Atrofia corticale posteriore

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Quando parliamo di atrofia corticale posteriore a quale patologia ci stiamo riferendo? A tutti gli effetti si tratta di una forma di demenza che viene reputata una forma modificata del morbo di Alzheimer. Quali sono le conseguenze che produce in un soggetto che soffre di questa malattia? La patologia produce un’atrofia che è localizzata nel segmento posteriore della zona legata alla corteccia del cervello. Le conseguenze più eclatanti riguardano la capacità di vedere in maniera complessiva gli oggetti. Viene anche chiamata sindrome di Benson perchè fu effettivamente scoperta e osservata negli anni ottanta da Frank Benson. Si tratta di una forma che tende a manifestarsi in soggetti con età anagrafica come quella del morbo di Alzheimer?

In realtà no, la malattia a differenza dell’Alzheimer colpisce persone che sono decisamente più giovani. Ricordiamo a tutti che il morbo di Alzheimer tende a colpire soggetti che hanno un’età compresa tra i 55 anni e i 65 anni.

Parliamo di corteccia celebrale posteriore

Questa malattia tende a colpire la zona della cortecia celebrale posteriore. Cosa innesca in quest’area del cervello? La patologia innesca una progressiva degenerazione di questa zona, che ricordiamo essere molto importante per quanto concerne l’elaborazione delle informazioni di tipo visivo.

L’esordio della patologia è maggiormente precoce rispetto al morbo di Alzheimer con un’età compresa tra i 50 anni e i 65 anni. Si tratta di una malattia di difficile diagnosi oppure al contrario si diagnostica in maniera molto semplice? La diagnosi risulta piuttosto complessa e non è escluso che in virtù di quanto è rara e di come si manifesta, il medico possa commettere un errore, non riuscendo a diagnosticarla nella maniera corretta.

Approccio con l’oculista

Come avviene quindi la scoperta della malattia? In fase iniziale il paziente tende a rivolgersi a un oculista, questo perchè le difficoltà e i problemi che il soggetto manifesta sono localizzati alla vista. Quali sono le problematiche specifiche alle quali va incontro un paziente che sviluppa questa rara patologia? Vediamole insieme:

  • La prima difficoltà che svilupperà il paziente è quella della lettura in linea. In pratica il paziente quando deve leggere un libro, un testo, solitamente tende a leggere le varie parti in maniera aderente alla successione con la quale vengono proposte dall’autore stesso.
  • Il soggetto inizia ad avere delle problematiche che investono la sua capacità di formulare delle valutazioni sulle distanze
  • Il soggetto inizia a sviluppare delle difficoltà che riguardano la corretta percezione di quando un oggetto si trova in movimento e di quando invece è in totale assenza di movimento
  • Il soggetto inizia a sviluppare delle difficoltà nel riuscire a percepire in maniera del tutto corretta più oggetti insieme
  • Il soggetto inizia a percepire delle problematiche che riguardano la propria capacità di orientamento
  • Il soggetto può iniziare ad avere delle difficoltà legate all’utilizzo di oggetti di uso comune
  • In alcuni casi specifici, il paziente potrebbe anche soffrire di allucinazioni

Parliamo di allucinazioni

Quando parliamo di allucinazioni a cosa ci stiamo esattamente riferendo? Potremmo definirla come una percezione illusoria che avviene senza che ci sia effettivamente la presenza di uno stimolo reale e concreto che arriva dal mondo esterno. Un’allucinazione può essere sempre annoverata nel campo di problemi di natura mentale? In realtà no, ricordiamo poi che quando si parla di allucinazioni ci si riferisce a uno spettro di percezioni in assenza di uno stimolo reale esterno che possono coinvolgere il:

  1. Il soggetto potrebbe avere un’allucinazione di natura visiva
  2. Il soggetto potrebbe avere un’allucinazione di natura uditiva
  3. Il soggetto potrebbe avere un’allucinazione di natura gustativa
  4. Il soggetto potrebbe avere un’allucinazione di natura olfattiva
  5. Il soggetto potrebbe avere un’allucinazione di natura tattile

Allucinazione e illusione

Qual’ è la sostanziale differenza tra allucinazione e illusione? Nel caso dell’illusione c’è l’effettiva presenza concreta di uno stimolo che proviene dal mondo esterno ma che si fatto non viene correttamente interpretata dal soggetto. L’allucinazione al contrario si basa su uno stimolo esterno che in realtà risulta del tutto inesistente. Per portare un esempio concreto, pensiamo a una persona che avverte la presenza di una voce in assenza completa di uno stimolo esterno in tal senso.

