a tutti gli effetti motivo di fastidio per i suoi genitori. Se parliamo di una casistica del genere è bene sapere che tende a produrre notevoli danni nella costruzione dell’autostima del bambino.
In un arco temporale più lungo, il bambino tenderà a sviluppare un atteggiamento del tutto distaccato nei riguardi dei propri genitori, perchè quello che ha interiorizzato è il fatto che le sue necessità non verranno mai soddisfatte dai propri genitori. Sembrerebbe da questo punto di vista come una sorta di atteggiamento protettivo nei propri riguardi, manifestando un’indifferenza nei riguardi dei propri genitori.
Cosa accade da adulti
Quali sono le conseguenze di un approccio del genere durante l’età adulta? La risposta corretta è che la percezione di un rifiuto netto da parte dei genitori che si è manifestato durante il periodo dell’infanzia, porta il giovane adulto a sviluppare una insicurezza molto profonda ed accentuata durante le future relazioni. Se quello che ci capita mentre siamo ancora piccoli è quello di interiorizzare dentro di noi il fatto che la nostra presenza sia fonte di fastidio per i nostri genitori, sarà molto semplice che durante l’età adulta si diventi delle persone che non vogliono un coinvolgimento emotivo.
Si tratta di persone che una volta diventate adulte, non hanno la capacità di innamorarsi e costruiscono con i loro partner relazioni basate sulla superficialità. Non vogliono rapporti duraturi e sono i primi a volerli troncare per paura di soffrire. Reprimono le loro emozioni e la loro freddezza diventa una sorta di barriera del tutto inconsapevole che li aiuta a proteggersi da eventuali rifiuti.
Questo approccio definito ansioso-evitante porta le persone che ne soffrono a pensare di non meritare amore, oltre a svilupparsi un pensiero del tutto errato che fa credere a queste persone, di poter essere sempre autonome di non aver di fatto bisogno di costruire dei rapporti basati sull’affettività.
Il loro scopo diventa quindi quello di avere una vita che risulti essere del tutto indipendente da un punto di vista delle emozioni. Non nutrono una grande fiducia negli altri e modificano il loro comportamento in funzione di queste loro percezioni, comportandosi magari in maniera del tutto inaffidabile nei riguardi di tutti.
Gestione dei conflitti
Questa loro specifica caratteristica che riguarda il fatto di non volersi aprire con nessuno, spesso si porta a costruire delle fasulle scenate con l’adulto con il quale stanno vivendo una relazione, con il fine ultimo di porre fine a dei rapporti e a delle relazioni che come tali sono diventate eccessivamente serie. In questo modo, questa persona tende a vivere in maniera continua a costante in un mondo di relazioni caratterizzate da un approccio sempre superficiale nei riguardi degli altri, in questo modo si evita di soffrire.
Approcci terapeutici
Quali sono gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo di fronte ad un attaccamento evitante in fase adulta? La risposta corretta è che i danni subiti durante l’infanzia, non se ne vanno quando si è grandi, tenderanno a ripercuotersi. Tuttavia si può intervenire per cercare di moderarne gli effetti e condurre un’esistenza più serena.
Per poter superare o riuscire a gestire questa problematica nel modo più corretto è bene affidarsi alla psicoterapia essendo prima consapevoli di avere un problema. Per cercare di superare un atteggiamento basato sull’attaccamento evitante è importante per prima cosa cercare di ricostruire la propria autostima.
I bambini che sono cresciuti con questo tipo di rapporto e hanno sviluppato una forma di attaccamento evitante, pensano di essere sbagliati anche quando diventano adulti, la conseguenza è il fatto che non amano quello che sono, al contrario arrivano ad odiarlo. Quindi serve un lavoro nel quale si reimpara a valutare nel modo corretto quelle che sono le emozioni, cercando di sviluppare una sensibilità adeguata nei confronti del mondo oltre che nei riguardi delle persone che fanno parte della nostra vita.