Tuttavia ridurre il senso dell’allucinazione al semplice percepire in maniera illusoria uno stimolo che proviene dal mondo esterno ma non è reale non è il modo più esatto per definirla. Infatti è bene riflettere sul fatto che c’è uno stimolo di natura sensoriale ma questo è interno al cervello della persona.

Parliamo dell’allucinazione visiva

Se pensiamo ad un attimo al meccanismo in base al quale un soggetto può avere un’allucinazione di natura visiva, accade che nel cervello del soggetto per uno stimolo di natura interna, viene proposta un’immagine che è la sovrapposione di una reale ed esistente. Questa dinamica che avviene all’interno del cervello del soggetto è del tutto inconsapevole. In pratica il soggetto non ha alcuna percezione di questa di questa differenza, e non ha motivi di alcuna sorta per pensare che quello che vede non sia reale e sia invece il frutto di una rielaborazione a livello celebrale.

Ci sono dei precisi stati emotivi in base ai quali può innescarsi nel soggetto una percezione del genere? Si l’allucinazione può anche essere la conseguenza di uno stato emotivo nel quale nel soggetto si presentano due emozioni differenti, vediamo quali:

  • Lo stato emotivo del soggetto che vive un’allucinazione potrebbe essere quello di avere un desiderio
  • Lo stato emotivo del soggetto che vive un’allucinazione potrebbe essere quello di provare angoscia

Se questa condizione dovesse coinvolgere non solo un singolo soggetto ma magari due o più soggetti, questa esperienza di natura illusoria la potremmo definire un’allucinazione di massa.

Parliamo di cause

Quali possono essere le ipotetiche cause che innescano le allucinazioni? Le cause possono essere di varia natura, tra queste abbiamo:

  1. Potrebbero essere la conseguenza di patologie di natura psichiatrica
  2. Potrebbero essere la conseguenza di patologie di natura neurologica
  3. Potrebbero essere la conseguenza dell’assunzione da parte del soggetto di sostanze stupefacenti
  4. Potrebbero essere la conseguenza dell’assunzione da parte del soggetto di farmaci
  5. Le allucinazioni possono anche essere la conseguenza di condizioni particolari, immaginiamo un soggetto che non riesce a dormire da un certo tempo
  6. Le allucinazioni possono anche essere la conseguenza di una condizione di stress molto intenso, poniamo l’esempio di una persona alla quale muore il coniuge

Atrofia corticale posteriore : altri sintomi

Altri sintomi che possono riguardare un’atrofia che riguarda il cervello nella parte posteriore di questo è una marcata difficoltà che inizia a presentarsi in un soggetto nell’area del calcolo. Questa problematica potrebbe innescare una forma di ansia nel paziente legata al fatto che si rende conto e percepisce che sta accadendo qualcosa nel suo cervello che non va come dovrebbe.

Bisogna poi mettere in evidenza come negli stadi iniziali della malattia, le persone non hanno problematiche particolarmente accentuate per quanto concerne i deficit di memoria. Queste problematiche diventano invece maggiormente presenti quando la malattia è arrivata a uno stadio maggiormente evoluto.

Approcci terapeutici

Ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita a stabilire una cura specifica per questa patologia rara e particolare. In tal senso i trattamenti che vengono fatti su alcuni pazienti prevedono l’utilizzo di:

  1. Gli inibitori della colinesterasi
  2. Tra questi abbiamo la Memantina
  3. Si potrebbe prescrivere il Donepezil
  4. Si potrebbe prescrivere la Galantamina

In alcuni pazienti l’utilizzo di farmaci ad azione antidepressiva ha dato dei buoni risultati. Il paziente deve avere un approccio nel quale è previsto un terapeuta e un gruppo di persone sensitive per potersi abituare alle problematiche che questa malattia porta, soprattutto a livello di mutamenti nella capacità di vedere gli oggetti.

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